In occasione della partecipazione mia e di altre due fanhartists al concerto di Ermal Meta, il 28 luglio a Villafranca di Verona, ho avuto modo di osservare la fauna fandomica in occasione del concerto. Con tanta ironia (ma anche parecchia verità), ho stilato un elenco di tipologie di fan che ho riconosciuto al concerto. Astenersi persone troppo seriose e poco autoironiche.

 

​[sigla di Ulisse: il piacere della scoperta]

 

Benvenuti a questo viaggio alla scoperta del fan nel suo habitat naturale, ovvero in presenza del proprio beniamino.

I fan, si sa, non sono tutti uguali, ma una caratteristica basilare li unisce, accomunandoli e definendoli, appunto, come appassionati: andare fuori di testa non appena si intravvede l’ombra della celebrity del cuore [true story: a Treviso l’intero teatro ha lanciato un urlo non appena si è vista proiettata l’ombra della folta chioma di Alberto Angela, N.d.R.].

Senso della misura, tono di voce moderato, comportamento morigerato, tutto questo salta completamente in quell’attimo in cui si intravvede la punta del capello del cantante/attore,/scrittore/ecc. del cuore.

 

Le principali caratteristiche psicofisiche dei fan

I logopedisti continuano da anni a studiare come facciano le corde vocali dei fan a generare dei vocalizzi (possiamo definirli richiami amorosi) talmente acuti da avere il potere di stordire delfini e pippistrelli, far ululare i cani a 150 chilometri di distanza e a mandare in corto il radar degli aerei che sorvolano la zona.

I fan sono esseri umani, ma sarebbe più corretto definirli super-umani, poiché hanno la curiosa capacità di resistere alla temperature più estreme, dai 40°C all’ombra ai -20°C al sole (laddove l’uomo medio mette il naso fuori di casa, fa il gesto dell’ombrello e rientra subito), grazie alla sola forza di volontà e all’amore per il proprio beniamino.

Un’altra caratteristica curiosa dei fan è che spesso non necessitano di quello che è invece basilare per altri esseri umani: cibo, acqua e bagno.
Al cospetto, o in attesa della star, il fan resiste stoicamente, entrando in una sorta di trance (simile alla tanatosi degli opossum quando si fingono morti per sfuggire ai predatori) in cui arresta provvisoriamente ogni funzione biologica, vivendo, letteralmente, di solo amore.

Infine, il fan è un bipede molto curioso poiché capace di riposare e dormire in piedi, come i cavalli, azzerando la necessità, comune agli esseri viventi, di sedersi o sdraiarsi, riuscendo così a resistere per ore in fila (caratteristica che gli torna utile nelle interminabili code degli uffici pubblici, riuscendo laddove l’uomo medio desiste).

Dal punto di vista caratteriale, il fan si differenzia in varie tipologie, ma in genere lo possiamo definire come entusiasta, deciso, appassionato. Al cospetto di chi tenta di rubargli il posto o passare avanti, però, il fan svela il suo lato aggressivo e protettivo, non dissimile da quello di una mamma orsa con i suoi cuccioli.

Il fan è anche essenzialmente un animale socievole: attenzione a cercare di superare un branco di fan, poiché essi si coalizzeranno per mettere al proprio posto, con le buone o con le cattive, l’usurpatore.
Tanto è brutale contro chi fa il furbo, quanto (solitamente) rispettoso e gentile con chi, invece ha difficoltà o ha il diritto di precedenza.
Insomma, il fan non va mai sottovalutato, in tutti i sensi.

Le tipologie di fan che si possono trovare ad un concerto

  1. Homo fandomicus iuvenis (meglio conosciuto come “le Ragazzine”)

    Giusto per chiarire, il fandom e le fangirls non sono un fenomeno recente; qui vediamo un gruppo di allora ragazzine fan dei Beatles nel 1964 (ma ci sono ovviamente anche esempi meno recenti) – Credits

    Specie più resistente, più decisa e più entusiasta della media, capace di fare – letteralmente – follie per il proprio amato.
    Al suddetto concerto di Ermal Meta, due fanciulle si sono arrampicate su per le mura del Castello Scaligero, laddove il varco era più accessibile, per riuscire ad entrare durante il soundcheck [no, non sto scherzando, non ho foto ma posso chiamare numerosi testimoni, N.d.R.]. Le ragazzine erano ad un passo dal(la) Meta, quando sono state notate e si sono date alla fuga.
    Fortunatamente, le giovanissime non presentano tutte una carenza così marcata di materia grigia da rischiare di ferirsi seriamente e di essere multate pesantemente per vedere il cantante del cuore per pochi secondi. E non tutte sono esagitate ed esagerate.
    Sicuramente gli ormoni e la poca esperienza le rendono spesso più scatenate, ma non sarebbe corretto definirle un branco di fangirl isteriche e maleducate. Al concerto avevamo davanti due ragazze di non più di sedici anni e sono rimaste tranquille (quanto lo si può essere in quella circostanza), educate e rispettose per tutto lo show.
    Fatta eccezione per la maleducazione, che non va tollerata a un anno come a novanta, spesso l’homo fandomicus non iam iuvenis dimentica che alcuni anni prima probabilmente non era diverso dalla fanciulla urlante di cui ora si lamenta.

