Certo, qui dentro siamo tutti esperti, laureati summa cum laude e scappellotto affettuoso accademico, cinture nere pluripremiate di fanfiction.
Sì. Giuro. Si può facilmente evincere da numerosi precedenti articoli sull’argomento che potete trovare…

QUI QUI QUI QUI… OVUNQUE!
Ma poniamo il caso che qualcuno… un’amica stretta… una parente affezionata… l’autrice di questo articolo… il gatto… non abbia la più pallida idea di ciò di cui state parlando nella maggior parte del tempo.
Cioè, magari in linea di massima, una pallida idea potrebbe anche averla, ma quando si tratta di andare a sondare, a scavare, addentrarsi armati con nient’altro che una forchetta, tre fiammiferi ed un pacchetto di gomme da masticare, nella giungla labirintica psicologica del fan, cominciano i problemi.
E non di un fan qualsiasi, eh. No.
Il fan che si arrovella, si ingegna, rimugina e riflette su tutto ciò che gli autori pensavano fosse perfetto e completo.
AH! VILLICI INGENUI!
La regola #321 recita: se si può leggere, giocare, scaricare illegalmente, streamingare, si può anche fangirlare a tutto gas.

In questa giungla oscura, in una notte buia e tempestosa questa persona – che io conosco appena, di vista – si è addentrata colma di buoni propositi e per nulla preparata a ciò che avrebbe trovato.
Io ve la racconto per puro scopo didattico, naturalmente. So già tutto sull’argomento… Slash? Sì, chitarrista grandioso, non c’è che dire.

Signore e signori, fan affezionati un tanto al chilo, è mio più che gradito onore presentarvi:

LE AVVENTURE DI UNA NIUBBA SU EFP.**

(** Niubbo: forma italianizzata di Newbie, nel linguaggio informatico indica una persona inesperta in un determinato campo… ma con tanta voglia di imparare).

La niubba sceglie saggiamente questo sito per la sua avventura, per due semplici motivi: essendo italiana, è convinta che ci si troverà più a proprio agio e anche perché è il primo suggerimento che Mario Gugol le ha dato.
Il clima familiare l’avrebbe aiutata, pensava.
Si sbagliava.
Ma almeno si sbagliava in italiano.

Il primo ostacolo contro cui la nostra avventuriera è costretta a misurarsi è una scelta.
Una vasta scelta.
I generi.
Di cosa vuoi leggere? Di attori? Serie TV? Giochi di ruolo? Fumetti? Libri?
Avete presente quando in cameriere vi sta elencando i dessert e, arrivato al ventesimo di una lista di sessanta, ti è rimasto in testa solo il sorbetto a limone che – a parte Albus Silente, che JK lo abbia in gloria – non piace praticamente a nessuno (va bene, a parte della redazione del sito piace: siete strane, ragazze. Molto strane)?
E siamo solo all’inizio.
Perché, dopo la lunga riflessione che l’ha portata a selezionare i propri beniamini da gettare in pubblica piazza, denudare ed analizzare fino all’ultimo pelo incarnito, non è mica finita lì: ci sono i ratings! Le note! I tipi di coppie! (non ha neanche cominciato e già fanno domande personali, insomma).
MOMENTO! MOMENTO! MOMENTO!

 

EH?

E vanno ancora bene i ratings: rosso, giallo, verde. La niubba tira fuori qualche reminiscenza della propria infanzia in cui, all’angolo della TV, guardava con una certa pena l’omino intrappolato in un disco colorato.
Ormai cresciuta, la niubba è convinta di non dover avere più paura. E si sbagliava anche lì. Ma lo vedremo a breve.

Vanno bene anche le note. Più o meno. what if? Missing moments… anche con la sua scarsa conoscenza della lingua anglosassone, può arrivarci.
Ma LEMON? LIME? Che cosa stiamo a fare, una tequila?
YURI, YAOI, PWP, VIOLENZA????
Ogni protagonista di una storia d’avventura vive quel momento colmo di pathos in cui capisce di aver commesso un gravissimo errore e che poteva restare benissimo nella tranquillità di casa sua a mangiare gallette di riso al cioccolato. Ecco, questo è il suo momento, mentre bondage e GenderBender la osservano inerpicarsi eroicamente tra le liane della foresta, con gli occhi famelici che luccicano nell’oscurità. Ma la nostra niubba prende il coraggio a quattro mani – facendosene prestare un paio da qualche threesome – e decide di proseguire.

In qualche modo.
A quel punto, non le resta altro che chiudere gli occhi ed evocare l’oscuro potere delle tre malefiche e lascive civette, in compagnia della disturbatissima e chiaramente zoofila figlia del dottore (non quel Dottore, spero): si butta a casaccio e finalmente è dentro.
La prima cosa che non può fare a meno di notare è l’autotreno colmo d’ammmmmore che le viene gentilmente incontro, un momento prima di finirne spiaccicata sull’asfalto, avvolta da cuoricini, coniglietti ed arcobaleni.


