Questo articolo nasce da una serie di riflessioni scaturite dal fatto che, alla veneranda età di trent’anni, sto guardando (il termine esatto sarebbe divorando) Buffy per la prima volta. Sì, lo so, per una fan è una vergogna, ma insomma, nessuno è perfetto, no? E meglio tardi che mai… giusto?

Guardare Buffy a trent’anni per la prima volta non è come vederlo a tredici, ai tempi in cui andava in onda, ormai venti (OMG, VENTI??) anni fa. Prima di tutto perché ci sono arrivata con un background di spettatrice seriale molto più sostanzioso rispetto a quello che avevo all’epoca, con una mentalità più adulta e con la consapevolezza che Buffy sia stato il punto di inizio della rivoluzione nel mondo della serialità televisiva e del fandom. Mi viene ad esempio inevitabile fare il confronto coi vampiri che sono venuti dopo e con l’evoluzione dei personaggi femminili protagonisti dei teen-drama (secondo me una involuzione, ma questa è tutta un’altra storia!).

fanheart3 fans e vampiri

MA SOPRATTUTTO. Voi avete idea di cosa significasse essere una fan venti anni fa?

Penso che la mia generazione sia stata quella che ha vissuto la rivoluzione digitale sulla propria pelle in maniera più intensa di quanto non sia successo ad altre generazioni. Non so se nei prossimi venti anni assisteremo a cambiamenti così veloci e repentini, ma insomma, quello che stiamo per fare è un viaggio alla scoperta di come sono cambiati i fan fra la fine degli Anni Novanta e i primi anni Duemila e di come la tecnologia ci abbia reso davvero la vita più semplice.

Streaming? Quale streaming? VHS, registratore e buona fortuna!

Quando mi capita di vedere gente online che si lamenta perché non sono ancora usciti i sottotitoli di un determinato telefilm (e magari non sono passate nemmeno dodici ore dalla messa in onda!) o che chiede disperatamente aiuto per trovare lo streaming di un film, non posso fare a meno di sorridere un po’: Internet ci ha abituati a volere tutto e subito e ci siamo dimenticati (o qualcuno non ha mai saputo) di cosa volesse dire essere fans negli anni Novanta o all’inizio degli anni Duemila. Seguire un telefilm all’epoca era una disciplina olimpionica, richiedeva puntualità e precisione, perché il palinsesto lo decideva la televisione, mica lo spettatore! E il palinsesto non si fermava di certo in base alle nostre esigenze: se perdevi una puntata, non era sicuro che saresti mai riuscito a recuperarla! I più tecnologici di noi si armavano di videoregistratori e VHS e regolavano il timer per essere certi di registrare ogni episodio per poi vederlo e rivederlo a proprio piacimento… Messa così sembra semplice, vero? E invece no, anche qui abbiamo l’intoppo! Per tornare a Buffy (e al suo spin-off Angel), avete una vaga idea di quanto sia stata psicotica la programmazione Mediaset? Gli orari di messa in onda (spesso anche a notte fonda) cambiavano di continuo, e non mi dilungo nemmeno sullo stravolgimento fatto dall’adattamento e del doppiaggio. E se la serie tv andava in onda su una televisione nazionale era già una mezza fortuna, sapeste le mie disavventure per seguire da piccola un cartone animato sulle gare delle macchinine che andava in onda sulle reti locali e che trovavo sempre e solo per sbaglio quando avevano già dato metà degli episodi… Ve l’ho detto, seguire un telefilm vent’anni fa era una vera e propria disciplina olimpica!

[Personalmente io ho dovuto interrompere la visione di tutto ciò che andava in onda su Raidue, perché a casa mia non si vedeva mai bene e insomma, anche se oggi non mi ci vorrebbe niente a procurarmelo, non ho mai finito One Tree Hill per questo motivo!]

fanheart3 fans e vhs

Residui bellici del vecchio fan (aka: scene di vita vera)

L’attesa fra un episodio e l’altro.

