Negli ultimi tempi una nuova moda sta dilagando e diffondendosi a macchia d’olio. Sto parlando dell’invasione Zombie.
No, è vero. Gli Zombie non sono un tema innovativo o mai visto. Di film che trattano apocalissi di non morti di vario genere ce ne sono un’infinità, tanto che è impossibile star qui a farne una lista. La grande novità è il contagio dell’epidemia anche tra le serie tv.
12 Ottobre 2014 è la data di uscita della nuova stagione della più longeva serie televisiva a tema zombie, The Walking Dead.
The Walking Dead ha avuto grande successo tra i fan del genere tanto da meritarsi di arrancare verso una quinta stagione, cosa non da poco visto che le altre poche serie sul tema vantano non più di due serie e una manciata di episodi.
I motivi sono abbastanza ovvi, in fondo. Non è di sicuro semplice fare una serie tv basata su un un’apocalisse zombie… perché… insomma… gli zombie sono zombie!!!
Sono morti viventi e la parte di dialogo non avrebbe mai potuto tenere in piedi più di uno o due episodi.
Cioè… Provate a pensare a come potrebbe essere un copione.
Esempio copione di “A Zombie sat on a branch reflecting on existence”:
Zombie 1: “Ghghgh…. Ngh… ngh…”
Zombie 2: “Ghhhhh… ghhhh…”
Sottofondo di mosche che ronzano.
Insomma… Per quanto possa essere filosofico questo dialogo, risulterebbe incomprensibile per il pubblico… a meno che non si tratti di un pubblico di zombie.
L’idea di un gruppo ristretto di persone che cerca di sopravvivere ad un’apocalisse è quindi l’unica soluzione possibile per tirare su una serie tv. La difficoltà è mantenerli vivi abbastanza per portarli a più di un episodio, cosa non da poco.
I primi tentativi sono stati fatti con web series riservate però ad una nicchia ristretta di fan. A fare il primo passo strascicato nel mondo delle serie tv è stato Dead Set. Una mini serie made in England che nel suo piccolo è stata tanto acclamata dalla critica da meritarsi una nomination ai BAFTA.
La serie comprende solo cinque episodi dove la terribile epidemia di morti viventi si diffonde portando panico e cogliendo impreparato il popolo britannico. Tanto che i pochi sopravvissuti sono i concorrenti del Grande Fratello, che isolati, dalle notizie del mondo esterno, continuano a vivere le loro vicende da reality, ignari della strage al di fuori dello studio. A portarli alla realtà della situazione esterna è un’assistente di produzione che trova rifugio nella casa.
La serie, trasmessa da E4 in Inghilterra, è stata portata in Italia da Mtv solo un’anno dopo. Dead Set non ha avuto grandi ascolti da noi, data la poca pubblicità, la fascia oraria scelta (è stata mandata in onda in seconda serata) e il periodo (subito dopo Halloween). Credo di essere una delle poche ad essersene accorta, per caso, e ad averla vista tutta.
Per chi fosse interessato la serie è disponibile in streaming gratuito nel canale Youtube di Bonsai Tv.
Dopo Dead Set gli zombie non si sono più visti come protagonisti di serie tv (fatta eccezione qualche comparsata qua e là). Questo fino al 31 ottobre 2010 quando è stato trasmesso il primissimo episodio della serie tratta dai fumetti di Robert Kirkman, The Walking Dead.
Questa serie parla dell’amore incondizionato di un uomo per il suo cappello… no… vabbè.. sono seria, ok!!!
La storia si incentra, veramente, su Rick Grimes, interpretato da Andrew Lincoln, sceriffo di una piccola cittadina, che dopo essere stato colpito durante una sparatoria, entra in coma e si risveglia solo in ospedale. Presto realizza che la città è stata abbandonata dopo che i morti hanno preso a risvegliarsi e uccidere chiunque si trovino a tiro. Dopo i primi attimi di sconforto, Rick non si perde d’animo: deciso a ritrovare la sua famiglia recupera delle armi e il suo inseparabile cappello da sceriffo e parte per il luogo di raccolta, ovvero Atlanta. Qui realizzerà che la situazione e molto più drammatica di quanto avesse potuto anche solo immaginare. Viene quindi salvato da Glenn, un ragazzo coreano; insieme ad altri sopravvissuti, troveranno il modo scappare da Atlanta e raggiungere il campo dove altri si sono accampati in attesa dei soccorsi. Qui Rick troverà una sorpresa insperata ed è da qui che cominciano le vicende di Rick ed il suo gruppo.
