In quanto associazione che studia e promuove la Fan Cultureanche noi di fanheart3 ci sentiamo in dovere di intervenire e parlare dei fatti avvenuti nelle ultime settimane, di cui molti di voi saranno già tristemente informati.

Ci riferiamo ovviamente alla cancellazione della British Power, convention internazionale dedicata ai fandom inglesi (Doctor Who e Sherlock in particolare) ed organizzata dall’associazione culturale Let Love in events.

Non ci dilunghiamo qui sulle manchevolezze (per usare un eufemismo) di questa convention, che purtroppo è l’ultima di una serie di Con italiane recentemente finite male, potete leggere da soli e trarre le vostre conclusioni andando su questo link.

Dopo un anno di incertezze e cambiamenti, sia di date (due volte, di cui una a poche settimane dall’evento) che di location (tre),  con annunci di superguest finiti in fumo, disagi per rimborsi e spesso mancate risposte da parte dello staff, si arriva al punto finale del 20 luglio (a 5 giorni dalla convention), con la cancellazione della convention.

bp cac

Vi lasciamo solamente immaginare la quantità ingente di commenti e proteste che hanno accompagnato questo annuncio.

Noi di fanheart non eravamo fra gli iscritti. Purtroppo conosciamo alcune delle persone che lo erano, ma anche se così non fosse ci sentiremmo comunque direttamente coinvolti nella situazione, perché siamo fan e in quanto tali percepiamo quanto avvenuto come un affronto alla nostra comunità di appartenenza e a ciò che rappresenta.

La situazione, poi, è in un certo senso resa peggiore dal fatto di essere fan italiani in Italia. Un paese bellissimo e che ci rende fieri molto spesso, ma che, sappiamo tristemente tutti, non è famoso per essere un luogo di apertura nei confronti della fan culture, in particolare a livello accademico.

Sono passati due giorni dall’annuncio e noi di fanheart3 ce ne siamo rimasti un po’ in attesa.

Avremmo voluto parlare a lungo della rabbia che abbiamo provato nel vedere tanti sogni cancellati così, perché di sogni si trattava; l’emozione di conoscere quell’attore o quell’attrice che tanto amiamo, l’entusiasmo di potersi trovare per tre giorni circondati da persone come noi (che sanno qual è la reazione appropriata da avere se urliamo Vatican Cameos o capiscono perché scoppiamo a ridere di fronte a statue di angeli piangenti!).

Avremmo voluto condividere la nostra irritazione per gli inutili sacrifici economici che molti hanno dovuto fare. Perché per tanti permettersi una convention non è una questione da poco, ma uno stretto bilanciamento fra ore lavorate, vestiti non comprati e cene fuori cancellate, pur di mettere da parte quelle poche centinaia di euro che per una volta vogliamo spendere per una cosa inutile ma che ricorderemo sempre.

Ma alla boa di questi due giorni, e un po’ a mente fredda, ci siamo rese conto che di post “di protesta” (termine semplificativo per descrivere pagine assolutamente lodevoli e anche utili per comprendere meglio l’intera faccenda) ce n’erano già molti e sicuramente migliori di quelli che avremmo potuto fare noi.

E allora – incalzati da Niccolò Testi dello UKDay, che ringraziamo – abbiamo iniziato a pensare in positivo e a chi, armato di pochi soldi ma molta iniziativa (e certo qualche capacità organizzativa in più), ha donato negli anni scorsi eventi bellissimi ai fan italiani e di tutto il mondo, rimboccandosi le maniche, guadagnandoci praticamente nulla, ma uscendone a testa alta, un po’ più entusiasta di prima e applaudito da tutti.

La Jus in Bello, organizzata dall’omonima associazione, è ad esempio una delle convention italiane che merita di essere citata in questa sede: ho personalmente avuto occasione di intervistare le organizzatrici in occasione della prima edizione. Già allora era chiaro che, nonostante i timori dei fan, ne sarebbe uscito un evento bellissimo perché le persone che ne avevano preso in mano le redini erano competenti in materia e disposte a sacrificare un po’ di loro pur di riuscire nel risultato (per chi volesse sapere di più sulla convention, questo è l’articolo scritto quest’anno in occasione della sesta edizione). Daniela Chiusa, responsabile della JIB, ha pubblicato nei giorni scorsi un commento molto interessante sulle convention in Italia (lo potete trovare a questo link).

Nell’ambito delle convention “professionali” è poi d’obbligo citare gli eventi organizzati dall’associazione Fantasy Events dedicati a The Vampire Diaries e Teen Wolf, che contano anche in questo caso plurime edizioni.

Ma non sono certo gli unici eventi che vale la pena menzionare.