Nelle fanfiction, l’ammmmore abbonda.
Chiunque può innamorarsi di chiunque o qualsiasi cosa stia abbastanza ferma da permetterglielo.
Personaggi che non avresti mai neanche considerato in grado di provare un’emozione più forte di una martellata sul pollice, diventano dei romanticoni senza ritegno. Roba da fare la fortuna di un avido dentista. E magari anche di un buon psichiatra.
L’ammmmmmore viene analizzato in ogni sua sfaccettatura.
Be’… alcune sfaccettature.
Be’… un paio di sfaccettature: se non c’è una cascata di miele candito con aggiunta di marshmellow, c’è il shessho.
Tanto.
Appassionato.
Assurdo, alle volte.
Ma nel rispetto della parità di genere e shesshualità, che Cirinnà se lo sogna. Democrazia ed uguaglianza allo stato puro.
Perché nelle fanfiction ti prendi quello che ti capita, bello mio.
Se all’autrice prendono i cinque minuti, è un attimo che ti ritrovi a leggere di Coulson e Ward mescolati tra di loro come un nido di serpenti.
E sudati. Molto.
Bleah.
Vengono abbattuti tutti i muri che la società può anche solo aver pensato di erigere e le valanghe di calcinacci piovono su Gasparri e compagnia bella come lava su Pompei.
L’internet è qualcosa di meraviglioso.
Harry e Draco che si fanno gli occhi dolci nel bagno dei Prefetti potrebbe essere uno shock per la niubba di turno, che probabilmente non riuscirà più a leggere i libri con l’innocenza di prima.

Ma queste sono fuffoserie, in confronto a ciò che l’aspetta.

Dicevamo che si sente abbastanza cresciuta per poter affrontare un rating rosso? Pensa di essere adulta e vaccinata, lei, pensa che basti aver visto una colecisti in un barattolo per potersi dire pronta a tutto.
Il risultato è ritrovarsi accucciata in un angolo in posizione fetale, sperando vivamente che gli omini addetti ai ricordi nella sua testa, si sbrighino a cancellare le immagini dell’intimo – ed aiutatemi a dire intimo – contatto tra Missy e Twelve con tutta la dovizia di particolari annessa, che sa la rincorrerà negli incubi per settimane.
Che va bene l’amore ma perZeus, amatevi un po’ di meno!

Ed è lì che la niubba scopre nuovi lati di se stessa. Tutte quelle emozioni che la vita di tutti i giorni, nella routine, tende a sopire.
Ride, sorride, poi improvvisamente non sa se ridere o piangere, s’indigna – perché ormai la tastiera la danno in mano proprio a chiunque -, si abbrustolisce la fronte a furia di face palm – perché la gente pensa che “epidermide” possa essere in qualche modo considerato un termine sensuale: NO! È solo noiosamente ed inutilmente tecnico. O perché pensa basti mettere l’aggettivo davanti al soggetto per rendere tutto meravigliosamente sesky (es.: “calda lingua”? Ma che è, un pezzo di macelleria?).

Tuttavia, si riempie di feels quando quel missing moment ci sta proprio bene. Grida allo scandalo perché quel personaggio lo hanno reso imbecille in modo imperdonabile, rasentando l’illegalità.

Si mette le mani nei capelli, poco prima di essere di nuovo calpestata dall’autotreno dell’ammmmmore che trasporta in tripudio Draco ed Hermione, che quel ragazzo ha già talmente tanti problemi di suo che ci mancano solo le turbe sessuali.

La niubba lo sa – nel profondo, lo sa bene – mentre continua a scorrere quelle pagine. Lo sa che c’è qualcosa di tremendamente sbagliato in ciò che sta leggendo, come lo si sa mentre si guarda il fondo di un boccale di birra o la carta residuata superstite di una barretta di cioccolato alle nocciole. Sa che c’è qualcosa di diabolico, a cui tuttavia non riesce a resistere.
Come il canto di una sirena.
Solo che nel suo caso sono tritoni.
Brizzolati.
No, mi sa che sono proprio grigi ormai.
Con la barba.


Continua a chiudere e a riaprire le finestre di Chrome.
S’indigna di nuovo.

Sente il principio di un attacco di cuore, ma eccola cliccare sul capitolo successivo.
E solo alla fine si rende conto di aver trascorso gli ultimi trenta minuti della sua vita a leggere di qualcuno che ha pensato fosse una buona idea – e perfettamente plausibile – che Loki e Capitan America si conoscano un po’ meglio, sotto una meravigliosa e pallida luna piena (perché non esiste che la luna sia girata dall’altra parte, o che sia ad un’unghia, durante una notte di passione in una fanfiction. Al massimo può piovere, che il ticchettio delle gocce di pioggia sui vetri fa molto ssshesssho).

Poi tutto si chiude e la niubba si sente scivolare di dosso, come una sensazione onirica, tutte le assurdità che ha appena letto.
Sullo sfondo scuro del desktop vede riflessa l’immagine del suo volto in preda allo sconcerto.
Ma se guardasse bene – con molta attenzione – anche quella niubba che non è altro si accorgerebbe che, nonostante tutto, sta ancora sorridendo.

 

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