Nonostante lo stesso Robert Kirkman collabori come produttore esecutivo al telefilm ci sono molte differenze tra serie tv e serie a fumetti. Alcuni personaggi, Daryl Dixon, primo tra tutti, cosi come il fratello Merle, non compaiono infatti nel fumetto. E per assurdo sembra essere proprio Daryl, interpretato dall’attore Norman Reedus, il personaggio in assoluto più amato della serie, in grado di oscurare anche il protagonista. Tanto che dalla primissima stagione sono nate diverse campagne: “If Daryl Die We Riot”.
Ma nonostante la trama si distingua dalle vicende dei fumetti troviamo comunque punti in comune che rimangono fissi. Anche gli attori scelti per interpretare i personaggi presenti sono molto somiglianti alla versione dei fumetti.
La serie è stata preceduta qualche settimana prima da una piccola webserie formata da sei episodi e chiamata: The Walking Dead: Torn Apart. Racconta la storia di uno degli zombie che Rick incontra durante il primo episodio. Altre webserie sono servite da apripista alla terza stagione come The Walking Dead: Cold Storage e The Oath – Il giuramento.
La serie ha avuto, durante le quattro stagioni, diversi alti e bassi. Ciononostante continua ad essere apprezzata e a mantenere lo spettatore incollato allo schermo del pc o della tv con il fiato sospeso e il cuore a mille.
Ultimamente qualcun altro ha deciso di affiancarsi e prendersi un posto sull’ondata zombie. Proposta come la risposta inglese a The Walking Dead, ma che con la serie americana non ha nulla in comune, In The Flesh è riuscita a trovare la variante innovativa e sorprendente al tema.
La serie non parte, come per le altre due, con un apocalisse di non morti. Inizia infatti dove di solito finiscono film, serie, libri e fumetti. Un approccio diverso e a mio parere vincente.
La storia ha come protagonista un ragazzo, Kieren Walker (Luke Newberry), che, come molte altre persone, risorge, ma viene catturato e riabilitato. Questo grazie ad una cura miracolosa che è in grado di ridare coscienza agli zombie permettendo di reintrodurli nella società. Ma la, serie non parla tanto di zombie quando di accettazione. In un clima di odio verso il diverso, In The Flesh serve da metafora. Lo zombie che viene reintrodotto nella società, dove è visto con paura e con orrore, scatena nei vivi reazioni repressive e di odio.
In Dead Set e The Walking Dead il nemico è il non morto. In In The Flesh il nemico è il vivo.
Queste serie tra loro molto diverse anche se mantengono un unico comun denominatore hanno in ogni caso il pregio di essere le serie pioniere su un tema… morto. Come già diverse volte sostenuto. Non è semplice basare una serie tv su un tema del genere.
Dead Set ha avuto l’onore di fare da apri pista. The Walking Dead ha saputo guadagnarsi continui rinnovi di stagione. In The Flesh ha avuto l’idea vincente di portare il sovrannaturale come metafora per un tema sociale e sempre, purtroppo, ricorrente. Avendole viste tutte e tre e avendole amate per diverse ragioni mi sento in dovere di invitare chi non le avesse ancora guardate a recuperarle; in particolare Dead Set, poco conosciuta, e In The Flesh che rischia, purtroppo la cancellazione della terza stagione.
Sosteniamo gli Zombie con una Zumba e ricordo a tutti che, dopotutto, entrare al Grande Fratello non è poi una cattiva idea, ma l’importante è avere sempre un cappello da sceriffo.
di Cristina (Zombie and proud since… ghghgh…)
(Link alle fonti disponibile cliccando l’immagine.)