E un altro anno se ne va… Ci siamo appena lasciati alle spalle la 72esima edizione della Mostra del Cinema e già abbiamo iniziato il conto alla rovescia per la prossima.
Questi dieci giorni sono stati ricolmi di film tragici, attori (pochi), tanti Martini e diverse sorprese: noi inviate di fanheart presso il Lido abbiamo perciò deciso di presentarvi i dieci momenti migliori di cui siamo state testimoni e che a nostro dire manifestano perfettamente cosa vuol dire essere fans… ma anche perchè sia inevitabile esserlo. Senza ulteriore indugio, dunque…
Il CASO JOHNNY DEPP
Vero tormentone di questa edizione della Mostra del Cinema è stato proprio lui, l’idolo delle folle da più di trent’anni, Johnny Depp.
Abbiamo perso il conto di quanti, prima e dopo la fantomatica conferenza stampa dello scandalo (quella dove, per intenderci, si è presentato in braghe di tela color cachi e giacca verde disperazione), ci hanno chiesto “ma… è vero? Johnny Depp è davvero ingrassato? è brutto? è sporco? puzza?”.
Per dissipare tutte le vostre preoccupazioni, sappiate due cose 1) Johnny Depp è SEMPRE stato puzzone (così, tanto per farvelo sapere) 2) NON era assolutamente grasso. Visto a tre metri di distanza, Johnny Depp è un uomo di 52 anni normopeso. Punto.
Un uomo di 52 anni affascinante e dalla battuta sempre pronta che, uscito dall’auto sul red carpet, si è visto davanti una folla che la Mostra di Venezia non ricordava dai tempi dei Brangelina nel 2007 (anno in cui, per altro, c’era di nuovo sempre lui). Nemmeno con Clooney nel 2012 si era arrivati ad avere gente sporta della balconata del Palazzo del Cinema.
Diciamo tutto questo perchè sì, lamentiamoci di Johnny Depp, che è vecchio, brutto, gonfio, non è più mio amico ecc, ma immaginate sempre che QUESTA era la sala stampa prima del suo arrivo,
e QUESTA era la gente in attesa che scendesse dalla macchina alle 19.30 del 4 settembre 2015
Puzzolente o meno, Johnny Depp è indiscutibilmente uno degli ultimi grandi divi.
FUKUNAGA MON AMOUR
Una delle cose che maggiormente stuzzicava i nostri sensi fansiniani, era la prima del promettente Beasts of no nation, ultima fatica del regista Cary Fukunaga, famoso soprattutto per aver diretto la prima stagione della popolarissima serie dell’HBO, True Detective.
Considerato che buona parte del gruppo è grande fan di Rust e Marty, non vedevamo l’ora di poterci congratulare di persona con il suddetto per il suo lavoro e augurargli una brillantissima carriera nel dorato mondo del cinema.
Al fine di meglio adempiere a tale missione, un paio di giorni prima della partenza, ci siamo preoccupate di sapere qualcosa in più sull’individuo, giusto per essere in grado di riconoscerlo in caso ce lo fossimo trovate davanti ecco.
Bene.
Ora che abbiamo la vostra completa attenzione, possiamo confermarvi che si, il film è stato bello e toccante oltre ogni aspettativa e noi abbiamo già deciso che quest’uomo merita un Oscar. Così a caso (scusa Leo).
Nei primi minuti della conferenza stampa ha parlato di moltissime cose, molto serie, molto importanti. Abbiamo captato riferimenti a proposito del traffico di diamanti in Africa e che ha studiato Scienze Politiche (?), ma ci sono voluti 10 minuti buoni e il focus sul film per tirar fuori il nostro cervello dalla gelatina.
La sera stessa dopo la prima del film, è stato deliberato di stalkerarlo senza ritegno per balbettargli complimenti e conoscere la sua opinione in merito alla poligamia chiedere una foto.
