Venezia 82

Venezia 82: Ciak 2 – Fanheart3 tra lavoratori delusi, fiumi misteriosi e ombre felici

Vi avevamo lasciati nel capitolo precedente di Venezia 82, fradice di pioggia, infreddolite e dopo la visione di After the Hunt di Luca Guadagnino.

After the Hunt parla di Alma (Julia Roberts) professoressa all’università di Yale e in lizza per un’ambita cattedra nell’ateneo. La sua vita viene sconvolta quando Maggie (Ayo Edebiri), studentessa brillante e sua pupilla, muove delle gravi accuse contro Hank (Andrew Garfield), amato professore dell’ateneo e amico stretto di Alma.

Il film si presenta come un thriller psicologico, decisamente troppo lungo, che ti porta a dubitare di qualsiasi personaggio e finendo, purtroppo e inevitabilmente,con l’abbiocco. Nonostante la recitazione suprema di Julia Roberts, non da quel quid in più per farlo risultare un film pienamente godibile. Menzione d’onore al barbone da professore sexy di Andrew Garfield.

Il giorno seguente ci siamo svegliate tutte molto presto per la prenotazione dei film e le esperienze immersive, per gli ultimi due giorni di Venezia 82. Esperienza che tutte preferiremo evitare, ma a cui dobbiamo prestarci se vogliamo vedere film e esperienze immersive. Diversi spettacoli vanno infatti sold out in pochi minuti.

Uscite vittoriose dal giro di prenotazioni, abbiamo raggiunto la zona Palazzo del Cinema per le consuete proiezioni stampa del mattino. Abbiamo iniziato con il coreano Eojjeol suga eopda (No other choice) di Park Chan-wook e poi con il francese À pied d’œuvre di Valérie Donzelli.

In Eojjeol suga eopda (No other choice) Man-su (Lee Byung-hun) è un uomo che si ritiene soddisfatto della propria vita. Ha un ottimo lavoro nel settore della carta, che ama, una famiglia numerosa (moglie, due figli e due cani)e la casa dei suoi sogni. Insomma sente di avere tutto quello di cui a bisogno, finché la sua azienda decide di licenziarlo a seguito di dei tagli del personale. Man-su viene travolto da un vortice di disperazione, che lo portano a prendere una decisione estrema. Non ha altra scelta se rivuole indietro la sua vita…

No other choice ha un black humor che diverte, nonostante alcuni passaggi son troppo lunghi e a tratti noiosetti. La tematica della perdita del lavoro, già riportata in diversi prodotti coreani, viene mostrata in maniera tale da lasciare un retrogusto amaro.

Anche nel francese À pied d’œuvre torna la tematica del lavoro. Qui, Paul (Bastien Bouillon) è un uomo di 42 anni, divorziato e che ha preso una decisione, per molti dei suoi cari, incomprensibile. Abbandonare un redditizio lavoro come fotografo, per dedicarsi alla carriera di scrittore. Vivendo con poco e tirando avanti con lavoretti, come tuttofare, decisamente sottopagati.

In À pied d’œuvre, a differenza del coreano The other choice, e proprio Il protagonista che prende la decisione di lasciare un lavoro che gli dà di che vivere più che dignitosamente per uno che lo porta a dormire in un seminterrato tetro e mangiare quando gli capita. È un film malinconico che attraversa la vita fatta di sacrifici del protagonista, per poter fare solamente quello che ama. Scrivere.

Dopo una piccola pausa pranzo è, poi, arrivato il momento di una prima della sezione Orizzonti di Venezia 82, ovvero sia Estrany riu (Strange river) di Jaume Claret Muxart.

In Strange river, Dídac (Jan Monter) ha sedici anni ed insieme alla sua famiglia è in vacanza. Passando da un campeggio a l’altro lungo le rive del Danubio girando in bicicletta, si imbatte in diverse occasioni in un misterioso ragazzo (Francesco Wenz) che sembra apparire e comparire in ogni luogo visitato dal giovane e dalla famiglia.

Strange River è un film con un ottima premessa, ma che si perde in diverse occasioni con scene inutilmente lunghe e che sembrano, in diverse occasioni, fuori contesto. Bella la figura del misterioso ragazzo compare e scompare nel nulla. Figura reale o una sorta di spirito del fiume? Mah!

Finito il film e sfidato di nuovo il maltempo abbiamo preso il traghetto per il Venice Immersive per poter provare Happy Shadow di Pei-Ying Lin e Ting-Ruei Su.

In questa esperienza Immersive abbiamo aiutato Joey, una bambina che crescendo ha perso del tutto la felicità creando un mostro oscuro che divora ogni piccolo bagliore di gioia. I giocatori, attraverso il diario della ragazzina, aiutati dall’ombra di Joey e da Dusty, il folletto della polvere, devono risolvere una serie di enigmi, fatti di forme geometriche, che vanno a creare la via verso il mondo esterno alla ricerca delle farfalle, simbolo della felicità di Joey.

Un esperienza interattiva e molto intuitiva. Toccante e che mette il giocatore a proprio agio mostrando in modo semplice, delicato ma efficace cosa vuol dire affrontare la depressione.

Se questa giornata poteva finire meglio di così non so…

Ma abbiamo avuto inoltre il piacere di vedere un ultimo film per questa giornata a Venezia 82. Ma di questo ultimo film vi dirò qualcosa domani.

Per oggi la nostra avventura giunge al termine. Dopo aver dato una sbirciata al tappeto rosso di Eojjeol suga eopda (No other choice) c’è ne siamo a casa.

Notte notte, a domani con un altro capitolo di Venezia 82!

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