Venezia 82

Venezia 82: Ciak 3 – Fanheart3 con il ritorno di Del Toro, navi misteriose e poeti newyorkesi

Siamo al terzo giorno giorno di Venezia 82. Vi abbiamo raccontato due giornate di film e esperienze immersive che hanno lasciato il segno nel bene e nel male. Se volete recuperare gli altri due giorni trovate qui il primo articolo e qui il secondo capitolo.

Ieri abbiamo concluso la giornata con un film che ha messo tutte d’accordo. Den sidste viking (The last viking) di Anders Thomas Jensen dove Anker (Nikolaj Lie Kaas) torna a casa dopo quindici anni in carcere per una rapina. Suo fratello Manfred (Mads Mikkelsen) ha nascosto il bottino, ma non può rivelare dove è andato a seppellirlo, perché affetto da un disturbo dissociativo di identità che gli fa credere di essere John Lennon.

Insomma, The Last Viking è una dark comedy divertente che tocca tematiche delicate, sapendo alternare i tempi comici che non vanno a sminuirne la gravità. Ad arricchire la storia ci sono una serie di personaggi bizzarri. Un gruppo di individui dove tutti si completano con le proprie stramberie e le loro piccole o grandi follie.

Ma arriviamo a oggi. L’hype era a mille per uno dei film più attesi da tutte noi di Fanheart3 e nessuna ne è rimasta delusa.

Frankenstein di Guillermo Del Toro è, come saprete, un addestramento al romanzo di Mary Shelley e ripercorre la vita di Victor Frankenstein (Oscar Isaac), scienziato brillante che trova il modo di sconfiggere la morte dando vita ad una Creatura (Jacob Elordi) grazie ad un terribile esperimento.

Non so cosa dire… Questo film mi ha spezzato il cuore. La fascinazione di Del Toro per i “mostri” che ancora una volta traspare scena dopo scena, ribaltando l’idea di mostro e dandone l’umanità che merita. Cast azzeccato dal primo all’ultimo, compreso Jacob Elordi (che inizialmente non vedevo bene nel panni della Creatura). Ogni scena, ogni dettaglio di questo film mi ha lasciata a bocca aperta o a singhiozzare senza ritegno. È uno di quei film che vedrei altre mille volte.

A seguire, il secondo film della giornata è stata una prima in Sala Darsena. Il film, candidato con Orizzonti, è Rose of Nevada di Mark Jenkin.

In questo film ci troviamo in un paesino di pescatori della Cornovaglia dove un giorno compare un peschereccio, creduto disperso insieme al suo equipaggio da anni, il Rose of Nevada. Viene deciso quindi di riportare la barca in mare nella speranza di riportare la pesca e quindi la vitalità perduta dal villaggio dopo la scomparsa del Rose of Nevada. Nick (George MacKay) un giovane ragazzo con una famiglia alle spalle, decide di partire per portare a casa dei soldi in più. Liam (Callum Turner), invece, non ha nessuno e vive alla giornata. Si unisce all’equipaggio per poter avere qualche soldo da spendere al pub. Il peschereccio salpa e tutto sembra andare per il meglio con una pesca particolarmente fruttuosa. Liam e Nick tornano al villaggio, ma al loro arrivo trovano qualcosa di stonato. Sembra infatti che la barca abbia fatto un viaggio indietro nel tempo portandoli a prima che il Rose of Nevada sparisse nel nulla.

Rose of Nevada è un film non per tutti. Ha una bella storia di fondo arricchita da un ottimo cast e con le vibes da horror, ma con scene di cose a caso (regole rotte, muretto con il muschio, porte scrostate e così via) che dopo un po’ danno a noia.

Il tempo di uscire e già era tempo di rientrate in Sala Grande per un altra prima di un film in concorso con Orizzonti.

Late Fame di Kent Jones ambientato a New York dove Ed Saxberger (Willem Dafoe) lavora da oramai 25 anni alle poste. Un giorno viene approcciato da un giovane ammiratore, Meyers (Edmund Donovan), che dice di aver letto un libro di poesie scritte da Ed in gioventù. Meyers convince ad incontrare i suoi amici con i quali ha formato un piccolo circolo di artisti. I giovani ammirano e idolatrano Ed e lui viene abbagliato dalle loro adulazioni iniziando a frequentare sempre più spesso questi giovani, rimanendo affascinato in particolare da Gloria (Greta Lee), attrice dal modo eccentrici e seducenti.

Late Fame è un film dai toni malinconici che ci fa vedere quanto effimera possa essere la fama in una New York dai tratti un po’ nostalgici). Willem Defoe porta in scena un personaggio che non puoi non amare.

A seguire, per entrambi i film, Rose of Nevada e Late Fame, c’è stato un piccolo Q&A con i registi e il cast. Dove si è parlato dell’importanza dell’ambientazione. Da una parte la Cornovaglia e la sua gente e dall’altra New York e i suoi quartieri.

Siamo poi passate all’ultimo film della giornata. Ma per parlarci di Father Mother Sister Brother di Jim Jarmusch, film in concorso per Venezia 82. Vi do appuntamento a domani.

Notte Notte, a domani con un altro resoconto.

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