Ammirate che belle faccette da gita scolastica:
Sappiate che d’ora in poi saranno autorizzati solo accoppiamenti tra svedesi e giapponesi.
DESDE ALLA’ aka THE SLASH FANFICTION
Sabato, alle 19.30 ora locale, è stato annunciato il titolo del film vincitore del Leone d’Oro. Eravamo pronte a tutto… minatori cinesi (Behemoth), un Napoleone perso al Louvre (Francofonia), film kitsch che neanche la camera da letto di Barbie (Per Amor Vostro)… Ma quello che neppure nei nostri più lontani sogni potevamo aspettarci era la vittoria di un film la cui sceneggiatura potrebbe tranquillamente essere pubblicata su AO3 (lo diciamo in senso assolutamente buono) e ottenere kudos per un esercito intero.
Desde allá – che a dirla tutta ha meriti che vanno un po’ oltre i contenuti specifici di cui parliamo in questa sede (per chiarimenti, sentitevi liberi di contattarmi personalmente o leggere questa recensione) – è letteralmente la fanfiction slash che aspettavate di vedere sullo schermo, piena di angst, ust ed una dose di hurt/comfort (qualche definizione qui). Certo, la differenza di età fra i due personaggi si vede, ma non parliamo di un effetto alla Gerontophilia (da Venezia 71) e nel complesso anche esteticamente il pairing funziona. Un film che ha riscaldato i nostri cuori di slasher e che ci fa vanamente bramare per un sequel.
NB: se vi interessa entrare nel fandom di questo prodotto, prego contattare me e Sara Kiport con qualunque mezzo riteniate necessario.
THE CUMBERBATCH EFFECT
Dicesi Effetto Cumberbatch la conseguenza di una foto fatta da un fan in compagnia di un attore poco famoso, costituita dal suo diventare materiale da premio Oscar nel giro di 6 o 12 mesi dal momento in cui suddetta foto è stata scattata.
Tale fenomeno è stato scoperto nel 2011 quando, al grido di “Mr Cumberbatch?”, l’ormai celebre Benedict Cumberbatch si fermò e posò per uno scatto con la sottoscritta nella hall del bell’hotel Excelsior, per poi trasformarsi in un fenomeno internazionale nel giro di pochissimo tempo.
Da quella data in avanti, ogni anno è l’anno buono per noi di fanheart per scoprire nuove future celebrità. Ci si fa le foto con tutti, ma proprio con tutti, perchè non si sa mai chi potremmo un giorno rimpiangere di aver tralasciato. Quest’anno è stata la volta di due personaggi già in parte conosciuti, ma ancora non di fama propriamente globale. Parliamo dell’attore canadese Alexander Ludwig, già Cato in The Hunger Games nonchè presenza stabile in Vikings, e dell’indonesiano Chicco Jerikho.
Ma l’elemento che più di tutti dimostra la veridicità della nostra teoria è la foto, fatta subito dopo la visione del film, assieme all’attore Alfredo Castro, protagonista di Desde allá. La pellicola che, come ricordato sopra, due giorni dopo ha vinto il Leone.
Coincidenze?!? Provate per credere. Noi certo serberemo questo momento nel cuore e vanteremo di esserne state parte quando Tumblr impazzirà per questo film.
ESSERE FANS, QUESTO MESTIERE PERICOLOSO
Essere fans è un duro mestiere, ma qualcuno deve pur farlo. Quest’anno, oltre ad essere fisicamente impegnativo, si è dimostrato anche fisicamente… pericoloso. Per chi non lo sapesse, da diversi anni a separare noi del pubblico dalla bellissima distesa del tappeto rosso vi è una barriera di oleandri che non ha nulla da invidiare al muro di Jon Snow. Come se non bastasse fra noi, gli oleandri e il tappeto si sono messi di mezzo anche i giornalisti che, come era ovvio aspettarsi, coprono quasi completamente la visuale del pubblico sugli attori in arrivo. La soluzione? Ovviamente arrampicarsi. Che sembrava una scelta più che adeguata in un Festival che si apre con un film intitolato Everest. Se non fosse per l’equilibrio precario che una tal situazione ovviamente genera.
