Imparare la storia, gli usi e i costumi di una certa epoca attraverso la passione per un fandom: il caso The Terror (stagione 1)

***il presente articolo contiene spoiler sul finale della prima stagione. Ma è storia vera, quindi sono tutti spoiler abbastanza ovvi***


Il fandom può far parte di ogni dimensione della vita, che i non-fan ci credano o no.

Vi abbiamo raccontato di come sia possibile ritrovarlo nella psicologia (l’intervista ad Andrea Letamendi), stiamo lavorando ad un’intervista con Digitabilis per condividere con voi quanto possa essere importante per l’educazione… e non parliamo neanche di come riesca a lasciare il segno su fenomeni quali il volontariato, l’etica e l’educazione civica (recuperate il nostro articolo dedicato alla Marvel).

Uno degli ambiti a cui però trovo più affascinante associare il fandom è quello della Storia.

Non mi ha mai smesso di sorprendere, infatti, come la sola passione per una trama, dei personaggi, delle relazioni possa portare le persone ad approfondire tutto il background storico che si cela dietro questi contenuti.

Il che vuol dire non solamente studiare ciò che raccontano i libri di storia sulle vicende in oggetto, ma significa anche approfondire il tutto nei dettagli: dagli usi e costumi ai modi di dire, dalle differenze fra le classi alle abitudini quotidiane, da come si corteggiava a come ci si vestiva.

Dettagli condivisi nei blog di Tumblr e di cui si riempiono le fanfiction e che diventano – a forza di leggere storie e meta online – di pubblico dominio fra i membri di quel fandom.

…effettivamente.

Ci troviamo di fronte a telefilm, film, libri, videogiochi che riescono dove a volte la scuola stessa ha fallito: entusiasmarci verso un’epoca ed un momento storico su cui vogliamo improvvisamente sapere tutto.

Nei mesi scorsi abbiamo avuto modo di parlare di due fandom che hanno fortemente avuto questo effetto sui fan: la recente serie TV Chernobyl, che la nostra Yoko ha approfondito in questo articolo, e l’immancabile Les Misérables, che attraverso libro, musical e film ci ha fatto scoprire che no, l’Insurrezione Repubblicana di Parigi del giugno 1832 non è la Rivoluzione Francese – ma anche ogni dettaglio sull’abbigliamento che i 50enni francesi del 1800 indossavano di notte… per motivi che non starò qui a specificare.

Un esempio straordinario di ciò che i fan possono fare per amore

Oggi ci concentreremo su un fandom piccolo piccolo, ma sorprendentemente fiorente anche a due anni dalla messa in onda della serie su cui si basa. Sto parlando di The Terror e della sua meravigliosa, straziante prima stagione.

The Terror (o su come sapere tutto sulla perduta spedizione di Franklin)

Nel marzo 2018 l’emittente statunitense AMC manda in onda la serie televisiva in 10 episodi “The Terror” (poi resa disponibile a livello internazionale da Amazon Prime).

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The Terror, basata sull’omonimo romanzo storico scritto da Dan Simmons, è la storia della spedizione perduta di Franklin: un viaggio di esplorazione artica alla ricerca del famoso “passaggio a Nord-Ovest”…

…conclusasi tragicamente con la sparizione nel nulla delle navi britanniche Erebus e Terror e dei membri dei due equipaggi.

Alle ricostruzioni storiche di quanto successo, il libro di Simmons e la serie aggiungono motivazioni soprannaturali ai fatti avvenuti.

Se non amate l’horror e siete in dubbio se guardare la serie dico soltanto: il soprannaturale non è ciò che rende la serie assolutamente traumatizzante. E’ piuttosto tutto ciò che realmente è accaduto a questi poveri uomini a costituire il vero orrore.

Torneremo sul finale a dirvi perchè secondo noi questa è comunque una serie da recuperare. Per il momento riflettiamo assieme su alcuni dettagli storici che The Terror è riuscita a far conoscere ai fan che ad essa si sono appassionati.

Lezioni di storia in cinque punti

Non ci soffermeremo qui sulle origini della spedizione, su come poi si è svolta e sulle decisioni politiche / conseguenze scientifiche che hanno seguito la tragica conclusione. Si tratta di una storia affascinante sulla quale Wikipedia scende accuratamente nei dettagli, suggerendo anche fonti interessanti per l’approfondimento.

Condividiamo invece con voi cinque cose che abbiamo imparato guardando The Terror e frequentando il suo poetico fandom.

E come si suol dire: #maiunagioia


1. Eat your citrus: alla scoperta dello scorbuto

Un anno alle elementari passato a discutere Cristoforo Colombo mi aveva già reso familiare questa malattia, provocata dalla mancanza di vitamina C, che tanto ha terrorizzato i marinai (e non solo) nel passato.

