ATTENZIONE: QUESTO ARTICOLO NON È SPOILER FREE. SPOILER RIGUARDO DRAGON AGE ORIGINS, DRAGON AGE II E DRAGON AGE INQUISITION. NON LEGGETE SE NON VOLETE ROVINARVI LA SORPRESA.
IL SEGUENTE ARTICOLO CONTIENE TEMATICHE NSFW – SESSO, VIOLENZA. SE NON VI SENTITE A VOSTRO AGIO CON CERTI ARGOMENTI, FUGGITE SCIOCCHI.

 

Logo della software house canadese Bioware Fonte: http://www.askajedi.com/wp-content/uploads/2011/08/bioware_logo.png

Quando si parla della Bioware, chiunque, nella community videoludica, sa che si sta parlando di qualità superiore. La software house canadese, negli anni, ha prodotto alcune pietre miliari dell’universo GdR, tra le quali Baldur’s Gate (1998) (http://www.ign.com/games/baldurs-gate/pc-9942), Neverwinter Nights (2002) (http://www.ign.com/games/neverwinter-nights/pc-12077), Star Wars: Knights of the Old Republic (2003) (http://www.ign.com/games/star-wars-knights-of-the-old-republic/pc-16512), Jade Empire (2005) (http://www.ign.com/articles/2007/02/19/jade-empire-review), e i suoi due capolavori assoluti, le saghe che ne hanno confermato, a buon diritto, la permanenza nel pantheon delle divinità videoludiche: Mass Effect (2007-2012) e Dragon Age (2009-2014).

Il Comandante Shepard, leggendario protagonista di Mass Effect, epopea fantascientifica dal sapore Asimoviano, ha concluso la sua avventura nel 2012, con l’uscita dell’ultimo capitolo della saga, Mass Effect 3 (http://www.ign.com/games/mass-effect-3/pc-14235016). La storia della Normandy e del suo equipaggio (che come originalità, colpi di scena, intreccio narrativo e profondità dei personaggi è stata considerata al pari, se non superiore, a qualunque libro, film, serie TV o videogioco dello stesso filone rilasciato sul mercato negli ultimi anni), non avrebbe potuto chiudersi in modo migliore, seppure, ammettiamolo, con qualche increspatura. Al momento è in sviluppo Mass Effect 4 (per informazioni: http://www.ign.com/wikis/mass-effect-4), con nuovi protagonisti e nuove, inimmaginabili avventure. Anche se la cosa mi spezza il cuore – ho amato Shepard alla follia, e, come molti, sono ancora qui che mi mangio le mani al pensiero di cosa comporterà, per la mia Shepard e il suo Kaidan Alenko, il finale di Mass Effect 3 – devo confessare di essere curiosa come un varren in una discarica al pensiero di cosa verrà dopo.

Ma Shepard è stato una cotta adolescenziale, una parentesi estiva nel mio viaggio nell’universo Bioware. Il mio unico, vero, grande amore, si conferma essere, ancora una volta, Dragon Age.

E con ottime ragioni.

Dragon Age: Origins Fonte: http://cdn.akamai.steamstatic.com/steam/apps/17450/header.jpg?t=1416967250

Dragon Age, gioiello tra i GdR fantasy, conta al suo attivo, fino ad ora, tre parti (al contrario di Mass Effect, non è stato pensato come una trilogia): Dragon Age: Origins (2009) (http://www.ign.com/games/dragon-age-origins/pc-682217) da il La a quella che, già all’epoca, si preannunciava come un’avventura indimenticabile. Aprendoci le porte al mondo di Thedas, Dragon Age: Origins ci aveva fatto innamorare della sua ambientazione altamente curata (era il 2009, e purtroppo, dopo tanto tempo, la magia del primo impatto è sparita, visto che, a guardarle oggi, la grafica come il gameplay ci appaiono rozzi e rudimentali), delle innumerevoli opzioni di dialogo e snodi nelle quest che ci permettevano di plasmare la trama a nostro piacimento, e dei suoi abitanti; in particolar modo dei membri del nostro party, visto che, tra i vari marchi di fabbrica della Bioware, è presente la feature “romance”. Il nostro personaggio poteva scegliere se avere una storia d’amore, una botta e via, o semplicemente restare amico o inimicarsi i membri del party. Esisteva, inoltre, la possibilità di lavarsi le mani di tutto e di tutti e di andare allegramente per bordelli, o buttarsi a pesce in una threesome – che, con le giuste scelte di gioco, si trasformava come per magia in una foursome – o flirtare con gente che non avrebbe mai ceduto al nostro fascino di eroe/eroina consumato/a, nemmeno se fossimo stati l’ultimo protagonista di razza opzionale rimasto sulla faccia del pianeta.

