Un’altra stagione di Game of Thrones volge al termine e miete vittime fra i fan. Numerose vittime. Facciamo un po’ il punto della situazione sui superstiti…


ATTENZIONE ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO TRASUDA SPOILER PER QUANTO RIGUARDA L’ULTIMA PUNTATA DI GAME OF THRONES DELLA SESTA STAGIONE.

UOMO AVVISATO … A WESTEROS MUORE COMUNQUE MALE.

I fan di Game of Thrones vivono in un costante stato di ansia.

Lo so, ne faccio parte. Sebbene io sia una sporca mezzosangue (con il favore di Draco Malfoy, ma non mischiamo i fandom), in quanto non ho ancora trovato abbastanza coraggio per buttarmi nella lettura dei romanzi di George R. R. Martin e mi sono fermata alla visione della serie TV.

La serie TV. Chiamarla così pare quasi riduttivo.

Poco meno di un fenomeno mondiale, batte record con la stessa facilità con cui Martin addenta un hamburger e la nona puntata della stagione sesta ha ottenuto un punteggio di 10/10 imdb ed è stata valutata come migliore puntata della storia delle migliori puntate dall’invenzione del pane a fette. Che sia vero o meno è del tutto opinabile, ma sicuramente eccezionale dal punto di vista tecnico. I produttori devono aver anche rotto il salvadanaio per migliorare la CGI di Danaerys sul drago in volo che, nella scorsa stagione, era level “il mio falegname con 30.000 lire la fa meglio”.

Precisazione: lo scopo di questo articolo non è né quello di provare a raccontare la trama della serie, né i vari sviluppi dei millemila personaggi. Per cui, se non avete la più pallida idea di cosa io stia parlando, siete capitate nel posto sbagliato. Questo non è un “Game of Thrones for dummies”.

Se dovessi fare un tentativo, in pochissime parole: un gruppo di aspiranti fachiri provenienti da ogni angolo di Westeros anela a sedersi su una sedia fatta di spade mentre, a loro insaputa, l’esercito dei rimasugli che hai lasciato in fondo al frigo per un anno trama vendetta.
No, vero? Allora andiamo avanti.

Ogniqualvolta si ha a che fare con un adattamento di un libro sullo schermo, grande o piccolo che sia, i fan della suddetta opera sono colti da attacchi di panico ricorrenti, dolori addominali e paura del buio.

Durante le prime stagioni di Game of Thrones – indicativamente fino alla quarta – bastava loro qualche tisana ed impacchi di bicarbonato per farsi passare la gastrite, perché si lasciavano comunque cullare dagli occhietti porcini dietro le lenti di Martin, che assicurava loro il giusto tributo di sangue e violenza, basato comunque sulla sicura traccia dei libri già scritti.

Purtroppo, con il passare degli anni, l’appuntamento con la fortunatissima serie TV è andato avanti con una puntualità invidiabile, mentre Georgie passava troppo tempo nei suoi tea party con Satana, e perdeva le scadenze.

Insomma, il libro ancora non si vede all’orizzonte ma i Paperon de Paperoni che finanziano la serie hanno giustamente pensato “Be’, s’è fatta na certa, noi cominciamo ad andare, quando vuoi ci raggiungi”. Gli hanno lasciato una buona scorta di buoi impanati nel burro e hanno proseguito con ben due stagioni non del tutto ma in buona parte arbitrarie.

Quale è stato il risultato?

Personalmente, un gargantuesco “meh”.
Ma non sono qui per dare le mie opinioni.
No … aspetta! LO SONO!!!

 

Game of Thrones: dove siamo e dove andiamo?

 

Il 26 Giugno 2016 si è conclusa la sesta stagione di Game of Thrones, probabilmente terzultima dell’intera serie, che prossimamente sarà comunque composta da un numero minore di episodi, per la gioia di alcuni e la mestizia di altri.

Che cosa è successo?

Lasciatemi dire, intanto, che dai cliffhanger della fine stagione passata, la serie è ricominciata piuttosto a rilento e, forse, un po’ confusionaria.

