Vi capita mai di notare qualcosa di particolare, ammirare una scena o avere un commento ironico sulla punta della lingua e di pensare contemporaneamente a quale #hashtag usare (guai a chiamarla “cancelletto”! Non sia mai!)?

Della serie: vedete un bel tramonto e immediatamente pensate per esempio a #wow o #natura o anche #senzaparole.

Dopo una giornata pesante a lavoro potreste ritrovarvi a pensare in uno di questi termini: #sclerototale #IHateMondays #work, anche a seconda della lingua che usate.

Non solo i fan, ma tutti coloro che bazzicano più o meno per i social networks hanno imparato a districarsi tra tag e hashtag, a seguire i trend e a imparare gli acronimi più in voga. Il linguaggio dei fan, poi, ha una complessità sintattica e una ricchezza di vocabolario tale da meritare un discorso a parte, ma vediamo intanto quanto è cambiato il linguaggio in generale negli ultimi tre-quattro anni (con un pizzico di bonaria ironia).

 

Questa immagine, tratta dal serial Selfie della ABC (purtroppo cancellato dopo sette divertentissimi episodi), riassume in poche parole la mania del momento: #hashtag.

 

E ti rendi conto che è diventata davvero una moda quando ti trovi dalla parrucchiera e ascolti le chiacchiere tra la negoziante cinquantenne e la cliente sull’ottantina andante che si interrogano su cosa sia “’sta asstagg”. Interviene prontamente il consorte ottantacinquenne spiegando che “sono le parole chiave! Le parole più importanti dell’articolo” (in realtà lo dice in dialetto veneto strettissimo, ma lo traduco a beneficio di tutti gli italiani… dato che comunque non saprei trascriverlo). #truestory.

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Ovviamente, più che parole chiave sono gli argomenti trend dei social network, ma rifletto: se pure la fetta di popolazione più digiuna di internet e computer (a parte nonni particolarmente tecnologici) ne parla, siamo sull’orlo di una vera rivoluzione linguistica.

 

Narra la leggenda che tale Chris Messina, avvocato di San Francisco, una bella mattina del 23 agosto 2007, alle 12.25 pm, ebbe l’illuminazione o, per dirla alla Blues Brothers, vide la luce.

Probabilmente non avrebbe mai immaginato che la sua idea di mettere un cancelletto per identificare i “gruppi” (ora chiamati “trend”) di twitter avrebbe letteralmente rivoluzionato il linguaggio dei social media.

 

Sì perché ora è tutto un cancelletto (pardon, hashtag!): per essere più visibili, connessi e famosi, la gente scrive a momenti più hashtag che parole normali, fino ad arrivare a post paradossali in cui ogni parola è accompagnata dall’immancabile cancelletto.

Perché, si sa, magari a uno viene in mente, in un momento di pausa, di cercarsi i post con la congiunzione “che” o l’articolo “il”, o anche, vogliamo mettere il brivido di controllare i trend della preposizione “da”? #Roba #da #non #dormirci #la #notte. (sì, c’è chi scrive così cercate e vedrete, non sono moltissimi per fortuna).

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Oppure ci sono quelli che si esprimono per lunghi, interminabili hashtag, tutti uniti, che neanche i puzzle della Settimana Enigmistica. Avete presente quelli in cui dovete cercare le parole in orizzontale, verticale e diagonale? #EccoSostanzialmenteSonoUnaGioiaPerGliOcchi, #soprattuttosescrittituttoinminuscolo.

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E poi, poi ci sono i dilemmi morali. Dubbi che ti scuotono nel profondo, che mettono in discussione tutte le tue certezze, domande al pari di “Chi siamo?”, “Cosa c’è dopo la morte?”, “Cosa cavolo preparo per cena?”.

Ecco, la domanda è… quale hashtag? #LuccaComics o #LuccaComics2014? O ancora #LuccaC&G? O un più preciso #LuccaComicsAndGames2014? #HungerGames o #IlCantoDellaRivolta? #Mockingjay? #Sherlock o #SherlockBBC? #DoctorWho o #DW8x08? #Supernatural o #SPN? #HarryPotter o #Pottermore?

E finiamo per mettere tutte le varianti possibili e non dire niente.

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Ma quali sono le tag più popolari?

Ok, ovviamente le più trendy del momento sono quelle riferite a eventi recenti, notizie, programmi TV, ecc.

Sicuramente avrete letto decine di #LOL, #ROTFL, #funny, #hahaha, sebbene gli italofoni talvolta scelgano la variante #muoro o, in casi particolarmente esilaranti #MuoroMale (a volte per esprimere profonda ammirazione e toccante partecipazione emotiva per un oggetto e evento che il scrittore venera senza riserve). E i fan dell’Accademia della Crusca stanno meditando un harakiri di gruppo.

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Per fortuna le tag più tristi o arrabbiate non figurano nella top ten come quelle divertenti: raramente si ha voglia infatti di ricercarsi post su argomenti deprimenti. Anzi, spesso sono proprio le tag stesse ad essere spassose (“ICantEven” “OmgOmgOmg”, ecc.).

 

E sapete qual è la tag più utilizzata in assoluto, tra le prime posizioni in tutti i social?

Un aiutino? La risposta è una di quelle che ti fa tirare un sospiro di sollievo e ridare un briciolo di fiducia nell’umanità. Una di quelle semplici, scontate, ma anche tanto tenere…

gatto con gli stivali

 

 

 

 

 

 

#LOVE.

 

Articolo di Elena

(che in realtà usa anche lei spesso e volentieri le hashtag ma ama anche prendersi in giro e ironizzare sulle mode).


Elena

Collaboratrice, webmaster, addetta marketing, organizzazione eventi. "Do not go gentle into that good night, Old age should burn and rave at close of day; Rage, rage against the dying of the light." - Dylan Thomas