A volte essere fan ti fa fare strani percorsi mentali, unisci puntini che non ti eri nemmeno accortə di aver davanti, e all’improvviso ti ritrovi con un sacco di opere che riguardi e rileggi solo perché ti ricordano un telefilm con cui ti letteralmente ossessionatə: questo è quello che mi è capitato con Stranger Things, e con quello che una mia amica ha chiamato “universo esteso”, ovvero tutte quelle opere che ho imparato ad amare perché me lo ricordano e che in qualche modo ho associato a questo show.

Se anche voi, come me, amate Stranger Things, allora eccovi qui alcune opere che potete recuperare in attesa della quinta e ultima (sigh) stagione di questa serie tv targata Netflix.

Se i serial killer non vi fanno paura, vi consiglio Black Phone (2021), che racconta la storia di Finney, un ragazzino di 13 anni rapito da Il rapace, un predatore che da tempo miete vittime tra i coetanei del ragazzo, e di come riuscirà a salvarsi grazie ad un telefono nero appeso nella cella in cui è rinchiuso.

Fear Street gioca invece sui classici archetipi dei film slasher anni 80: divisa in tre parti, questa saga parla di come la maledizione di una strega colpisca una cittadina ormai da secoli e di come un gruppo di ragazzi cercherà di scioglierla, svelando segreti vecchi di secoli.
Sono particolarmente legata al secondo film di questa trilogia, ambientato in un campo estivo nel 1978 (che richiama il famoso Camp Crystal Lake di Venerdì 13) e vede come protagonista Ziggy Berman, interpretata da Sadie Sink, già Max Mayfield in Stranger Things.

Ma abbandoniamo un attimo l’horror e cambiamo genere con i Goonies, un grande classico degli anni 80, legato anch’esso a Stranger Things non solo in termini di ispirazione, ma anche nel cast, dal momento che Sean Astin (che interpreta il protagonista) compare anche nella seconda stagione dello show di Netflix.

Se non siete in vena di film, la saga di Whispering Pines potrebbe interessarvi. Ambientata nell’omonima cittadina fittizia, questa serie di libri è un mix tra la serie oggetto di questo articolo e X-Files, in cui Rae e Caden devono scoprire chi sta prendendo di mira i bambini della città e cosa c’entra la misteriosa azienda che sembra voler coprire tutti questi sinistri attacchi.

Qui a confronto due scene simili, Stand by me (a sinistra) e Stranger Things (a destra).

Ora che siamo in territorio libresco, non posso non citare Stephen King, palese fonte di ispirazione per la creazione di questo show, in special modo mi viene da citare Stand by me, un racconto breve che compare in Stagioni diverse, pubblicato nel 1982, e che racconta di quattro amici in cerca del corpo di un ragazzino scomparso perché desiderosi di diventare gli eroi del paese.

La menzione speciale la vorrei infine dedicare a Piccoli Brividi, un’immancabile parte della mia infanzia in tv e che sto lentamente tentando di recuperare anche in versione cartacea. Nati dalla prolifica mente di R.L.Stine (da cui è uscita anche la raccolta di racconti di Fear Street), questi racconti autoconclusivi hanno avvicinato moltissimə ragazzinə all’horror e sono ormai un caposaldo del genere, basti pensare a Un barattolo mostruoso o Il pupazzo parlante.

Ho perso il conto di tutte le volte che ho riguardato Stranger Things in questi ultimi tre anni, e avere questo piccolo “universo espanso” di cose che me lo ricordano mi ha fatto capire perché lo amo e quali sono i dettagli che mi fanno scegliere determinate opere.
E voi? Avete un vostro universo esteso?


Sara

Relazioni pubbliche, social manager, autrice. "Love makes monsters of us all." - Crimson Peak (2015)