Jeremy Renner (aka Clint Barton, l’eroe più eroe che si conosca) a Venezia 67

Come sapete anche noi di fanheart siamo fan. E se riguardo telefilm e film una qualche forma di accordo riusciamo in genere a trovarla (ma non citateci The Hobbit, perchè ogni volta rischiamo di prenderci a pugni fra di noi…), la situazione si fa tragica quando dalla fiction si passa alla “realtà” e a quei vip che negli anni ci hanno fatto battere il cuore.

I fandom dedicati agli attori e alle attrici non seguono regole completamente diverse da quelli dedicati ai personaggi o ai prodotti della televisione e cinematografici, ma sono fandom comunque più famigerati e sicuramente i fandom che più in assoluto rischiano di cadere in infantilismi imbarazzanti. Infantilismi che, come in molti sappiamo, non sempre sono percepiti come tali esclusivamente dall’esterno del fandom (vedere questo articolo), ma spesso rattristano anche chi appartiene a fasce più moderate di quei medesimi gruppi.

Questa forma di fanatismo, più propriamente chiamata “divismo”, è però talmente alla base del concetto di “essere fan”, inteso in senso ampio, che non si può trascurarla, in particolare oggigiorno in cui la comunicazione pubblico/attore-attrice è resa più diretta attraverso i social e la barriera che separa il “noi” dal “loro” è divenuta infinitamente più fluida.

Dalla pagina Instagram di Misha Collins (Castiel in Supernatural), un’immagine di sue cosplayers

Pur non essendo ristretto all’ambito cinematografico, il divismo è un fenomeno che strettamente si ricollega all’uso dell’immagine e quindi emerge principalmente negli anni Dieci del secolo scorso, parallelamente alla nascita di Hollywood e alle prime riviste di cinema che trasformano le facce dei divi, fino a quel momento sconosciute o poco utilizzate, in veri e propri oggetti di culto (Kermol, 1998). La televisione, poi, ed Internet soprattutto, hanno ulteriormente acuito questo aspetto: chi non ha passato la propria adolescenza ad attaccare le foto del proprio vip del cuore nel diario? O non ha riempito floppy disk con immagini adeguatamente categorizzate dell’attrice del momento? Le gif di Tumblr sono solo l’ultima evoluzione di un processo che ha già una lunga storia alle spalle.

Rimandiamo quanti vogliono approfondire le interessanti teorie psicologiche e sociologiche utilizzate per spiegare il fenomeno al libro di Kermol e Tessarolo “Divismo vecchio e nuovo: la trasformazione dei modelli di divismo” (1998), enunciando in questa sede solamente due osservazioni più ingenue e meno accademiche (e certamente non le uniche che si potrebbero fare) riguardanti i fandom dedicati alle star cinematografiche/televisive.

Avete presente quando Brenda di Beverly Hills 90210 (queste citazioni alte…)  dichiara al suo futuro sposo “Non possiamo sposarci perchè mi sono resa conto di essere innamorata dell’amore (e non di te)”? Tralasciando il fatto che ritengo personalmente grave il ricordare una battuta tratta da questo telefilm, la frase ben rappresenta quanto succede a volte anche nel divismo… ovvero il rischio di essere fan non tanto della specifica persona, ma dell’idea stessa di “celebrità”.

In questi anni di Festival del Cinema di Venezia abbiamo più volte potuto constatare la veridicità del concetto sopra. In quello che verrà ricordato dai posteri come l’Esperimento di Psicologia Sociale dell’Anno – già citato in questo daily dalla Mostra – due complici degli improvvisati ricercatori hanno attraversato la via principale del Lido vestiti da gran gala, mentre degli altri complici li fermavano chiedendo loro foto e complimentatosi per “il loro programma tv”. Nel giro di pochi secondi capannelli di ignari soggetti si sono avvicinati ai “fotografi” per chiedere delucidazioni su chi fossero i vip fotografati e scattando foto a loro volta.

La cosa dimostra chiaramente che non sempre importa l’identità della celebrità di turno. Ciò che conta per alcuni è semplicemente il fatto di farsi la foto o ricevere un autografo da qualcuno di apparentemente famoso, per quanto a loro sconosciuto o poco conosciuto, in quello che può considerarsi quasi una sorta di transfert che permette di acquisire un po’ della sua fama solo per il fatto di averlo potuto incontrare e vedere da vicino.

Questa scambiabilità non riguarda, ovviamente, tutti i fan ed anzi, caratterizza persone che poco rispecchiano la definizione di fan che consideriamo più valida, ma è certo un fenomeno tipico del divismo.

Un secondo elemento che contraddistingue il divismo è il fatto che il divo non è solamente (o forse proprio non è più) quella persona che nell’immaginario collettivo richiama le grandi star del passato… una Marilyn Monroe, un Rodolfo Valentino (vedasi in merito il recente volume a cura di Angelo Romeo, Rodolfo Valentino. Un mito dimenticato, 2014). La televisione infatti ha dato accesso alla fama anche a figure di livello ben più… modesto, per usare un termine gentile: starlette della televisione, personaggi da reality show, meteore che quanto velocemente compaiono sulla scena, tanto velocemente si eclissano e vengono dimenticate. E, accanto a questo, ciò che contraddistingueva i divi di una volta, quella sorta di misteriosa distanza ben rappresentata dal termine stesso usato per definirli (“divo”, dal latino ‘divus’ – variante di ‘deus’ – ovvero divino, per estensione celestiale) è stata intaccata e quasi completamente abbattuta dall’avvento di social network, fra tutti in particolare Twitter. Il divo, anche se usiamo questo termine più per abitudine che per correttezza di espressione, è diventato improvvisamente accessibile e lo è diventato in maniera ancora diversa rispetto a quanto accadeva qualche anno fa: non sono più le riviste di gossip o le foto dei paparazzi ad aprirci una finestra sulla vita delle celebrità, infatti, ma sono le celebrità stesse che ci aggiornano su quanto succede loro più o meno quotidianamente.

La pagina Facebook di Hugh Jackman, con i video caricati da lui

La Treccani dedica un semplice ed interessante approfondimento relativo al concetto di nuovo divismo (link) ma sono comunque numerose le ricerche e gli articoli volti a definire meglio le attuali tendenze nel concetto di celebrità, molti dei quali possono essere recuperati anche su Google Scholar.

Perchè, vi chiederete, introdurvi oggi, così, questa riflessione sul divismo? Per capire le nostre origini? Per sapere dove stiamo andando? Per prepararvi psicologicamente a quanto accadrà a Venezia 72? Per giustificare il fatto che abbiamo fatto ventordicimila foto con Tom Hardy quando ha presentato al Lido il film Locke? …Certo, anche per tutto questo. Ma soprattutto perchè vogliamo introdurvi un “gioco” a cui invitiamo tutti voi a partecipare.

Noi fanheartist vi proporremo, nelle prossime settimane, una serie di articoli dedicati ai nostri vip preferiti e ai cinque motivi per cui li amiamo così tanto e crediamo che meritino il vostro cuore di fan. Saranno figure alquanto disparate, più o meno conosciute e che potranno incontrare o no il vostro interesse.

Vorremmo proporre anche a voi di fare lo stesso: inviateci i cinque motivi per cui amate una specifica star e pensate sia eccezionalmente eccezionale. I vostri commenti e le vostre classifiche verranno poi raccolti in un post e pubblicati in questo sito per la sezione “La Parola ai Fans”.

Get ready, then. The game is on…


By Agnese (con il supporto di Susanna)

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Agnese

Presidente, autrice. "The only way to be happy is to love. Unless you love, your life will flash by" The Tree of Life, 2011

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