Ogni libro si fonda sul patto narrativo: il lettore accetta, dal momento in cui sfoglia la prima pagina, di prendere per vero quello che scrive l’autore: si tratta della cosiddetta “sospensione dell’incredulità“. Grazie a questa diamo allo scrittore licenza di inventare o ricostruire più o meno verosimilmente vicende realmente esistite e non obiettiamo al fatto che, per rendere il libro di fatto leggibile, usa espedienti quali l’onniscienza, la selezione degli eventi da raccontare, e l’invenzione di mondi possibili. L’importante, in fin dei conti, è che sia verosimile, non vero.
Ovviamente questo vale anche per i film e le serie tv, in quanto sono essenzialmente dei racconti.
E proprio al cinema e alla televisione possiamo osservare che la sospensione dell’incredulità non si limita all’accettare gli eventi e i personaggi così come ce li presentano, ma comprende molti piccoli dettagli a cui magari si presta attenzione un paio di volte ma che diamo per lo più per scontato, trovandoli più o meno dappertutto.
Facciamo una riflessione tra il serio (poco) e il faceto (molto) sul patto narrativo moderno:
Quante volte dobbiamo usare la sospensione dell’incredulità?
Quanti piccoli dettagli assurdi diamo per assodati e realistici quando vediamo un film o una serie tv?
Iniziamo:
- Il personaggio non ha mai freddo.
Scena iniziale del revival di Gilmore Girls, ambientato in Connecticut. Sta nevicando. Come da ogni parte del globo terrestre, quando nevica ci sono suppergiù 0° C. Eppure ecco le Gilmore uscire con cappotti aperti, sciarpina puramente decorativa,senza guanti. Non so voi, ma se lo faccio io il giorno dopo mi trovo a letto con la febbre a 40.
- Il personaggio ha un metabolismo velocissimo ed è immune a colesterolo, obesità e malattie cardiache (salvo per scene improvvise e strazianti, coughDawson’sCreekcough), ecc.Ovvero, invece di mangiare e digerire, probabilmente ha una specie di centrifuga nella pancia che sminuzza il cibo e lo fa evaporare col respiro. E’ l’unica spiegazione al fatto che Dean Winchester vada avanti ad hamburger e pie a colazione pranzo e cena senza il minimo problema. Ho capito che dando la caccia ai demoni si bruciano calorie, ma insomma…Evito di dilungarmi sulle sopracitate Gilmore che si sbafano tacos, hamburger, gelato e schifezze varie, detestano ogni attività fisica, non mangiano verdura eppure sono due boccioli di rosa con una silhouette invidiabile. Se ci provo, divento tipo zia Marge di Harry Potter dopo l’incantesimo gonfiante.
- Il personaggio non solo sta abitualmente con le scarpe in casa (e vabbè, direte voi), ma anche gira quotidianamente in tacchi per l’appartamento (se lo faccio io l’amministratore convoca un’assemblea straordinaria e mi buttano fuori domani). Non si vede quasi mai, ma fate caso al rumore di tacchi che accompagnano i movimenti del personaggio… in casa propria!
- Le suddette scarpe sono sempre immacolate. Ma chissà perché sembrano sempre tutte nuove di zecca!
- Il dettaglio più ovvio, che notano sempre tutte le donne: il personaggio femminile, è sempre truccato/pettinato/piastrato/boccolato (e quello maschile è sempre comunque in ordine), anche quando ha ronfato fino a tre secondi prima. Il che porta, temo, alle aspettative irrealistiche degli uomini sulla bellezza “nature” delle donne, che anche nel sonno dovrebbero essere boccioli di rosa. Io… beh, lasciamo perdere.
- Il personaggio sotto la pioggia è comunque in ordine e carino.Le gocce si distribuiscono in modo uniforme sulla capigliatura e sui vestiti, donando un’aura sexy o, almeno, una tenera aria di cuccioletto bagnato. Poi ci sono io completamente lavata, con i capelli incollati, ingestibili, gli occhiali appannati e bagnati e le scarpe che fanno sciaff sciaff mentre avanzo, con la stessa grazia di un Terminator.
- Il personaggio non va in bagno.Guardate Jack Bauer, per 192 episodi di 24 ore non è MAI andato in bagno! Questa sì che è dedizione al lavoro! La doccia in genere si mostra per far vedere un po’ di carne o come luogo prediletto per crisi esistenziali, ma nessuno ha (quasi) mai bisogno di usare il water.
- Il personaggio può uscire dal locale senza pagare.
Ok, a volte si vede che pagano alla cassa, ma il più delle volte escono senza sborsare un centesimo, o mettendo giù un paio di banconote (evidentemente hanno la calcolatrice in testa per cui sanno sempre quanto spendono senza dare un’occhiata al menu). E noi che facciamo conti e cerchiamo di farci cambiare sempre i soldi…
- Il personaggio ordina una montagna di piatti, ne assaggia uno ed esce lasciando lì tutto.
Nessun cameriere gli chiede cosa non vada nelle pietanze o gli urla che nel terzo mondo i bambini muoiono di fame. Seriamente però: pensate a tutto quello che viene comunque cucinato per le riprese e poi non consumato. Io spero che lo facciano in qualche modo arrivare ad una mensa per i poveri perché ci sarebbe da sfamare intere città!
- Le luci in casa sono sempre accese.
Evidentemente hanno un contratto molto conveniente per l’energia, altrimenti non si spiega come mai ogni dannata abat-jour dell’appartamento è accesa. E ci sono più abat-jour lì che in un negozio di illuminazione. Per non parlare della luce assurda quando vanno a dormire: sfido chiunque ad addormentarsi con quel chiarore. - Non occorre mai chiudere a chiave la porta di casa.
Che? Voi fate almeno 3-4 mandate a chiave (in una porta blindata) quando uscite? Nah, nel magico mondo del cinema e della televisione, basta accostare una misera porticina di legno, che anche un chihuaua potrebbe sfondare senza difficoltà.
- I computer si accendono subito.
Non sono i computer a cui siamo abituati noi, che accendi e aspetti minimo un minuto perché sia pronto e connesso, no, lì no. Premi un tasto e magicamente è già tutto aperto. Senza contare che, come detto in vari post e riportato dettagliatamente in questo articolo, gli hacker sconfiggono virus pericolosissimi martellando la tastiera come forsennati. Usare il mouse è da sfigati.
Ovviamente tutti questi dettagli e questa “moderna sospensione dell’incredulità” hanno una spiegazione logica, e sono ininfluenti a livello di trama, però sono sempre divertenti da notare, ogni tanto, allentano le pretese irrealistiche di imitare scene o personaggi di film o telefilm, ci riportano nella realtà e riportano loro, gli idoli perfetti, negli studios, con centinaia di persone che lavorano con e per loro e dove tutto è, invariabilmente, finto.