  2. Homo fandomicus audax (ovvero, “gli Audaci”)

    Bivacco di fan di Ermal Meta per essere in prima fila al concerto del giorno dopo

    Bivacco di fan di Ermal Meta per essere in prima fila al concerto del giorno dopo – Foto di Camilla

    Tipologia di fan che è pronta a tutto pur di stare talmente vicino al proprio beniamino da poter contare le goccioline di sudore sulla sua fronte.
    Composto in prevalenza – ma non solo – di Homo fandomicus iuvenis, è la specie degli Audaci, di coloro che, come gli atleti olimpionici, si sono allenati per tutta la vita per quel momento.
    Laddove l’Homo fandomicus medius sopporta qualche ora sotto il sole cocente o tra i ghiacci della Siberia, l’Homo fandomicus audax campeggia dal giorno prima o – i più pelandroni – dalle 6 del mattino.
    Li vedi abbracciati al tornello d’entrata, peggio di Jack Dawson aggrappato a quella maledetta tavola dopo il naufragio del Titanic (e, sì, ci si stava in due, Rose!), con le stalattiti ai lati del viso e la carnagione bluastra d’inverno e con lo sguardo vitreo e ai piedi una pozza di sudore d’estate.
    L’Audace non parla, non si muove, sprecherebbe le preziose energie che lo fanno rimanere in vita, in una curiosa forma letargica.
    L’Audace è anche quello che, al momento giusto, corre.
    E’ il numero uno, è diventato tutt’uno con i tornelli di acciaio, ha presidiato da giorni. Quando si aprono i cancelli, l’Audace sa che è arrivato il suo momento. Passa i controlli di sicurezza, passa il controllo del biglietto e corre. Corre come il vento. Corre come se fosse inseguito da un branco di Velociraptor. Corre anche se non c’è assolutamente nessuno dietro di lui (poiché l’altro Audace, il secondo, è ancora ai controlli).
    Se si fermasse a riflettere, scoprirebbe che potrebbe semplicemente camminare fino al palco e sarebbe comunque in prima fila, al centro. Ma l’Audace non ha tempo per riflettere. l’Audace corre, spargendo oggetti dallo zaino rimasto aperto, sentendo Jenny che gli dice “Corri, Forrest, corri!” e se lo guardi bene, percepisci in sottofondo la colonna sonora di Momenti di Gloria.
    L’Audace calcola matematicamente la lunghezza esatta del palco e si piazza al centro spaccato.
    Si abbarbica alla transenna e per scollarlo di là dovranno passare sul suo cadavere.

  3. Homo fandomicus vulpinari (conosciuto come “i Furbi”)



    Tipologia controversa in quanto da molti considerata non degna del titolo di fan.
    I Furbi sostanzialmente vogliono ottenere tutto quello che conquistano gli Audaci, senza però prendersi la briga di lavorare e soffrire per guadagnarselo.
    In una società in cui i non più giovani si lamentano che “non c’è più l’educazione di un tempo”, si sarebbe portati a pensare che a questa categoria appartengano solo gli iuvenis. In realtà è una tipologia che colpisce trasversalmente persone di varie fasce d’età e va di pari passo con un deficit di .
    Abbiamo potuto assistere al desolante spettacolo di due signore di mezz’età (abbondante) che, quando ho chiesto quale numero avessero (ai cancelli gli addetti del fanclub davano un numero a partire dal primo che arrivava, per permettere un’entrata disciplinata) hanno risposto, confuse, che non ne sapevano niente, che quando erano arrivate (tardi) non c’era nessuno che scriveva i numeri.
    Con gentilezza, abbiamo spiegato che allora dovevano far entrare tutti quelli che avevano un numero sulla mano, poiché erano arrivati prima, con molti sacrifici. Quando le Furbe hanno capito che erano circa cinquecento, hanno iniziato ad avanzare nella fila. Ho ripetuto loro il concetto e le Furbe, con aria sconcertata, hanno esclamato che le stavano spingendo avanti e mi superò tranquillamente. Nessuno si era azzardato a spingere.
    Questo tipo di (non) fan, ha purtroppo il potere di costringere anche gli altri a farsi furbi, poiché anche se si ha una coscienza e si tenta di far passare avanti tutti quelli con un numero inferiore al proprio, i Furbi si intrufolano in maggioranza schiacciante, costringendo anche chi vorrebbe rispettare l’ordine ad entrare, dato che ormai si è creata una bolgia infernale.

  4. Homo Fandomicum Moderatum

     Fan action al concerto di Ermal Meta

    Fan action al concerto di Ermal Meta – Foto di Dania


    La maggioranza. Coloro che sono disposti ad un certo grado di follia, ma che non comprede scalate, campeggi e stoiche attese. Riescono ad ottenere risultati modesti in termini di vicinanza al beniamino, ma sono anche quelli che decidono di conservare le energie per poi scatenarsi durante lo spettacolo e gustarsi bene, anche se non da vicino, il concerto.

  5. Homo fandomicum Vetustum (ovvero “le nonnette/i nonnetti”) e Homo Fandomicum Summa Cum Iovine (i bambini)

    Ermal Meta con il piccolo Giuseppe al forum di Assago

    Ermal Meta con il piccolo Giuseppe al forum di Assago – Credits

    Tipologia più amata, sia dai beniamini che dagli altri tipi di fan, che solitamente si dimostrano gentili, cedendo il passo o facendo avanzare i più piccoli. Certo, anche questa tipologia può cadere nella sindrome del Furbo, ma solitamente sono coloro che strappano un sorrisone a chiunque.

 

Siamo giunti alla fine di questo nostro viaggio alla scoperta dei fan: una carrellata volutamente esagerata ma con al centro un nucleo di verità. Speriamo che vi abbia fatto piacere viaggiare con noi e siamo curiosi di sapere se avete individuato altri tipi di fan o se vi siete riconosciuti in qualcuno di essi.

A presto, con fanheart3: il piacere della scoperta.


Elena

Collaboratrice, webmaster, addetta marketing, organizzazione eventi. "Do not go gentle into that good night, Old age should burn and rave at close of day; Rage, rage against the dying of the light." - Dylan Thomas