Un ultimo saluto e una dedica, fra tristezza e un po’ di nostalgia, alla serie tv Person of Interest, lo splendido telefilm di Jonathan Nolan che oggi chiude i battenti. 

Per l’articolo in inglese: fanheart_articolo-inglese_person-of-interest


fanheart3 person of interest, quinta stagione

E’ arrivato il tempo di salutarsi.

Si chiude definitivamente stasera, dopo 5 stagioni, 103 episodi e innumerevoli colpi di scena la serie della CBS Person of Interest, ideata da Jonathan Nolan.

In questi anni pieni di telefilm, sembra strano dirlo, mi è capitato due volte di assistere alla nascita, allo svolgimento e alla chiusura di un’intera serie. Il precedente caso che ricordo è LOST che, coincidenze della vita, vedeva fra i suoi protagonisti proprio Michael Emerson. Gli altri numerosissimi TV-shows che ho guardato o sono ancora in corso (es. Supernatural) o sono iniziati ben prima del momento in cui li ho scoperti (es. Black Sails) o ancora mi hanno stufato prima che potessero concludersi (es. Glee). Per non parlare dei casi – che cerco tuttora di cancellare dalla mia mente – in cui un telefilm su cui ho puntato tutto è stato cancellato prima del suo tempo (Almost-freaking-Human).

Con Person of Interest per la seconda volta posso dire di esserci stata da prima che il prodotto uscisse sugli schermi televisivi, con i primi trailer e le prime curiosità, ed essere rimasta fino ad oggi, 21 giugno 2016, data in cui andrà in onda l’ultimo episodio che porterà a chiusura l’arco narrativo che ci ha accompagnato in questi intensi e a volte sconvolgenti cinque anni.

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Molti di voi non hanno mai avuto la fortuna di guardare o appassionarsi a questo telefilm e ve lo dico di cuore ora, che siamo alla fine: è un peccato. Perchè Person of Interest, che all’apparenza sembra non avere poi tutte queste carte per creare un fandom solido (metà del cast nè giovane nè particolarmente piacente, puntate alle volte lente, riflessioni etiche che potrebbe annoiare chi cerca un’azione più serrata), è uno dei migliori prodotti che siano stati prodotti negli ultimi anni ed uno che difficilmente verrà dimenticato.

Person of Interest non ha mai smesso di sorprenderci, ma l’ha fatto in modo inaspettato rispetto ai canoni della televisione odierna, diventando una delle serie più realistiche e coraggiose che abbia mai avuto modo di seguire.

I suoi autori non hanno avuto paura di mostrare che i buoni non sempre ne escono vivi, ma non rinunciano mai ed è proprio per questo che verranno ricordati. Che le persone sono capaci di cose orribili, ma la redenzione è possibile per chiunque. Che c’è del buono in questo mondo assurdo e “vale la pena lottare per esso”, anche quando sembra di aver già perso. Che l’amore ha mille forme, e così il coraggio, così la fiducia, così la libertà.

Ma parliamo di una serie che ha dimostrato anche che non serve avere un attore bello e in forma per far innamorare un fan, che è possibile osare nelle trame e negli eventi, seguendo il proprio piano originario, senza che ciò abbia conseguenze irrimediabili sul pubblico… e che è possibile e giusto mettere la parola “fine” ad un certo punto proprio per uscirne a testa alta, prima che sia necessario trovare soluzioni ridicole per portare avanti una trama che poteva solo essere chiusa per mantenere la propria grandezza.

Non sono cose che si vedono tutti i giorni, nella televisione di adesso, e proprio per questo sono state scelte che ho ancora più apprezzato e che hanno fatto brillare questo telefilm nel caos dei mille tv-show che guardiamo ogni giorno.

Siamo pronti, come fan, a dare l’addio definitivo a Finch, Reese, Root, Shaw, Lionel, la Macchina? Sinceramente no. Ci mancheranno? Sinceramente sì.

E ci mancheranno davvero, non solo come personaggi ma anche come compagni di questi anni e simboli di un’era “telefilmica” che non è mai cambiata così tanto come nell’ultimo decennio. E’ stato un viaggio intenso che ci ha fatto riflettere e fantasticare e ridere e piangere lacrime amare. Saltare sulla sedia perchè certe cose proprio non le avevamo viste arrivare… ma anche stringere il cuore perchè sapevamo che non sarebbe stato tutto bello e non sarebbe andato tutto bene – la vita non è mai così – ma abbiamo comunque sperato fino all’ultimo che i nostri eroi avessero il loro lieto fine… il tutto mentre ogni scena vista e vissuta ci ha fatto innamorare sempre un po’ più di loro e della loro missione, così attuale, per salvare il mondo da un nemico invisibile e dato per scontato da molti.

A Jonathan Nolan che ha inventato tutto ciò, ai registi e agli scrittori che hanno saputo parlare di temi importanti senza mai tirarsi indietro neanche di fronte a quelli più pesanti, agli attori che hanno reso indimenticabile questo viaggio… a tutti va il nostro grazie di fan. Ma il ringraziamento va anche e soprattutto a loro: Harold Finch e John Reese, due personaggi imperfetti e umani e veri come pochi, testimoni di come la vita può cambiare, di come le nostre scelte possono fare la differenza… e emblema entrambi di tutto ciò che di onesto, leale e puro c’è al mondo. Due personaggi che rimarranno dentro di noi per lunghi anni a venire e che avrebbero molto da insegnare non solamente alla televisione di oggi, ma anche ad ogni singolo spettatore che si avvicina ad essa.

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By Agnese

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Agnese

Presidente, autrice. "The only way to be happy is to love. Unless you love, your life will flash by" The Tree of Life, 2011