Un nuovo articolo per la nostra rubrica sulle cose che i fan possono fare a Londra, questa volta dedicato ad un panel del BFI sulla critica cinematografica: “Film Criticism Read-Along” o la differenza fra giudicare ed essere critici professionali.

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Per la prima volta, il British Film Institute ha organizzato una serie di eventi collaterali gratuiti durante il London Film Festival. Questi eventi, tra cui conferenze e presentazioni, sono un ottimo modo per connettere il pubblico entusiasta e ingaggiare conversazioni produttive tra appassionati di film e professionisti del settore.

Essere un appassionato di cinema significa avere una naturale propensione alla critica, che porta ad esprimere con passione e fervore la nostra opinione su praticamente ogni cosa. Ma lo stiamo facendo nel modo giusto? E che cosa dovremmo cercare in una recensione critica? Andiamo a scoprirlo!

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E’ domenica mattina a London Southbank. Da veterana della Mostra del Cinema di Venezia, arrivo con più di un’ora di anticipo sull’orario di apertura della biglietteria, non sapendo bene cosa aspettarmi. E, sorprendentemente, non c’è nessuno in giro! Anni di coda al Lido mi hanno preparata ad affrontare folle rumorose e palpabile emozione con gente in coda dalle 6 del mattino per accaparrarsi un biglietto gratuito. Ma nulla mi ha preparato al silenzio e all’assenza totale di vita attorno a me.

Almeno non piove e il Tamigi è magico come sempre. Le porte si aprono e registro il mio nome al front desk per la presentazione “Film Criticism Read-Along” alla BFI Reuben Library. Ed ovviamente, mentre aspetto, mi prendo un croissant al burro: vivamente raccomandato!

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Il panel che mi attende è presentato dalla Senior Film Programmer del London Film Festival, Kate Taylor, e vi partecipano i critici cinematografici Rebecca Liu (freelancer e autrice per gal-dem), Matt Turner (che scrive, solo per citarne alcuni, per MUBI Notebook e Variety), Simran Hans (critico cinematografico per The Observer) and Isabel Stevens (production editor per Sight & Sound). Per la gioia della padrona di casa Kate, la stanza è piena di persone in attesa di scoprire qualcosa di più su come fare critica cinematografica.

Secondo il Cambridge Dictionary, criticare è “l’atto di dare la propria opinione o giudizio riguardo le buone o cattive qualità di qualcosa o qualcuno, specialmente libri, film, ecc.”. Che è praticamente quello che tutti noi facciamo ogni volta che usciamo da una sala cinematografica… A quanto pare, però, criticare l’arte è una forma d’arte di per sè e proprio per questo dovremmo essere più selettivi negli articoli di critica che leggiamo.

Secondo Simran Hans, la conoscenza che un autore ha della materia trattata e dell’universo cinematografico dovrebbero essere le ragioni fondamentali per le quali scegliere un buon critico. Inoltre, un buon senso dello humour e un modo di scrivere caratteristico dovrebbero essere presi in considerazione quando si fa una scelta.

Matt Turner ci ricorda che non esiste un modello unico per scrivere critica cinematografica e che stili differenti dovrebbero essere apprezzati ed esplorati.

Un modo di scrivere evocativo, descrittivo e un buon uso delle immagini sono alcune delle qualità che un critico dovrebbe avere secondo Isabel Stevens. Aggiunge anche che frasi semplici e corte sarebbero da preferire (- immediatamente ri-legge l’articolo per cercare di accorciare le frasi. Fallisce nell’impresa -).

D’altro canto, Rebecca Liu si focalizza di più su quello che uno scrittore dovrebbe fare per mantenere l’interesse del lettore. Rebecca spiega che l’autore dovrebbe sempre tenere a mente quello che interessa ai propri lettori e dovrebbe evitare a tutti i costi di dare a questi anche la minima possibilità di abbandonare la lettura a metà strada. Quindi, se siete arrivati fin qui: grazie per lo sforzo!

Certo, la cosa più interessante che si porta a casa da questa presentazione è che sia possibile trasformare una passione in una carriera e che a prescindere dalle tecniche stilistiche usate è importante trovare la propria voce e lasciare che il proprio entusiasmo e la propria passione traspaiano da ogni parola battuta.

E’ anche interessante notare quanti screenwriters e aspiranti registi fossero presenti tra il pubblico, a ricordarci la relazione che si crea fra chi sviluppa film, chi li consuma e chi li critica.

Quindi, la prossima volta che recensite, cercate di tenere a mente le persone che hanno messo impegno e passione nel creare qualcosa che fosse per loro importante. Fate un passo in più e trasformate la vena (un po’) polemica in critica professionale!

Per concludere, spero davvero che il BFI continui a proporre ed ampliare il programma di eventi collaterali durante il Festival di Londra. E il prossimo anno, quando arriverò lì di prima mattina, in una bella domenica, mi auguro di vedere folle emozionate e lunghe code.

Perché cos’è un festival senza un’atmosfera caotica, rumorosa e frizzante?


Serena

Articolista. "Sir, when a man is tired of London, he is tired of life, for there is in London all that life can afford." (Samuel Johnson)