C’eravamo lasciati con Approdo del Re praticamente nelle mani dell’Alto Passero, dopo l’umiliazione di Cersei ignuda come CGI l’ha fatta, la Regina ancora in galera, il Re un adolescente in crisi; Jon Snow morto ed ignudo anch’esso, perché è anche giusto così; Sansa e Theon Greyjoy vestiti che si lanciano dalla torre di Grande Inverno all’urlo di “buttati che è morbido”; Danaerys di nuovo in mano a quei galantuomini dei Dothraki; Arya passata ai falsi invalidi per avere l’accompagnamento dall’INPS.

Lo so, lo so che lo scrittore più morbidoso di tutti i tempi ha comunque avuto voce in capitolo (*risate registrate*) in entrambe le ultime stagioni, per quanto si volessero discostare da ciò che aveva scritto (o che ancora non aveva scritto). Tuttavia, ammettetelo, non è stata la stessa cosa.

Le strizzatine d’occhio degli sceneggiatori nelle prime puntate, avevano la stessa valenza di messaggini su whatsapp a proposito delle cose che sarebbero successe di lì a poco:

Jon Snow resuscita????

Arya riacquista la vista???

La guest star ipersuperpagata vive per un solo episodio???

Edmure Tully è un perfetto deficiente????

La madre di Jon è @#*!!$%@!! ??????????

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Ma hanno saputo farsi perdonare.

Tra lunghe discussioni politiche strategiche, barzellette imbarazzanti, dichiarazioni d’amore tutte per Danaerys che visualizza ma non risponde e cene della famiglia di Sam che ti fanno rimpiangere la tua a Natale, hanno saputo inserire qualche chicca non da poco.

E se la scena della capanna di paglia che prende fuoco un po’ troppo rapidamente non mancando di polverizzare anche i vestiti di Danaerys (che fa pur sempre share) vi ha lasciati un po’ perplessi, non siete umani – NO, NON LO SIETE! – se non vi siete commossi davanti all’epica scena “HOLD THE DOOR” che ha visto la fine dell’amato gigante buono Hodor e che ne spiegava l’origine del nome.

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E con quest’ultima, il budget che ogni anno sono riusciti a destinare agli estranei (i White Walkers Texas Rangers) è finito lasciando solo pochi spiccioli per una pizzata in compagnia.

L’approfondimento a proposito dei poteri telepatici di Bran, che gli permettono di viaggiare nel tempo e, a quanto si evince, di mettersi anche in contatto con le persone del passato; i flashback del Re Folle che ordinava di “Bruciarli tutti!!”; la rivelazione finale della reale provenienza di Jon Snow nell’ultima puntata (quel messaggino di whatsapp era arrivato a molti e da molto tempo, in realtà) ha aperto strade ed autostrade di interpretazione, ha infiammato la rete, le ipotesi galoppano: Bran è o non è un Signore del Tempo?

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Un’altra novità inaspettata di questa nuova stagione di Game of Thrones, che nessun profeta sarebbe mai stato capace di prevedere per uno show del genere sono le resurrezioni. Chiaramente, gli sceneggiatori un pomeriggio hanno cambiato canale e hanno scoperto che Beautiful era ancora in onda.

A parte il già citatissimo risveglio di Jon Snow, abbiamo anche scoperto un redivivo Mastino, che ha intrapreso la carriera di Mastro Geppetto in una comunità di recupero che nel giro di una mezzoretta farà una pessima fine, riportandolo vagamente sulla via della perdizione. Uno stratagemma per avvicinarlo alla Compagnia senza Vessillo (che non vedevamo da eoni, quasi come Gendry ancora intento a pagaiare, e molti ancora si domandano chi diamine essi siano) e riportarlo verso il centro l’azione.

Per quanto riguarda Arya, non so se si possa parlare di una vera e propria resurrezione quanto una poco credibile non-morte, accoltellata più volte all’addome e poi rattoppata da un’attrice di teatro laureatasi in scienze infermieristiche a Bari. Premio Nobel per la medicina.
Ma Arya dà sempre le sue soddisfazioni. E dopo un ciaone al dio dalle mille facce buffe, non senza la giusta quantità di sangue e dolore, torna ad essere se stessa, recupera Ago e parte verso la vendetta. Ma su Arya ci ritorneremo.