Il palinsesto prima di Internet lo decidevano i signori che lavoravano in televisione e quindi… vai con uno o due episodi a settimana o, quando si era fortunati e una serie andava in onda nella fascia pomeridiana, un episodio al giorno. Binge-watching? Una stagione intera in un giorno? No, assolutamente non era roba da fans dei primi anni Duemila. E come si colmava l’attesa fra un episodio e l’altro? Il fandom non esisteva (o almeno, esisteva, ma non viaggiava alla stessa velocità con cui viaggia adesso e non era connesso 24/7) quindi o avevi qualcuno con cui condividere la tua passione, o potevi tenertela per te. Spoiler: io appartengo alla seconda categoria e ho vissuto una triste adolescenza in cui nessuno capiva come mai mi appassionassi così tanto a dei personaggi inventati o perché sentissi l’esigenza di avere altro oltre a quello che veniva trasmesso in televisione. Non avere facile accesso ad Internet, limitava anche la nostra scelta in fatto di serie tv. Mica potevamo essere informati su tutto quello che andava in onda nel mondo o recuperare un drama coreano che oggi troveremmo facilmente su Netflix

Meno male che poi è arrivato Internet e ci ha riuniti tutti sotto la stessa bandiera. Non c’erano i gruppi Facebook o le pagine fans, in compenso mi ricordo della rubrica della posta sul Cioè che pullulava di ragazzine che mettevano a disposizione il loro indirizzo di casa per condividere foto e informazioni sul cantante/attore del momento. Insomma: noi fans esistevamo già, Internet ci ha solo resi più forti!

[Ad onor del vero, qui è più esperienza personale che altro: è vero che non esisteva la stessa facilità di connessione e condivisione di oggi, ma è pur vero che negli Anni Novanta esistevano già i fans appassionati di Twin Peaks che si organizzavano per le proiezioni private delle loro puntate preferite e per fare teorie]

fanheart3 fans e twin peaks

Laura, tu già sapevi.

Fanfiction? Fanart? Tumblr?

Rielaborare una storia per renderla nostra è uno dei processi cognitivi che sta alla base del nostro essere umani: lo facciamo di continuo, senza nemmeno rendercene conto. Quando però questa rielaborazione prende una forma scritta, si chiama fanfiction. Molte opere letterarie possono essere considerate fanfictions, da ben prima che nascesse la figura del fan. E allora direte: cosa ha cambiato Internet in tutto questo processo di produzione di fanworks? Il modo in cui si producono e si condividono, ovvio: nel 2001 in Italia è nato EFP, ad oggi il maggior sito italiano di fanfiction e all’epoca Erika, la webmistress, caricava a mano storie e commenti. Adesso è possibile scrivere le proprie storie direttamente usando l’applicazione di Wattpad sullo smarthphone, vi sembra poco? Comportamento che personalmente non approvo, perché una storia richiede calma e attenzione, ma la possibilità di interagire con chi legge si è moltiplicata e il processo di produzione è diventato collettivo. Nei primi anni Duemila non c’era Tumblr e non c’era la ricerca veloce delle immagini su Google e si sopravviveva coi poster del Cioè o le interviste che di tanto in tanto comparivano sui giornali, rigorosamente ritagliate e conservate come sacre reliquie (dalla regia mi dicono che una delle admin di fanheart3 ha dovuto persino pagare qualcuno che le scaricasse delle foto, ma ci rendiamo conto di che mondo difficile era il nostro?).

fanheart3 fans e foto

Esempi di foto (non digitali…) applicate su diario scolastico di persona non ben identificata (mentiamo), scattate esclusivamente perchè sui giornali non c’erano abbastanza immagini di Antonio Banderas ne La Maschera di Zorro

Nonostante tutto, essere fan era già nel nostro DNA, supportavamo con passione le nostre storie preferite e, quando poi abbiamo avuto la possibilità di rivederle e custodirle su supporti fisici, le abbiamo amate se possibile ancora di più, anche quando ci siamo resi conto che non erano poi tutto questo granché, anche se venti anni fa ci facevano impazzire.

E voi? Quali sono le differenze che trovate fra il vostro essere fan oggi e l’esserlo stati qualche anno fa? Scrivetecelo nei commenti o su Facebook!


Articolo di Olimpia

feat. consulenza fotografica di Agnese

(che, se interrogata, negherà che le immagini vengono dalla sua adolescenza insana)