Such is life in Thedas.

Dragon Age II Fonte: http://www.manapool.co.uk/wp-content/uploads/2010/10/dragon-age-2-logo.jpg

Il secondo capitolo della saga, Dragon Age II (2011) (http://www.ign.com/games/dragon-age-ii/pc-61075), non cambiava molto.

Letteralmente.

La ripetitività dei dungeon e la complessiva monotonia delle quest sono stati, senza alcun dubbio, il suo vero tallone d’Achille, tanto da renderlo tristemente noto ancora oggi come il peggiore dei tre. Da parte mia, trovo conforto nel fatto che la trama, bene o male, si reggesse in piedi – a parte il finale che DIAVOLO, è la fiera del nonsense più incredibile – e che i personaggi non sono assolutamente da buttare. Anzi, Dragon Age II val la pena di essere giocato anche solo per la sua coloratissima rosa di personaggi. Prendiamo Anders, per esempio…

Damn you Anders Fonte: http://www.fanpop.com/clubs/dragon-age-origins/images/24913795/title/anders-fanart

Già, prendiamo Anders.

Per il collo, possibilmente.

Scusate, ho bisogno di un Alka-Seltzer. Ancora mi brucia.

È proprio questo che rende la Bioware una delle software house migliori in circolazione: anche quando il gioco in sé fa schifo, il gameplay è lento come una quaresima e la grafica, oggettivamente, grattugia le retine, Dragon Age riesce a risollevarsi anche solo grazie ai suoi magnifici personaggi, e al magistrale intreccio di cui fanno parte. Anders è stata la più grossa bomba a mano mascherata da sacher che mi sia mai capitata nella mia carriera di gamer, e nonostante ciò continuo ad adorare quel personaggio alla follia, proprio perché la sua caratterizzazione è talmente sfumata, ben strutturata ed approfondita, che non posso fare a meno di ammirare il modo in cui quel biondo maledetto mi ha preso allegramente per i fondelli per tutta la durata del gioco, e tenuto in pugno a forza di ricattucci morali e di solidarietà tra gattofili. Considerate poi che ho avuto la mia prima romance del II con lui! Vi lascio immaginare gli insulti che non ho tirato al pc, mentre cercavo di dare fuoco alla poltrona con la sola forza dell’Ommioddio – tranquilli, dopo è arrivato Fenris a salvarmi.

Non sono mai stata una fan dei giochi buoni solo per finire quest e esaurire faretre/caricatori/mana: o del gioco mi piace la storia, o può anche starsene tranquillamente lì dov’è, ad ammuffire su uno scaffale o ad occupare spazio su Steam.

Nel caso non solo di Dragon Age, ma di qualunque altro gioco Bioware, la trama è tutto. È l’asse portante, il perno attorno al quale gira tutta l’attrattiva del gioco, tutto il coinvolgimento emotivo e materiale che ognuno di noi è disposto ad investire. E sebbene molte delle storie create dalla Bioware non siano memorabili, se non per chi le ha giocate, Dragon Age e Mass Effect rimarranno nella storia per aver rivoluzionato il concetto stesso “videogioco”, dandogli una nobiltà ed un riconoscimento che, fino ad allora, erano stati ad appannaggio esclusivo di best sellers e film d’autore.