The Terror ha però aiutato tutti noi fan a farci una cultura molto precisa soprattutto su un aspetto: le conseguenze dello scorbuto, presentate a più (tristi) riprese nel corso dei dieci episodi.

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“I primi sintomi di carenza comprendono debolezza, sensazione di stanchezza e dolore alle braccia e alle gambe. Senza trattamento, si possono avere globuli rossi ridotti, malattie gengivali, alterazioni dei capelli e sanguinamento dalla pelle. Man mano che lo scorbuto peggiora, le ferite faticano a guarire e possono verificarsi cambiamenti di personalità e infine la morte per infezione o sanguinamento”
(fonte: wikipedia & The Terror Season 1) (qui il gifset completo)

Conoscenze che hanno spinto i fan non solamente a dire “ok, iniziamo ad avere una dieta equilibrata” (qui alla mia destra potete vedere i 3 chili di arance comprate oggi), ma anche a tirar fuori il meglio del proprio black humor per creare meme da applausi, come solo loro sanno fare.

Ma The Terror ci accultura proprio a 360 sulle malattie, dandoci ad esempio un immaginario mentale estremamente dettagliato sulle conseguenze che può avere un avvelenamento da piombo (una delle cause principali di morte dei marinai a bordo delle due navi).

Tutti argomenti allegri ma, si sa, meglio informati che malati.


2. Le usanze della Marina

Un telefilm come The Terror è una manna per quanti amano conoscere più da vicino le regole e le usanze di una certa società (“punished like a boy“, cough cough).

Ad esempio:

Dettagli sottili a cui non fai caso e che una volta scoperti ti fanno tornare alla mente decine di film/telefilm precedenti e dire “aaaaaaaah, ecco”. Imperativamente da usare al pub nella prossima vostra uscita per vedere quanti fra i vostri amici sono insospettabili utenti di Tumblr.

Ma sono infinite le cose che scopriamo sulla marina inglese solamente seguendo The Terror. Lo sapevate, ad esempio, che se un Capitano “perde” la propria nave, va sotto corte marziale? …La cosa è accennata nella serie, ma personalmente ne ho preso consapevolezza solo dopo aver letto questa fanfiction:

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Author note alla fanfiction The Devils Before Us (The Terror, Francis Crozier/James Fitzjames)

3. Arte e storia

Trovi un post così, taggato “haunted paintings”, e vuoi non andare a vedere di cosa si tratta?

Ed è così che scopri che questo dipinto dal titolo meraviglioso, “Man Proposes, God Disposes”, creato da Edwin Landseer, si trova alla Royal Holloway, University of London, e si dice essere maledetto ed aver causato il suicidio di un ragazzo durante un esame – suicidio avvenuto dopo che suddetto ragazzo si è infilzato un occhio con una penna scrivendo sul foglio “Sono stati gli orsi a farmelo fare” (….sigh).

Storia probabilmente inventata, ma il dipinto rimane un “bad omen” fra gli studenti, che sono convinti di non poter passare gli esami a meno che il quadro non venga coperto mentre si svolgono.


4. L’uomo ricoperto di catene d’oro

Una delle scene più inspiegabili ed emblematiche di The Terror è l’incontro fra Crozier e un Lt. Little moribondo, con il viso ricoperto di piercing dorati.

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Non c’è una spiegazione nella serie e non c’è una spiegazione vera e propria nella realtà. Solo alcune tradizioni marinaresche citate anche in questo articolo e l’inquietante testimonianza (vera) degli Inuit incontrati dagli inglesi durante le spedizioni di ricerca. Spiega lo showrunner David Kajganich nell’intervista per Rotten Tomatoes:

“[…] questa immagine si basa sulla testimonianza fornita da una donna Netsilik e dal figlio: imbattendosi in uno degli accampamenti ed entrati in una tenda, trovarono all’interno un uomo seduto con una serie di catene d’oro attaccate al viso, e una delle catene, se tirata, sollevava la testa dell’uomo. E non sapevano come spiegarsi la cosa”

Brividi.


5. Il ritrovamento della Erebus e della Terror

La storia delle spedizioni per ricostruire quanto successo agli uomini dell’equipaggio e per il ritrovamento delle due navi rimane ad oggi una delle più emozionanti.