Ed è così che, nel bel mezzo del passaggio di Mark Ruffalo, movimenti inconsulti alla nostra sinistra ci fanno voltare e osservare l’involontario tuffo (leggi “caduta rovinosa”) di non una, non due (!), non tre (!!), ma ben quattro (!!!) persone dal muretto di osservazione nelle piante di oleandro. Sulle quali hanno lasciato la sagoma in stile Gatto Silvestro e dalle quali sono state soccorse dai pochi fotografi che non stavano fotografando la scena.
Un momento memorabile di cui conserveremo per sempre il ricordo. Cosa non si fa per amore di un Avenger.
“VECCHIE” (?) GLORIE E NUOVE PROMESSE
Il 6 settembre è stata la volta di Guadagnino e del suo (criticato, sigh) A bigger splash. Certo, il poliziotto è un fan, e si comporta come uno di noi… ma non è la (ironica e adorabile) natura umana? …Non diremo altro in tale sede, tranne che ribadire la nostra devozione al regista, in particolare dopo le risposte date in conferenza stampa. Piuttosto vogliamo cercare di condividere con voi il motivo per cui questo film è il perfetto ponte fra passato e futuro e fan che sono stati e quelli che verranno.
In primo luogo, un riassunto della trama:
Ralph Fiennes (che, giovani generazioni che ci avete fermato al Lido, è anche uno dei protagonisti di quel leggermente famoso Schindler’s List, avete presente?) la fa in effetti da padrone.
Balla.
UN VERO EROE☝️
“@isatbytheriver: #RalphFiennes patrimonio dell'umanità pic.twitter.com/R5UwSmbztL”— yeah lena ⚡️ (@yeah_lena) September 7, 2015
Nel senso che BALLA.
https://twitter.com/SupergaCinema/status/640868134287765504?lang=it
E… sì, abbiamo detto che balla?
#RalphFiennes saw the opportunity to throw some shapes at #VeniceFilmFestival . Seems the rhythm IS going to get ya.. pic.twitter.com/hnPU9Uwmfs
— Quillindras (@Quillindras) September 7, 2015
Fa tante altre cose nel film, ma soprattutto balla.
RALPH FIENNES dancing at the photocall! #ABiggerSplash #Venezia72 pic.twitter.com/MXJs2gSpCg
— Biennale di Venezia (@la_Biennale) September 6, 2015
Accanto a lui ritroviamo la prossima promessa Marvel. No, non abbiamo uno speciale insights sulle scelte di casting a venire, ma dopo averlo visto a Venezia e averne assaporato le potenzialità, non abbiamo dubbi che il belga Matthias Schoenaerts sarà presto annoverato fra le schiere di cattivi del nostro cinematic universe preferito.
E’ la preda da fan perfetta. E’ fisicamente virile (alla Lee Pace), ma ambiguo (alla Cumberbatch), emana bellezza emotiva, una certa riservatezza ed eleganza (alla Tom Hiddleston) e ha momenti in cui sembra un labrador (alla Chris Evans). Ed ovviamente è un attore splendido che riesce a fare una scena di doccia assolutamente inutile nel film senza renderla palesemente fuori luogo.
Se non sono validi motivi per assumerlo questi…
VASCO
Non ci sono storie!!! Il suo solo nome dice tutto. Nessuno come lui è in grado di agitare folle di italiani e anche il suo arrivo al Lido non è di certo passato inosservato.
Già nel viaggio in vaporetto, verso la Mostra del Cinema, si avvertivano fan emozionati chiedersi se sarebbero riusciti a vedere il loro Idolo, anche se non erano riusciti ad acquistare i biglietti del film a lui dedicato, esauriti a tempo record e introvabili.
