Fallout è la nuova serie distopica di Amazon Prime, ispirata all’omonimo videogame, che ha fatto impazzire il fandom.  Riflessione sul telefilm e su ciò che davvero conta: il GHOUL.


Proprio ieri ho avuto uno scambio telefonico con una cara amica sulle cose importanti della vita: gestione della famiglia, sogni ricorrenti e il Ghoul di Fallout.

Da sempre io e questa ragazza tendiamo a virare verso le medesime ossessioni e a influenzarci reciprocamente nella lettura di canon e fanon delle nostre produzioni preferite. Sapevo quindi, già da prima di scoprire che anche lei aveva già guardato la serie, che l’avrebbe amata alla follia, come sapevo che il personaggio del cowboy ghoul interpretato da Walton Goggins sarebbe stato fonte di estremo fangirling. In effetti, non solo per noi, ma per il fandom in generale.

Dico con fierezza che no, non mi sbagliavo.

Premessa estremamente concisa su Fallout

Fallout è una serie distopica che parla dei sopravvissuti a disastrosi attacchi nucleari che hanno colpito la Terra (una Terra sottilmente alternativa rispetto alla nostra) negli anni 50, a seguito della Seconda guerra mondiale.

Il primo episodio inizia duecento anni dopo mostrandoci, sostanzialmente, le comunità emerse da questo disastro: gli abitanti delle Vault (i rifugi anti-atomici che hanno salvato poche centinaia di statunitensi), i soldati della Confraternita d’Acciaio, gli altri abitanti dell’America ancora in vita che, rimasti fuori dalle Vault, hanno dovuto imparato ad affrontare (in modi estremamente violenti) un mondo privo di risorse e infine i ghoul, creature sfigurate dalle radiazioni destinate a diventare, sostanzialmente, zombie privi di raziocinio.

5 buoni motivi per vedere Fallout

Senza perderci in lunghe riflessioni, ci sono numerosi motivi per recuperare Fallout.

Se siete appassionati dei videgame a cui la serie si rifà non avrete neanche bisogno dell’elenco (credetemi, il lavoro di rielaborazione del mondo e di costante riferimento al videogioco che il telefilm fa è assolutamente perfetto). Ma per quanti, come me, arrivano senza background ludico, ecco 5 buoni motivi per cui, a mio parere, vale la pena vederlo.

Una cosa che amiamo anche di più dei mondi distopici sono i mondi che non ti accorgi essere distopici fino a quando non te lo sbattono in faccia.

Traduzione pratica: la scena con cui inizia la serie sembra una normalissima scena con setting anni cinquanta. Giovani moglie vestite bene impegnate a sorridere agli invitati del party, bambini che si divertano con spettacoli di cowboy e guardano programmi in bianco e nero alla tv, uomini che fanno gli uomini sminuendo altri uomini.

Osservando però attentamente quella prima scena notiamo già alcuni elementi che ci fanno capire che, nonostante la familiarità del mondo, quello che Fallout ci presenta non è esattamente il nostro. Quindi tenete gli occhi aperti, perché cogliere alcuni di questi dettagli, intelligentemente disseminati nei successivi flashback, è un esercizio affascinante.

Ad oggi ho trovato poche serie con una colonna sonora non soltanto così alta, musicalmente parlando, ma anche usata in modo talmente perfetto che senza di essa la costruzione del mondo non funzionerebbe altrettanto bene.

Fra canzoni di Nat King Cole, Johnny Cash, Glenn Miller, The Platters -giusto per menzionare alcuni nomi- l’atmosfera si fa strada e ci presenta una serie che, nel suo essere estremamente drammatica e visivamente violenta, ti lascia un senso di inquietante leggerezza.

Guardi gli episodi sorridendo, quasi, e in alcuni momenti mi sono sentita definire il telefilm “allegro”. Non lo è, ovviamente. È quanto di meno allegro si riesca a immaginare. Eppure, l’accompagnamento musicale -e, ovviamente, la costruzione dei personaggi e dei dialoghi- creano anche dentro di noi un universo distopico in cui cervello e sentimento entrano in conflitto e ci confondono su quello che stiamo provando mentre guardiamo la trama dipanarsi.

È forse soltanto a posteriori, quando ci riflettiamo a freddo, che la tristezza e la tragicità ci toccano di più e ci rendiamo conto di quello che davvero abbiamo visto.

