Una recensione dell’ultimo spettacolo teatrale di James McAvoy: il Cyrano de Bergerac: un lavoro ispirato (e che ispira) amore… per svariati motivi.

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Questa storia inizia in una fredda sera a Dublino, nel 2007 (…portate pazienza, giuro che arriverò al punto).

In quanto capoclasse nella mia scuola, persuasi la mia classe a scegliere questa città come meta per la gita scolastica, visto che avevo una cotta pazzesca per Colin Farrell. Scelta logica e necessaria – come se Colin Farrell non avesse niente di meglio da fare che passeggiare per Dublino a caso nel suo tempo libero.

Una sera decidemmo di andare al cinema dove, troppo imbarazzata per chiedere al cameriere di ripetere per la quarta volta la domanda, risposi “si” a qualunque fosse la cosa che mi stava chiedendo e fui costretta a mangiare pop-corn ricoperti di burro fuso. No, decisamente non ne sono diventata fan. La scelta era tra 300 e un film sconosciuto sulla vita di Jane Austen. La nostra insegnante di inglese ovviamente ci fece guardare quest’ultimo.

Dio la benedica.

Quel giorno mi innamorai di James McAvoy (Colin, spostati!). Quel giorno diventai una sua fedele fan. Quel giorno mi ripromisi che non mi sarei mai accontentata di niente di meno di un “Jane, sono tuo, cuore ed anima“. Quel giorno ho fatto mio uno standard troppo alto e ancora così è. E di tutto ciò do la colpa a James McAvoy.

Se non avete guardato Becoming Jane: grosso sbaglio, enorme (cit.)! Per cortesia, mettete in pausa la lettura e andate a vederlo ora. Disclaimer: assicuratevi di avere cibo di supporto in abbondanza e fazzoletti a portata di mano!

Le stelle erano evidentemente allineate perchè è stato in quel periodo che ho scoperto che James quell’anno sarebbe stato alla Mostra del Cinema di Venezia per la premiere del film “Espiazione”. Una possibilità di vedere l’uomo in carne ed ossa! Quel giorno campeggiai fuori dal tappeto rosso della Sala Grande dalle 7 della mattina, senza mai lasciare la mia posizione, proprio come un bravo soldato (avevo 16 anni, non potrei farlo mai più, neanche per James: sono troppo vecchia).

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Keira Knightley e James McAvoy alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2007

E poi lui arrivò. Pochissime persone lo conoscevano (e la maggior parte erano mie compagne di classe) e tutti erano focalizzati su Keira Knightley all’apice della sua carriera. Io mi accorsi che anche lei era li solo quando me la trovai davanti (Keira spostati, mi stai bloccando la vista!). E alla fine arrivò James, affascinante e adorabile (è uno scozzese dopotutto), firmando autografi per tutti. Fece un autografo anche a me, ma ero avida: avevo bisogno anche di una foto assieme.

Tenete presente, ora, che stiamo parlando del 2007; i selfie non erano ancora stati inventati e il 99% dei cellulari non aveva una seconda fotocamera. Facebook non era ancora cosi popolare e le persone ancora basavano le proprie relazioni romantiche sull’avere lo stesso operatore telefonico per risparmiare sui costi dei messaggi.

Ma, forse colta da una premonizione sul futuro, io volevo quella foto. James stava già allontanandosi da noi, facendo i tre scalini che separano la zona arrivi da quella dei fotografi. Però se c’è una cosa che so fare è urlare. Forte. E così urlai a pieni polmoni “James, Jameeeeeeees”.

Lui si girò, mi vide, pensò che stessi per avere un infarto (immaginatevi le vene che si gonfiano sulla mia faccia, il rosso che rapidamente si trasforma in blu man mano che l’aria lascia i polmoni per urlare ancora più forte). Tornò indietro. Per me (sentite, è la mia versione della storia, va bene? Lasciatemi sognare un po’). Scattammo una foto. Con una macchinetta fotografica, una di quelle vere. Abbracciati, guancia a guancia, ricordo che pensai “Cavolo, questo completo è proprio costoso” (con tutti i pensieri che avrei potuto formulare in quel momento…). Poi si allontanò di nuovo, senza però aver prima controllato che la foto fosse venuta e che ci fossimo entrambi nello scatto (era un problema all’epoca, sapete). Un uomo di classe e un attore straordinario e grandemente sottovalutato!