Nel corso del 2014-2015 abbiamo avuto modo di conoscere da vicino altri tre eventi, diversissimi fra loro sia per contenuti, che per logistica, che per obiettivi, ma tutti e tre ugualmente ottime testimonianze di quello che con un po’ di buona volontà, impegno e sacrificio sia effettivamente possibile creare anche nel nostro paese.

Parliamo della STICCON, dello UK Day e della EuroAirdotCon. Tre eventi completamente differenti:

La STICCON è una convention molto complessa, frequentata da ospiti italiani ed internazionali e con una storia consolidata alle spalle (nel 2016 si svolgerà la 30esima edizione!). Dicono gli organizzatori: “Nata come la convention nazionale dello Star Trek Italian Club e supportata economicamente da Ultimo Avamposto, società commerciale impegnata nel settore fantascienza da decenni, si è aperta da qualche anno anche ad altri fandom di fantascienza, quali Star Wars, Doctor Who e la fantascienza letteraria, allo scopo di concentrare le forze e implementare l’offerta per i fan. Da questa alleanza di associazioni è nata la StarCon Italia, che nel 2016 conterrà al suo interno, oltre alla STICCON XXX, anche Italcon 42 (Associazione World SF), Yavincon XII (Associazione Yavin 4) e la convention nazionale del Doctor Who Italian Club”.

UkDay#2

Lo UK Day, ormai alla terza edizione, una convention dallo stile classico in cui l’assenza di celebrità è splendidamente compensata da panel sulle principali serie televisive di matrice britannica e sui film inglesi più rilevanti per i fan. Un evento in cui fan si rivolgono ad altri fan per condividere la comune passione per i prodotti (vari) creati in uno specifico territorio. Lo scorso gennaio fanheart3 ha partecipato alla sua seconda edizione, qui potete trovare l’articolo dedicato.

EuroAirdotCon

Infine, la EuroAirdotCon, che con lo UK Day ha in comune la dimensione ristretta e la presenza di attività semplici ma divertentissime, è invece la convention, quest’anno alla sua seconda edizione, dedicata alla serie radiofonica inglese Cabin Pressure. La prima edizione, svoltasi a Milano – e a cui abbiamo dedicato questo articolo – ha visto la presenza del creatore della serie, John Finnemore con cui, data la contenuta presenza di iscritti, è stato possibile parlare e fare foto senza alcuna spesa ulteriore per il fan che la richiedesse.

Abbiamo voluto dare spazio a questi tre eventi, chiedendo ad uno dei loro responsabili di condividere con noi una riflessione su quanto avvenuto in questi giorni e siamo rimaste piacevolmente sorprese dalla prontezza con cui hanno accettato di prendere parte a questo articolo. Ma la cosa davvero straordinaria è stata un’altra: l’argomento principale di tutti e tre gli interventi non è stata la critica rispetto a quanto avvenuto, ma una totale fiducia che qualcosa di meglio sia possibile da ottenere o si stia già ottenendo, persino in un territorio poco propenso a dar voce ai fan come quello italiano.

Lasciamo dunque spazio alle loro parole e ci ritroviamo sul finale per un breve commento conclusivo.

Chi partecipa ad una delle nostre convention è accolto in un clima piacevole e amichevole, dove ogni cosa sembra facile e divertente e non è in grado di intuire davvero quante persone, tempo, fatica ci sono dietro.
L’organizzazione Starcon è, per esempio, composta da oltre un’ottantina di collaboratori fissi, ben affiatati e competenti, ognuno con un suo compito preciso. Cominciamo a lavorare all’evento immediatamente dopo la fine di quello precedente, impegnando spesso anche tutto il nostro tempo libero.
La StarCon è provvista di fondi di copertura, pronti in qualsiasi momento a coprire economicamente eventuali imprevisti, che non sono affatto rari.
Alla luce degli avvenimenti degli ultimi mesi, siamo convinti ci sia molta confusione tra i fan, su cosa debbano o non debbano aspettarsi da una convention. Molti non hanno idea di cosa possano o non possano pretendere dagli organizzatori e su quali siano i parametri per distinguere una convention seria e affidabile da una che invece non lo è. Riteniamo altresì, che sia nostro dovere dare informazioni corrette su come funziona la realizzazione di una convention e, contemporaneamente, dare il meglio di noi stessi in quello che facciamo, per mantenere alta la credibilità degli eventi italiani, sia presso i fan che presso gli agenti stranieri e i possibili ospiti.

Jessica, STICCON

 

Premetto che non sono qui a parlare da esperta. Non sono qui per difendere né incolpare nessuno. Mi piacerebbe, però, nel rispetto di tutti, cercare di contribuire a migliorare questa spiacevole situazione.