Lucy MacLean (Ella Purnell), la protagonista di Fallout, poteva risultare un personaggio fastidiosissimo per una spettatrice come me che raramente si entusiasma per i personaggi femminili delle serie che segue.

È intelligente, ma imbranata, carina e innocente, cerca di fare sempre la cosa giusta ed è tendenzialmente moralista. E, semplicemente, è una delle creature più adorabili in cui vi imbatterete proprio per questa combinazione di caratteristiche. La sua innata ingenuità, che si manifesta in tutto – dal suo modo di parlare alle persone (“cattivi” inclusi) ai suoi sereni e diretti approcci sessuali – la rende onestamente divertente, ma in qualche modo le fanno portare una ventata di freschezza in un mondo che sarebbe fin troppo drammatico.

Unite tutto ciò alla sua sottile evoluzione, ai modi di dire che la caratterizzano (okey dokey <3 ) e a una storia familiare davvero, davvero, davvero triste ed ecco che avrete il cocktail perfetto per la buona scrittura di un personaggio.

Senza scendere in dettagli di trama, su cui non vogliamo darvi spoiler, su questo punto diremo solamente una cosa che è ovvia dal momento uno: tenete gli occhi aperti sulle Vault. C’è dietro di più di quello che vi fanno credere. God bless il fratello di Lucy, che nel giro di un paio di episodi capirete essere una dei personaggi più intelligenti e interessanti dell’intera serie.

D’altronde non potevo non parlarne, perchè questo è stato il mio warning a chi mi ha proposto la serie: ok, la guardo, ma prima voglio sapere se il cane sopravvive. È la mia “X-card” più grande, l’argomento che non voglio vedere neanche con un lumicino.

Dunque, senza tirarla per le lunghe: sì, il cane sopravvive.

Ma aggiungo altro: il cane muore anche, prima. O meglio, apparentemente viene ucciso, in una scena (che però devo anche dire non lascia vedere niente di troppo tragico o traumatizzante per lo spettatore), ma poi torna e sta benone, scodinzola e tutto, alleluia.

Ciò non toglie – e mi sento in dovere di dirvelo – che la storia del cane è tragica perché nasce in un contesto orribile dove altri cagnolini non saranno altrettanto fortunati (ma non si vede molto) e continua con, in particolare, un evento drammatico che riguarda qualcuno di vicino a lui (anche se devo dire che non si preme troppo sull’evidenziare la sofferenza).

C’è poi un altro cane nella serie su cui possiamo fare supposizioni drammatiche, ma su cui non si vede nulla (ma vi spezzerà il cuore solo a pensarci).

Non nego che, potessi scegliere, avrei tolto entrambi dal telefilm così da alleggerirmi la visione, perché ho un po’ sofferto emotivamente la loro presenza. Ma se sono sopravvissuta io, potete farcela anche voi.

Suvvia, guardiamoci negli occhi e siamo onesti: volete davvero che creda che il vostro motivo principale per continuare a guardare Fallout non è stato il Ghoul? *sopracciglio alzato alla Dwayne Johnson*

Walton Goggins, che lo interpreta anche nella sua versione pre-nucleare, è il sogno di ogni fan che si rispetti. Cooper Howard, questo il nome del personaggio, nasce come uomo del suo tempo e diventa un Ghoul del suo tempo. È affascinante quando è al 100% umano, devastantemente sexy quando si trasforma in mostro senza naso.

È quasi sempre vestito da cowboy e parla come un cowboy (quell’accento texano, meowwwwwww!) e si muove come un cowboy e niente, nella mia mente chi ha scritto il personaggio ha evidentemente chiamato a un tavolo un gruppo di fangirl e ha detto loro: “Ok, cosa volete?”. Dal loro estremamente preciso elenco è nata questa creatura narrativamente perfetta, le cui motivazioni umane si mescolano alle motivazioni “bestiali”, lasciandoci davvero la curiosità di sapere dove andremo a parare nella prossima serie.

Fallout_Ghoul_tumblr

Fallout è disponibile in abbonamento su Prime Video. Amazon ha già annunciato una seconda stagione quindi ora non possiamo far altro che sederci, aspettare e, perché no, leggere qualche fanfiction (questa volta a tema het anche per me!).


Agnese

Presidente, autrice. "The only way to be happy is to love. Unless you love, your life will flash by" The Tree of Life, 2011