Il mio amore per James crebbe ancora di più guardando Espiazione. E dovreste guardarlo anche voi. E’ uno di quei film che ti frantuma l’anima in punti profondi che non sapevi neanche di avere. Ad oggi, sono riuscita a guardarlo solo una volta. E’ troppo doloroso per me, ma va visto. James che vaga per la spiaggia di Dunkirk è una delle scene più penetranti nella storia del cinema (visto che ci siete, leggete anche il libro di Ian McEwan!)

Il mio amore e la mia ammirazione per questo fantastico attore non sono mai venuti meno e attendo pazientemente il giorno in cui riceverà il suo Oscar. Nel frattempo, ovviamente, quando ho sentito che James sarebbe stato a teatro a Londra, ho comprato il biglietto per il secondo giorno dello spettacolo. Non mi serviva neanche sapere di cosa parlasse l’opera. James è uno di quegli attori che potrebbe stare seduto su una sedia e trasformare ossigeno in anidride carbonica e comunque ne uscirei commossa fino alle lacrime. 

Ma visto che avete letto fino a qui per avere una recensione dello spettacolo…

(Che carini siete stati a restare con me fino ad ora! …Se, invece, avete fatto scorrere il testo fino a questo punto, beh, lo capisco, nessun rancore).

Cyrano De Bergerac” al Playhouse Theatre è un’opera spettacolare, unica, che vi lascerà a bocca aperta. Di solito non sono una fan di rivisitazioni moderne di opera classiche, quindi ho comprato il biglietto puramente per l’attore principale sul palco, James McAvoy. Ma anche se non fosse stato lui l’attore principale, valeva davvero la pena vedere lo show!

Il regista è Jamie Lloyd e l’adattamento dell’opera di Edmond Rostand del 1897 è di Martin Crimp.

Non conoscevo bene la storia originaria, ma è una storia semplice da seguire: Cyrano è un uomo nobile, colto e passionale, con il dono della poesia e l’amore per le parole. E’ innamorato di Roxane (Anita-Joy Uwajeh), ma pensa che lei non potrà mai amarlo a causa del suo enorme naso. Roxane si innamora del bel Christian (Eben Figueiredo), un soldato quasi analfabeta, che si allea con Cyrano per vincere il cuore di Roxane: un’alleanza tra apparenza fisica e cervello.

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L’inizio dello show può essere un po’ intenso per qualcuno, come me, che preferisce le produzioni in costume, ma si viene velocemente catturati dalla genialità della rappresentazione. Le rime taglienti, veloci e argute reppate a suon di beatboxing (sì, avete capito bene!) sono affascinanti e rendono la storia del Cyrano un racconto contemporaneo di friend-zone e di amore senza pregiudizi. Il messaggio che emerge tra le rime in slang londinesi è che ci vuole coraggio per innamorarsi e che dovresti essere coraggioso oltre che essere te stesso: ripaga sempre.

Il design minimalista e l’uso dello spazio sono geniali e accuratamente studiati. Ogni personaggio danza sul palco con scopo ed intento in un’articolata coreografia che però sembra svilupparsi in modo molto naturale. La Roxane interpretata da Anita-Joy Uwajeh è un personaggio femminista per cui fare il tifo e il Christian di Eben Figueiredo’ rende lo spettacolo così contemporaneo da far dimenticare che la storia è ambientata centinaia di anni fa.

Una menzione speciale, poi, va al monologo di seduzione di James McAvoy come Cyrano, che mi ha fatto tremare le ginocchia: nessuna nudità, niente contatto fisico o altro, solo un uomo seduto su una sedia che parla. A riprova del fatto che in questo mondo freddo e moderno, un uomo (o una donna) che compiano lo sforzo di sedurre la tua mente hanno già vinto!

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L’ordinata coda alla stage door

Cyrano de Bergerac è in scena al Playhouse Theatre fino al 29 febbraio 2020. Ci sono anche biglietti speciali a soli £15 a disposizione per key workers (forze dell’ordine, infermiere, impiegati nel settore educativo e sociale), under 30 e persone che ricevono supporto finanziario dal governo. Questi biglietti sono disponibili per specifiche serate (fromtheboxoffice).

Per finire, un grande grazie va a James per essere l’uomo più gentile al mondo e per essere rimasto a firmare autografi e a fare foto alla stage door dopo lo spettacolo. La coda era lunga e l’attore sicuramente stanco, ma ha fatto comunque uno sforzo per ringraziarci tutti. Una persona gentile e disponibile come la ricordavo dal 2007, quando scattammo la nostra prima foto insieme.

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Find the differences: 2007-2019

A molte altre a venire.


Serena

Articolista. "Sir, when a man is tired of London, he is tired of life, for there is in London all that life can afford." (Samuel Johnson)