Joker: Il Clown Principe del Crimine colpisce ancora!

“Certi uomini non cercano qualcosa di logico, come i soldi. Non si possono né comprare né dominare, non ci si ragiona né ci si tratta. Certi uomini vogliono solo veder bruciare il mondo.”

(Il Cavaliere Oscuro)

“Joker è semplicemente glorioso”, è stato il primo commento uscita dalla sala e dopo il successo con la vittoria del Leone d’OroVenezia 76 viene naturale, se non necessario, celebrare Joker di Todd Phillips

Perché se tutti eravamo un po’ scettici all’idea di un film su Joker presentato a Venezia (se non di un film su Joker, in generale), ogni dubbio si è magicamente dissolto, lasciando spazio al desiderio (e qui potrei mettere un punto, ma non lo farò) quasi vitale di averne ancora.

Al Lido le code erano interminabili fin dalle prime ore dell’alba, film quasi inaccessibile per alcune categorie di accredito e sala stampa in fermento. Ma ogni minuto di fatica è valso la pena!

Joker è gloria, frenetica e delirante. Folle, doloroso, disturbante e… divertente. A Joaquin Phoenix brucia un Oscar tra le mani, mentre scende, ballando, la scala che lo porterà alla leggenda. 

Nell’olimpo dei villian fumettistici Joker è forse il più famoso. Dal 1940 quando è apparso nel primo numero di Batman come nemesi dell’eroe di Gotham City, la sua popolarità è aumentata esponenzialmente e molti autori, attraverso vari media, hanno contribuito negli anni ad alimentarne il mito. Tanto su carta, quanto su grande e piccolo schermo, Joker ci ha mostrato molte facce, più o meno apprezzate dai fan. 

Al cinema, le storiche interpretazioni di Jack Nicholson in Batman di Tim Burton e di Heath Ledger ne Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan (che è valso all’attore un Oscar postumo), sono il risultato di due approcci molto differenti al personaggio, divenuti entrambi iconici grazie agli eccezionali interpreti, ma anche all’intuitività narrativa e artistica dei registi. 

Ed è forse proprio nella dimensione autoriale che questo personaggio riesce a brillare maggiormente di luce propria. In conferenza stampa qualcuno ha tracciato un parallelo tra Joker e Amleto, lasciando intendere come il Clown Principe del Crimine, sia diventato una sorta di banco di prova, temuto e ambito da molti attori. 

Joker è un personaggio difficile da approcciare per varie ragioni: per un attore, nel tentativo di rappresentare la sua follia, il rischio di “esagerare”, risultando ridicolo, è in agguato. Alle spalle ha una fanbase tanto solida quanto varia, legata strettamente al fantomatico “canone”, che in realtà è un’intricato percorso di cunicoli popolati da autori diversi, anni diversi, scelte grafiche e narrative diverse. La verità è che quando si parla di “canone” il terreno sotto i piedi si fa friabile e ognuno finisce per scegliere l’angolo di roccia che gli si adatta meglio

Difficile quindi modellare la materia senza il rischio di restarne scottati. Todd Phillips si rivela nel 2019 il demiurgo adatto a plasmare ancora una volta Joker su grande schermo, che per la prima volta ha un film interamente dedicato a lui. 

In una Gotham City squallida, violenta e sommersa dall’immondizia, governata dall’indifferenza e dalla menzogna, muore un uomo e nasce un dio

Joker è il dio del Caos, che genera e alimenta. Un virus letale che si diffonde e che rende violenti i miti e folli i razionali. 

Perché è il Caos, inteso proprio come “assoluto disordine” e “vuoto”,  il perno su cui ruota l’intera vicenda raccontata da Todd Phillips. Disordine mentale, follia che affligge e attraversa in varia forma la vita del protagonista, disordine fisico, come quello in cui versa la città, sporca e inospitale, disordine sociale, incarnato da una politica grassa e corrotta, lontana dai reali problemi della gente e infine disordine comunicativo, dove i mass media cercano il sensazionalismo estremo puntando sull’umiliazione del debole e l’esaltazione del bruto.

Per Todd Phillips, Joker è Gotham City. Il migliore terreno per gettare le fondamenta che porteranno all’origine del Cavaliere Oscuro.

Per Arthur Fleck la vita era sempre stata una tragedia, ora che è diventata una commedia, è arrivato il momento di trasformare in tragedia quella degli altri. 


Susanna

Autore "In the end, it doesn’t matter what design we choose because it’s what’s inside the machine that’s brilliant" Joe, Halt and Catch Fire