Dragon Age Inquisition Fonte: http://www.allthatsepic.com/wp-content/uploads/2014/04/dragon-age-inquisition-header.jpg

Dragon Age Inquisition (http://www.ign.com/games/dragon-age-iii/pc-104073) ne è l’esempio perfetto. Vincitore del Game of the Year del 2014 (il dev team, dopo le sferzanti critiche al secondo gioco, aveva abbandonato i vari progetti per futuri DLC del II, per concentrarsi unicamente sullo sviluppo di Inquisition, ottenendo così un prodotto degno del GOTY) e ultimo capitolo della saga, non è un semplice videogioco: è un miracolo.

Ora, un paio di dati. Se, nel caso di Origins e del II, per finire un gameplay nella sua interezza, DLC compresi, erano necessarie dalle 25 alle 30 ore di gioco, per finire tutto Inquisition – comprese side quest e missioni stupide tipo “vai a recuperare il bufalo del contadino in quella tana di lupi laggiù”, senza contare i DLC non ancora usciti – ce ne vogliono 90.

Novanta.

Ripeto: NOVANTA.

Novanta ore di gioco. Novanta ore di open world. Novanta ore di dungeon tutti diversi, ognuno con la sua piccola particolarità, il suo anfratto nascosto, il suo baule con loot random dove meno te lo aspetti. Novanta ore di draghi, maghi, templari, pietre che spuntano dal terreno come punti neri, ancora draghi, demoni, viaggi nel tempo, gente nuda a caso, nani, qunari, umani, sacre tette, culi che diamine come hanno fatto a fare dei culi così usando dei pixel, spade, bastoni, sass e nug volanti. Novanta ore di grafica e gameplay next-gen, talmente curate e scorrevoli che ti commuovi anche solo davanti ad un tutorial. Novanta ore della trama più bella, dettagliata, avvincente, strappalacrime e allo stesso tempo divertente che io abbia mai sperimentato in un gioco.

E tutto ciò con il RESPAWN di risorse e nemici ogni santa volta che torni al campo base.

Capirete anche voi che c’è un bel po’ da raccontare.

Fortunatamente, il gioco è uscito nel novembre 2014, e la sera stessa giravano già dei gameplay su Internet. Per una recensione un po’ più tecnica – oltre che talmente divertente da farvi rotolare per terra dalle risate – vi rimando con immenso piacere al sommo Demon Joe, e alla sua immortale Angry Review: https://www.youtube.com/watch?v=X_uy4OSpUKE

Come avrete capito, a me interessa la storia. Se siete interessati ad un gameplay, o alle soluzioni, sarò più che lieta di rispondere alla vostre domande singolarmente. Il gioco è troppo vasto, le opzioni eccessivamente numerose, e l’impatto sulla storia di ognuna di esse troppo articolato, per riuscire a stilare elenchi completi di ogni location, outcome, opzione di dialogo e modo migliore per ottenere i banter più divertenti dal vostro party.

A meno che tu non viva al PC, cosa che, personalmente, non mi succede più dal 2006.

Quello che voglio fare, in questo articolo, è raccontarvi ciò che della storia mi ha colpito: ciò che mi ha lasciato con una profonda, calda soddisfazione nel cuore, rendendo Dragon Age Inquisition il miglior GdR a cui abbia mai giocato – seguito a ruota da quello che, inutile girarci intorno, ne è stato la fonte d’ispirazione principale: Skyrim.

Per fare ciò, voglio rifarmi a ciò che rende la trama memorabile: vale a dire, i personaggi. In particolare, da brava zitella inacidita dal cuoricino tenero quale sono, mi soffermerò sulle romance.

Siete avvisati.

Ordunque, andiamo a conoscere i nostri potenziali love interest!

Il party di DAI Fonte: http://www.thebuzzmedia.com/wp-content/uploads/2014/07/dragon-age-inquisition-full-cast.jpg

Il party di Dragon Age Inquisition comprende ben nove personaggi giocabili, oltre al protagonista, l’Inquisitore. Senza contare i tre consiglieri, che, sebbene non scendano in battaglia con voi se non sporadicamente, e senza possibilità di controllarli, vi saranno di enorme aiuto nel corso del gioco. Di questi dodici, potrete avere una romance con:

  • Cassandra Pentaghast: romance unicamente etero, con razza indifferente
  • Sera: romance unicamente omosessuale (fem!Inquisitor), con razza indifferente (anche se sarà più disposta a lasciarsi andare con una qunari, mentre con un elfo femmina resterà molto sulle sue per un po’)
  • Solas: romance con sole elfi femmina
  • Dorian Pavus: romance unicamente omosessuale (male!Inquisitor), con razza indifferente
  • Cullen Rutherford: romance eterosessuale, con razza umana ed elfica
  • Josephine Montilyet: romance bisessuale, con razza indifferente
  • Blackwall: romance eterosessuale, con razza indifferente
  • Iron Bull: romance pansessuale, con razza indifferente

Se invece parliamo di flirt privi di qualunque futuro, o comunque romance che non hanno particolare peso all’interno della trama:

  • Nel caso in cui siate un Inquisitore donna, e decidiate di flirtare con Cassandra, sappiate che vi lascerà fare, alimenterà le vostre speranze, in sostanza ‘ve la farà annusare’ per un tempo indefinito, fino al momento in cui vi prenderete un palo colossale in faccia, perché la poverina non si era accorta che stavate flirtando con lei, e vi manderà educatamente a spendere. Detta in parole povere ‘nemmeno se preghi il Creatore in cirillico’.
  • Stessa cosa con Dorian. Lui il flirt ce l’ha nel sangue (ma occhio a non dirglielo, non gli piace essere scambiato per un blood mage), ma se siete una donna resterà sempre e solo questo: nient’altro che un flirt in amicizia – adora che gli si dica quanto è bello, figo e fotomodello. Alla fine sboccerà, durante la sua quest personale, in un: «Preferisco la compagnia maschile!». Tesoro, si capiva.
  • È possibile cercare di convincere l’incantatrice Vivienne – che un mio amico ha una volta definito molto appropriatamente: «TETTE!» – a concedervi una notte di fuoco avvolti da lenzuola di seta. La suddetta vi riderà in faccia, dichiarando che non trarrebbe alcun vantaggio nel scambiare fluidi corporei con voi. Grazie, Vivienne, anch’io ti voglio bene.
  • Il grosso rimpianto di questo gioco, quella che avrebbe potuto essere la svolta, l’apoteosi, il sogno del cassetto di qualunque giocatore veterano di Dragon Age fin dai tempi del re del sexy Varric (sì, ancora non è possibile romancare Varric. Uniamoci tutti in un cerchio di preghiera e strappiamoci i peli sul petto finti attaccati col vinavil in segno di imperituro cordoglio): la bella simpaticissima scout Harding. Una nana al servizio dell’Inquisizione, con cui potrete interagire solo quando aprirete una nuova area di gioco. Dopo aver flirtato con lei quattro o cinque volte, vi raggiungerà nelle vostre stanze, e vi chiederà cosa significano tutte queste occhiate languide e lingua di fuori. A seconda della risposta, otterrete la vostra notte d’amore, e fine lì. Basta. Kaputt. Fine dei nostri intrallazzi con la nana sexy. Sigh.
  • Durante la missione personale di Josephine, «Of Somewhat Fallen Fortune», dovrete convincere una anziana nobildonna, ministro alla corte dell’Imperatrice Celine, a insignire di titolo nobiliare una casata decaduta. Se non siete ancora in romance con chicchessia, avrete la possibilità di corromperla a forza di poderosi colpi pelvici. Se le donne senza dentiera vi eccitano da morire, avete trovato di che spassarvela!

 

Nei prossimi articoli, cercherò di trattare tutte le romance principali, quindi stay tuned!

Vi aspetto al prossimo articolo, nel quale parleremo di uno degli illustrissimi vincitori del premio di GLAAD per i «Most Intriguing LGBT Characters» del 2014 (http://www.glaad.org/blog/2014s-most-intriguing-lgbt-characters), capo della compagnia mercenaria «The Bull’s Chargers», il tank che tutti noi vorremmo avere nel party, specialmente quando spunta fuori un drago dal nulla e tu hai due pozioni curative tanta voglia di piangere.

Iron Bull, The Muscle Fonte: http://img3.wikia.nocookie.net/__cb20140329052742/dragonage/images/0/09/Ib.png

Yep.

We’re going to ride The Bull.

Maker go with you.

 

 

 

St. Mary