A partire dalla scoperta dell’unica testimonianza scritta lasciata dagli uomini di Franklin ed ora conservata al National Marittime Museum di Londra…

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Ritrovata a Victory Point, la lettera, a cui anche la serie fa riferimento, risulta scritta in due momenti diversi, come spiegato nella targhetta identificativa:
La spedizione Fox del 1857 rinvenne l’unica testimonianza lasciata degli uomini di Franklin. Il messaggio afferma che “all is well” (tutto è a posto) nel maggio del 1847. Notizie sulla morte di Franklin nel giugno del 1847 e l’abbandono delle navi nell’aprile del 1848 sono scarabocchiate ai margini del messaggio originario

…al rinvenimento delle mummie (in perfetto stato di conservazione) degli uomini sepolti a Beechey Island, di cui si accenna anche nel primo episodio della serie e che hanno permesso di rilevare i problemi dovuti al già citato avvelenamento da piombo…

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La tomba di John Torrington e di altri membri dell’equipaggio (Wikimedia Commons)

…fino al 2014, quando una spedizione del National Geographic riporta alla luce il relitto dell’Erebus, in buono stato di conservazione, in posizione verticale a 12 metri di profondità. Due anni dopo, nella Terror Bay, viene ritrovata anche la Terror, a più di 50 chilometri di distanza dalla Erebus.

Un percorso di ricerca e scoperta durato più di duecento anni e che per i più fortunati può essere seguito da vicino attraverso il Franklin Museums Network, una rete di musei canadesi che offrono approfondimenti sulla perduta spedizione del 1845 e sui vari ritrovamenti fatti negli anni.

Anche conosciuto come “quando i fan ti (e si) spezzano il cuore”

Perchè non perdersi The Terror

The Terror è un telefilm straordinario… profondamente poetico, profondamente inquietante, profondamente doloroso.

Ha una tale capacità di entrare nella testa di una persona che io stessa mi sono ritrovata a fare incubi a riguardo per più notti di seguito e ho sentito il bisogno continuo di parlarne con tutti quelli che incontravo (l’ “effetto Chernobyl”… e credo che sappiate cosa intendo).

Proprio per questo, pochi giorni dopo averlo concluso e averne decantato ovunque le lodi, anche la nostra fanheartist Cristina si è ritrovata nel vortice del binge watching, pronta a piangere lacrime amare sui finali tragici di tutti i personaggi. Fortuna che le fanfiction (e, per quanto mi riguarda, soprattutto quelle a tema #fitzier – Francis Crozier/James Fitzjames) e Tumblr non scarseggiano di contenuti per rinfrancare i cuori – o, in diversi casi, rendere il tutto ancora più doloroso, come solo il fandom sa fare.

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The Terror su Rotten Tomatoes
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The Terror su IMDB

Un grande merito per il successo della prima stagione l’hanno quanti si sono occupati della caratterizzazione dei personaggi: nelle poche e brevi scene in cui ognuno di loro compare si riesce a capire esattamente chi è e cosa vuole e dunque ad affezionarsi, pur sapendo a cosa si andrà incontro emotivamente.

Dal punto di vista prettamente fandom, poi, lo spazio per “inserirsi” nella storia è amplissimo e vive soprattutto di AU taggate “everybody lives/nobody dies”: un classico per i fandom che poggiano le loro radici nella storia vera, come i due citati all’inizio o, fra gli altri, il famosissimo Hamilton, di cui torneremo a parlare prossimamente.

Ma c’è anche un altro aspetto che dona una certa “grandezza” ai fandom che si appoggiano alla vita vera, al di là di quanto ci insegnano.

E’ il fatto che ogni fan che ad essi si avvicina riporta un po’ in vita, con la sua passione, le persone che sono passate attraverso quegli eventi. Che nel caso di The Terror, sono tutti quei marinai, uomini comuni in una situazione non comune, che hanno sofferto una tragedia di cui ora, con questo telefilm, possiamo immaginare le dolorosissime dinamiche.

Un post che mi riporta alla mente la canzone Disappear tratta dal musical “Dear Evan Hansen”, in cui il personaggio di Connor canta:

If you can somehow keep them thinking of me
and make me more than an abandoned memory
that means we matter too
it means someone will see that you are there.
No one deserves to be forgotten,
No one deserves to fade away

Ma accanto a questa anche una delle frasi più celebri tratte dal musical “Hamilton”, che sembra quanto mai cadere a proposito:

Un onorevole compito, ricordare e raccontare la storia e chi l’ha fatta, che ci viene inevitabilmente lasciato in eredità quando anche noi ne diventiamo fan.

Perciò, in questo mercoledì sera, un brindisi da degna marina inglese: to ourselves, to fans and to those who told the story.


Agnese

Presidente, autrice. "The only way to be happy is to love. Unless you love, your life will flash by" The Tree of Life, 2011

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