Dalla mia piccola esperienza, posso solo dire che organizzare una convention è abbastanza terrificante. La prima edizione è un salto nel buio. Per quel che mi riguarda, nel caso di una prima edizione, è il caso di andarci cauti. Il trucco sta nel riuscire a fare previsioni

realistiche. Il problema è che non esiste un modo affidabile per misurare ciò. Bisogna essere ambiziosi, ma bisogna considerare che la fortuna necessaria è direttamente proporzionale al livello di ambizione, e la fortuna deve essere compensata dalla competenza. Ciò ha a che fare con la portata del promo, la visibilità, la presenza contemporanea di altri eventi, la collaborazione o meno da parte dei fan e degli ospiti, ma anche della location. Ci sono così tante variabili da tenere in considerazione, ed è molto facile che solo una di queste faccia perdere l’intero equilibrio.

Per quanto mi riguarda, sono consapevole del fatto di essere stata estremamente fortunata. Nel mio caso, ho a che fare con fan pazientissimi e rispettosi, VIP che decidono di partecipare gratis, uno
staff che sacrifica ogni minuto del proprio tempo libero e persone che si offrono di aiutare senza chiedere nulla in cambio. A mio favore, c’è anche un personale livello di ossessione condito con un buon corso di management. Nel mio caso, avevo tutti gli elementi a mio favore per riuscire ad avere una buona convention. E così è stato. Eventi così hanno il 50% di  possibilità di avere successo o di fallire.

Ciò che posso dire è: non perdete la fiducia nelle convention italiane. Così come ci sono le convention fallite, ci sono anche quelle che hanno successo. E questo accade grazie alla collaborazione di tutte le parti. Non smettete di discuterne, perché i vostri feedback sono ciò che

contribuiranno a non far fallire la prossima convention.

Cerchiamo di rendere quest’esperienza costruttiva.

Yuri, EuroAirdotCon

 

Mi sento un po’ come qualcuno che parla alla televisione in un momento di crisi, che deve dire alla comunità che va tutto bene, che non c’è motivo di preoccuparsi.
Perché di fatto è questo che siamo, una comunità, no?
Individui diversi accomunati da un’unica direzione.
Mi chiamo Niccolò Testi, anche se molti di voi forse mi conoscono con il soprannome di Roy, e sono il creatore e uno degli organizzatori dello UkDay, evento che vedrà la sua terza edizione nel 2016.
Ho chiesto di essere ospite di queste pagine digitali per dirvi che tutto andrà bene.
Ovviamente dico ciò dopo lo ‘scandalo’ della BritishPowerCon, contro la quale non leverò male parole. Perché l’ho già fatto, mica perché non se le meritino.
Se state leggendo queste righe è perché, probabilmente, siete già al corrente dei fatti e della scarsa professionalità dimostrata dagli organizzatori.
Ripeto: andrà tutto bene.
Perché in Italia le cose sono possibili e lo saranno sempre e per ogni incapace che viene (giustamente) flagellato, qualcuno di serio si solleverà dalla folla e inizierà a fare. A fare cosa non è importante, l’importante è fare, con la testa sulle spalle e il cuore nel posto giusto.
Quando ho creato lo UkDay ero sdraiato a letto e guardavo una serie TV. Pensai: non sarebbe bello riunire appassionati, per un giorno, sotto lo stesso tetto e parlare delle cose che ci piacciono? Non pensai altro. Non pensai ai soldi che ci sarebbero voluti, ai soldi che avrei voluto farci, agli ospiti e al sangue amaro. Pensai solo che volevo che la gente si divertisse per un giorno e che io volevo divertirmi con loro.
Lo UkDay è gratuito e lo sarà sempre, perché così abbiamo convenuto alla sua creazione. Certamente non avremo ospiti internazionali, ma avremo sempre la voglia di divertirci, di far divertire e di migliorare. E come me, come il meraviglioso staff che lavora con me, ci sono tante altre persone in Italia.
Quindi vi ripeto ancora: andrà tutto bene.

Niccolò, UK DAY

Noi fan, si sa, siamo tipi un po’ particolari: possiamo sbranarci per ship non condivise o per dettagli insignificanti, ma ci sentiamo tutti sulla stessa barca e quando qualcuno tarpa i sogni di un nostro collega fan, perché siamo appunto una comunità, una famiglia.

E allora ringraziamo le persone che stanno cercando di dare realtà a questi piccoli sogni e che magari, proprio per quanto accaduto in questi giorni, si sono trovate a dover riguadagnare una fiducia che già si erano meritati o a dover faticare il doppio per dimostrare di valere.

Ringraziamo gli onesti che portano avanti progetti onesti anche rimettendoci di tasca propria.

Ringraziamo quei fan che ancora sono disposti a crederci, anche quando qualcuno fa di tutto per disilluderli.


By Agnese, con la preziosa ed indispensabile collaborazione di Elena e Susanna che hanno seguito le interviste, nonchè recuperato il materiale Facebook relativo alla British Con

 


Agnese

Presidente, autrice. "The only way to be happy is to love. Unless you love, your life will flash by" The Tree of Life, 2011