Ha portato una scarica di emozione e aspettativa degna dei più grandi attori che hanno attraversato il tappeto rosso nei giorni precedenti, e in un momento in cui la Mostra aveva ormai perso quella sua aria da festival piena di glamour, lustrini e vips.
Inutile dirlo che anche chi non è così fan del Vasco nazionale è dovuto capitolare e ammettere che, per i suoi 63 anni, è sempre e comunque un grande animale da palcoscenico. E decisamente sa come farsi amare dal suo pubblico, concedendo autografi e foto a tutti e tuffandosi, letteralmente, tra la folla.
QUESTA VALLE DI LACRIME
Dovete sapere che alla Mostra del Cinema prima o poi finirete per piangere. E’ matematico che almeno un film esaurisca ogni vostra riserva di lacrime. Proprio quelle che non avete già sparso per i vari finali di stagione delle vostre serie tv preferite.
Quindi se non siete nati Grinch (ehm… ehm…. Ogni riferimento è puramente casuale!!!) e andrete a vedere i film del prossimo festival, preparatevi scorte di fazzolettini… Che poi potreste doverli condividere, per esempio, con… Mark Ruffalo e Shia “Ma chi gli ha dato ‘sto nome” LeBeouf.
Ebbene sì, il nostro Hulk tenerone preferito si è sciolto in lacrime durante la proiezione del suo film, Spotlight, che racconta l’inchiesta di un gruppo di giornalisti di Boston su dei casi di preti pedofili.
Insomma una tematica leggera, leggera!!!
Ma anche Shia non ha potuto resistere. Durante la proiezione di Man Down si è trasformato in una vera e propria fontana. …Bisogna anche dire che molti gli hanno fatto compagnia.
Forse è stato anche per questo che al termine del film si è tanto intenerito da rilasciare autografi e foto a chiunque ne chiedesse, nonostante qualche ora prima si fosse categoricamente rifiutato.
E bravo Shia!!!
JAKE GYLLENHAAL ABBRACCIA GENTE
Per chi è nuovo, della magica atmosfera del Lido, in questi 10 giorni, ogni momento è una scoperta. Guardare film nuovi (che poi saranno introvabili), conoscere gente interessante e vedere finalmente da vicino come sono gli attori che avete sempre ammirato.
A volte vi ritrovate ad affrontare cocenti delusioni, quando il vostro divo del cuore si rivela essere troppo pieno di sé per dar retta ai suoi fan (o quando per colpa di resse di altri ammiratori e fotografi vi ritrovare a vedere solo i capelli dei vostri idoli, sommersi da altre persone chiassose ed emozionate quanto voi).
E poi c’è quello/a che fa di tutto per accontentarvi, ignorando stanchezza e avvertimenti di manager, bodyguards e organizzatori.
Uno di questi è Jake Gyllenhaal. Il nostro bell’uomo barbuto non solo si e prestato per selfie, foto e autografi. Durante la sua sfilata al tappeto rosso ha pure concesso abbracci. Da quanto ci è stato riferito si è fatto di corsa il tappeto rosso, nonostante dovesse entrare in sala grande, per raggiungere una fan che agitava disperata un cartello, richiedendo solo un suo abbraccio. Detto, fatto.
E diciamocelo… chi non vorrebbe un abbraccio da Jake???
Le nostre memorie da Festival potrebbero durare altre venti pagine, ma per oggi chiudiamo qui. Vi salutiamo condividendo con voi un ultimo moto di speranza: ovvero che il nostro amato e rispettato Direttor Barbera resti con noi per un altro lungo mandato (e che magari con l’occasione si decida a riportarci le proiezioni di mezzanotte). Arrivederci a Venezia 73, colleghi accreditati e non (e ricordate di entrare nel fandom di Desde allá!!!)
Il presente articolo è stato lavorato a tre mani da Susanna, Agnese e Cristina