Nel podcast settimanale The Arkham Sessions e nei suoi articoli, Andrea Letamendi sviluppa analisi psicologiche dettagliate su alcuni dei personaggi di finzione più interessanti. Scoprite di più sul lavoro di questa incredibile donna nell’ultima intervista di fanheart3!

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Ed iniziamo con una storia personale: il giorno dopo aver visto I soliti sospetti per la prima volta, sono andata a scuola con una certezza: nella mia vita avrei studiato psicologia criminale. Questo perchè il personaggio di Keyser Söze, conosciuto la sera prima, era stato per me, psicologicamente parlando, un’assoluta rivelazione a cui ho continuato a pensare nei mesi a venire.

Vent’anni dopo e no, non sono diventata una psicologa criminale (alla fine, la psicologia sociale ha avuto la meglio sul mio cuore), ma da quel momento in avanti le dinamiche psicologiche dei personaggi di finzione – e in particolare dei cattivi – sono rimaste uno dei miei interessi principali. Proprio per questo motivo, quando mi sono imbattuta per la prima volta nel lavoro di Andrea Letamendi, sono impazzita d’amore per quello che faceva.

Andrea Letamendi è una psicologa clinica specializzata nel trauma che offre consulenze agli autori di lavori di fiction ed è a sua volta scrittrice: nel bellissimo Under The Mask, infatti, analizza eroi e cattivi di fumetti e film, le loro storie e, appunto, la loro psicologia. Ma Andrea scrive anche per altri importanti e conosciuti siti, come Fandom. E se Kylo Ren è la cosa che preferite da quando gli gnocchi furono inventati (gioco di parole voluto), a questa pagina potete trovare l’approfondimento che Andrea ci offre su di lui. O ancora, se anche voi siete convinti che i film della Marvel abbiano un significato sociale che va oltre quello cinematografico, come abbiamo raccontato in questi nostri articoli (ITA parte 1 | parte 2), recuperate quest’altra sua pubblicazione.

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Andrea Letamendi

Ospite speciale, negli anni, ai più famosi comic-con (fra cui quello tanto amato e sognato dai fan, il San Diego Comic-Con), Andrea porta avanti un messaggio, attraverso il suo lavoro, che non è solamente scientificamente e culturalmente rilevante, ma è soprattutto significativo per il suo impatto sulle comunità di fan.

L’abbiamo intervistata dopo il suo recente intervento al New York Comic Con per farci raccontare del suo lavoro, delle sue passioni e del ruolo che i personaggi di finzione rivestono nelle nostre vite. Ecco cosa ci ha raccontato.

Andrea Letamendi: l’intervista

Quando ho scoperto il tuo progetto, il podcast The Arkham Sessions (a/n episodi disponibili qui e su itunes), sono rimasta affascinata da quanto stavi facendo. Il lavoro che porti avanti nella fan culture e in generale quanto fai per evidenziare il ruolo che la produzione mediatica ha nella nostra società è incredibile. Non solamente perchè rivela la profondità di certi contenuti mediatici, ma anche perchè può davvero risvegliare l’interesse pubblico nei confronti della salute mentale. Qual è stata la spinta che ti ha mosso ad iniziare tutto ciò?

Stavo lavorando ad un progetto con la Warner Brothers chiamato Necessary Evil: Super-Villains of DC Comics. Avevo messo a loro disposizione alcune interviste da usare nel documentario e mi sono resa conto di quanto le cose che dicevo e spiegavo si ricollegassero alla figura di Batman e alla psicologia. Il mio partner Brian Ward ha proposto allora di creare un podcast in cui sviluppare le idee e le connessioni che avevo fatto fra la salute mentale e Batman ed è così che è nato The Arkham Sessions.

All’inizio era solamente una cosa fatto per divertirsi, ma poi ho iniziato a ricevere commenti di ascoltatori che dicevano di apprezzare il nostro approccio alla psicologia e alla salute mentale e alcuni di loro avevano addirittura deciso di entrare nel campo della psicologia e studiare il comportamento umano dopo aver ascoltato il nostro podcast… e così ho capito il tipo di impatto che questo show aveva. Ora, 100 episodi più tardi, siamo felicissimi di aver potuto coprire così tanti argomenti diversi, dai disturbi mentali, ai sogni, ai fattori di resilienza. Un viaggio incredibile.

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An image of the character of Two-Face from Batman: The Animated Series

C’è un episodio specifico che ritieni particolarmente significativo per te o che raccomanderesti per qualche motivo?