Un po’ arrancando tra sbuffi, colpi di scena interessanti, altri sbuffi, discorsi epici in groppa ad un drago, scene casuali che neanche Peter Dinklage riesce a salvare dall’imbarazzo, viaggi da una parte all’altra di Westeros nel giro di pochi minuti che ti fanno domandare se abbiano già inventato la metropolitana, siamo arrivati alla nona temutissima puntata.

Ogni fan di Game of Thrones sa che la nona puntata della stagione porterà morte e sofferenza, ma anche gioia e giubilo.

La battaglia dei bastardi: Jon Snow si trova ad affrontare il tenerissimo cucciolo demoniaco di casa Bolton, Ramsay, per riconquistare il nord e riunire di nuovo le casate sotto il nome Stark. Mentre, dall’altra parte del mondo, Danaerys ritorna alla conquista di Mereen con il suo fidato drago, libera i due fratellini squamati, elimina per sempre i figli dell’arpia e gli schiavisti che li foraggiavano, si prende le loro navi, si allea con i Greyjoy creando la flotta che le serviva per andare alla conquista di Approdo del Re e, visto che avanzava un po’ di tempo, dà anche una riverniciata alla cucina, che c’erano macchie di umido.

I nostri eroi del ghiaccio e del fuoco, insomma, escono vittoriosi da questa nona puntata di stagione, contro ogni pronostico e Ramsay ci lascia le penne sotto le zanne dei suoi stessi cani. Voglio sentire chi ha il coraggio di dire “Era una persona così per bene, salutava sempre, buongiorno e buonasera”.

Il vessillo del metalupo Stark torna a sventolare a Grande Inverno … scusate, no, non sto piangendo, devo avere un facocero nell’occhio.

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Che Rickon Stark ci abbia lasciato le penne ci interessa tanto quanto. Impari a correre a zig-zag, deficiente!

E questo ci conduce al finale di stagione, altrettanto atteso, ma che di solito è una sorta di assestamento nei confronti di tutto ciò che era successo nella puntata precedente. Lo è anche questa volta, per quello che riguarda le storyline della puntata precedente, quindi Grande Inverno e Mereen. Per il resto … state a guardare!

Da una parte, vediamo dapprima la GILF (ma neanche tanto, senza collana) Melisandre che si ritrova ad affrontare la propria colpa dell’assassinio della piccola Shireen Baratheon, bruciata viva sul rogo nella stagione passata per il presunto volere del Dio della Luce. Diciamo che l’espediente utilizzato per far scoprire a Sir Davos ciò che era successo alla povera pimpa a cui era tanto affezionato, mi ha fatto inarcare il sopracciglio fino all’attaccatura dei capelli (e se fossi calva, farebbe sicuramente più effetto), ma sono contenta che Melisandre prenda qualche calcio in cu…i. Qualche calcio in cui.

Viene bandita dal Nord, con la minaccia di una nuova collana con cappio annesso.
Ho un brutto presentimento riguardo a questa cosa.

Ma non è l’unica chicca che ci viene mostrata nella fortezza di Grande Inverno. Tutte le famiglie sono state riunite per il compleanno della nonn… ah no, scusate, per sancire le alleanze, giusto.

Jon Snow fa il suo discorso ma l’aula è indisciplinata, si sparano pallette di carta da cerbottane improvvisate, copiano i compiti di matematica e disegnano oscenità sui banchi.

Finché non si alza lei. La vera rivelazione di questa stagione. L’unica che chiunque vorrebbe vedere sul trono di Spade solo per sentirle dire “È scomodo, riportatelo all’IKEA”: LYANNA MORMONT.

I suoi anni si contano ancora sulle dita delle mani eppure riesce a mettersi in saccoccia Jon Snow, le famiglie del Nord, Ramsay Bolton, Gandalf, Mahatma Gandhi e Marco Travaglio.

L’ho già detto e lo ripeto: Lyanna Mormont non è già sul trono di spade solo per lacuna di sceneggiatura.

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Non sono per niente di parte.

A Mereen, Danaerys dice a Daaaaario che è stato tutto bello, che non è lui, è lei, che sta passando un periodo difficile, che è molto concentrata sulla propria carriera verso la conquista del mondo, e dopo l’ennesima dichiarazione d’amore – la seconda, sempre per lei. Non ce la posso fare – lo lascia lì e scappa con Yara Greyjoy.
Più o meno.
A molti piace pensare così.