Suggerisco agli ascoltatori di recuperare Heart of Ice e Two-Face Part I e II, perchè si tratta di episodi che contengono idee particolarmente elaborate sui buoni e sui cattivi. Al loro interno esploriamo concetti come la zona grigia che sta fra il bene e il male e affrontiamo teorie che ci permettono di comprendere meglio i concetti di redenzione e di recupero. Cominciamo anche a prendere in considerazione i disturbi mentali e a collegare quelle esperienze a situazioni problematiche di vita vera che molte persone si trovano ad affrontare.

Non vedo mai un personaggio come “positivo” o “negativo” da questo punto di vista, perchè credo che tutti i personaggi possano aiutare a formare la nostra psicologia e possano permetterci di esaminare noi stessi più da vicino.

Sei da poco tornata dal New York Comic Con, durante il quale hai presentato un panel interessantissimo sul rapporto che abbiamo con i personaggi di finzione, la cosiddetta “relazione parasociale”. Che cosa si intende con questa espressione?

Le relazioni parasociali sono connessioni significative e non deliranti che abbiamo con personaggi appartenenti alla finzione. In altre parole, si tratta della consapevolezza che queste persone che ci affascinano non sono persone reali ma che, nonostante ciò, la relazione che abbiamo con esse porta comunque ad esperienze emotive profondamente sentite. Per saperne di più consiglio di recuperare questo mio articolo sull’L.A. Times nel quale sviluppo la questione facendo riferimento all’impatto che i film della Marvel hanno avuto su di noi.

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Andrea at the L.A. Comic Con

Parlando di relazioni parasociali: ci sono dinamiche (o conseguenze) diverse dell’essere fan di personaggi positivi – come Steve Rogers o Tony Stark, piuttosto che di personaggi sostanzialmente negativi – Hannibal Lector, Joker?

La mia convinzione è che ogni tipo di relazione parasociale possa essere significativa e trasformativa nelle nostre vite. Se un personaggio è pro-sociale e altruistico, ci può ispirare a diventare migliori. Se un personaggio è problematico, anti-sociale o distruttivo, però, c’è comunque un valore nel nostro connetterci in qualche modo con esso. Dopo tutto gli esseri umani non sono tutti buoni o tutti cattivi.

Capire le motivazioni del personaggio e definire le cause che lo spingono a comportamenti pericolosi e dannosi ci può aiutare a meglio comprendere anche le nostre tendenze negative o distruttive. Non vedo mai un personaggio come “positivo” o “negativo” da questo punto di vista, perchè credo che tutti i personaggi possano aiutare a formare la nostra psicologia e possano permetterci di esaminare noi stessi più da vicino.

Detto ciò, è anche vero che idolatrare o rendere “glamour” una figura negativa può creare problemi ad alcune persone. L’articolo che ho recentemente scritto sul Joker può farci comprendere meglio come un “cattivo” possa aiutarci a crescere da un punto di vista personale e psicologico.

Progetti futuri collegati alla fan culture?

Date un occhio a Looking for Leia, uno show uscito il mese scorso su Syfy! Mi ha davvero emozionato essere parte di questa docu-serie diretta da donne. Looking for Leia è un documentario sulle donne e sui fan non-binari di Guerre Stellari che hanno trovato la loro identità, una connessione e uno scopo nel loro amore per questa galassia lontana lontana. E’ stato entusiasmante condividere la mia storia ed aiutare gli spettatori a ricollegare al loro fandom una salute mentale positiva.


Potete recuperare Looking for Leia episodes al sito ufficiale della Syfy (episodi disponibili in inglese).

Qui a fanheart3 ci dà sempre un’immensa soddisfazione incontrare persone come Andrea che, con il loro lavoro e la loro passione, sono state in grado di gettare luce su alcune delle dinamiche attorno alle quali si sviluppa la fan culture. Vogliamo perciò ringraziarla di cuore – con fiori, action figure del Joker e caramelle gommose – per la bella possibilità di discutere con noi cosa si cela dietro un personaggio ben scritto ed aiutarci a svelare così le profondità che certi mondi inventati, tanto importanti per noi fan, portano con sè.

Potete conoscere più da vicino Andrea Letamendi visitando il suo sito o seguendola su Instagram.


Agnese

Presidente, autrice. "The only way to be happy is to love. Unless you love, your life will flash by" The Tree of Life, 2011