E qui è dove il terremoto si è fermato.

Altrove, la terra ha appena cominciato a tremare. In particolare sotto i piedi dell’Alto Passero, che dopo averci sfrantecato nell’intimo per quasi due stagioni con i suoi discorsi bigotti, il suo sorrisetto di chi la sa più lunga e il suo vago strabismo di Venere, fa la fine del sorcio nel Tempio che non aveva voluto abbandonare e che esplode sotto l’Alto Fuoco insieme a tutti i piccoli bigottini che aveva avuto piacere a portarsi dietro.
Cersei: GRAZIE.

Chi avrebbe mai potuto dire che vedere Cersei seduta sul trono (momentaneamente, temo … e spero) avrebbe dato tanta soddisfazione? La profezia della strega continua ad avverarsi, con il terzo ed ultimo adorato figlio della Regina, Re Tommen primo del suo nome, che si getta dalla finestra del palazzo, dopo aver visto morire l’amata Margaery.

Loras deve diventare Pugno d’Acciaio per la Marvel. Non aveva grandi speranze di sopravvivenza.

E a proposito della profezia: quanto manca perché questa si concluda con infine la morte di Cersei? Ci rimetterà le penne anche l’amato Jamie?

Staremo a vedere.

La bellezza e la suspance della scena, dal passerotto che cerca di spegnere gli ordigni, all’Alto Passero che guarda con Margaery con la classica espressione “OH MER…EEN!” appena prima di andare in fiamme, ti fanno perdonare per sempre le barzellette di Tyrion e Verme Grigio.

E sei ancora lì che corri su e giù per il corridoio esultando come Chiellini dopo il gol contro la Spagna, quando capisci che la puntata non ha ancora finito con te.
Che ti sei dimenticato di qualcosa.

Qualcosa su cui il tuo cuore sperava con tutta la propria forza, ma che ha dovuto mettere da parte davanti ad altre priorità di storyline.

E proprio quando non ci stavi pensando più … Arya spunta un altro nome dalla sua lista.

E prendendo esempio da Atreo, chef mitologico dell’antica Grecia da far impallidire Bastianich, offre a Walden Frey – ospite delle Nozze Rosse ed alleato dei Lannister – un banchetto prelibato di carne umana dei propri parenti, prima di farglielo restituire andando a pungolare direttamente nell’esofago.

E tu esulti per la morte di un povero vecchietto. E non te ne vergogni neanche.

Novanta minuti d’applausi con la testa di Walden Frey tra le mani.

QUESTA ERA ANCHE PER GAZZA, BRUTTO MAGONÒ DI … ma andiamo avanti.

Nel frattempo, i poteri di teletrasporto di Varys gli permettono di essere a Dorne a tessere alleanze con la morente casa dei Tyrell e Martell per conto della pretendente al trono Danaerys Targaryen e, un minuto più tardi, essere proprio al suo fianco, imbarcato nella flotta, in alto mare. Ha anche fatto il ragù a mano, che gli avanzava tempo.
La durata delle giornate a Westeros mi lascia sempre perplessa.

Dunque cosa ci rimane per la prossima stagione di Game of Thrones?

Ci rimangono le grandi forze che si raggruppano:
A nord gli Stark insieme ai bruti;
Dal mare la minaccia di Danaerys Targaryen e dei suoi temibili draghi che finalmente si è accorta di possedere e di poter usare in battaglia. Le sue alleanze con la famiglia Greyjoy (parte di essa, in realtà), Martell (o quel che ne rimane) e Tyrell (come prima. Ma Olenna fa per tre, e noi crediamo in lei), spinte dalla forza di vendetta nei confronti dei Lannister.

Quanto conterà la nuova scoperta del legame tra la casa Stark e quella Targaryen attraverso Jon Snow?

Infine la nuova vecchia Regina di Approdo del Re, Cersei Lannister, riunita al suo amato Jamie, dietro la Montagna zombie.

Senza dimenticare, naturalmente la piccola assassina Arya Stark, che ha ancora qualche nome da spuntare nella lista.

Ah, e non dimentichiamo neanche che … l’inverno sta arrivando.

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By Paola

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