Articolo di Francesca

Se avete una minima dimestichezza con l’universo degli anime, dei manga, dei videogiochi e in generale della cultura moderna giapponese, sapete che c’è una sola parola che, superati i confini nazionali, esprime in quel territorio l’intero mondo del fandom: otaku.

Come nel caso di fan (o nerd), la nascita di questa parola negli anni Ottanta ha una valenza spregiativa al massimo: allo stesso modo indica una persona “ossessionata” da qualcosa, alienata, lontana dalla realtà. Poi, come sempre accade, il termine è stato assunto a poco a poco come una rivendicazione di identità da parte degli appartenenti alla categoria diventando un termine cool e subito connotante. Anche noi Europei, anch’io posso essere un’otaku. E lo sono stata.

In questo articolo voglio parlarvi di un manga delizioso pubblicato anche in Italia qualche anno fa dal mensile Kappa Magazine della Star Comics – che per più di un decennio è stata la rivista baluardo del fumetto giapponese in Italia – e successivamente in formato monografico: Otaku Club.

Il titolo originale è Genshiken, di Kio Shimoku, ed è stato edito tra il 2002 e il 2006 sul mensile giapponese Afternoon e successivamente ha avuto anche un adattamento anime. La parola Genshiken è una contrazione di Gendai Shikaku Bunka Kenkyūka (Società per lo studio della cultura visiva moderna) e indica in questo caso il nome di uno di quei club scolastici pomeridiani con cui, se amate gli anime, vi sarete senz’altro incontrati molte volte altrove. In Giappone infatti la vita dello studente è a tempo pieno ed è fortemente incoraggiato che, oltre alle ore di lezione, lo studente liceale o universitario scelga una o più attività pomeridiane da svolgere in gruppo, nei club della scuola.

Il Genshiken si propone di ‘studiare’ la cultura visiva moderna giapponese, escamotage che diventa un mero alibi per un gruppo di otaku universitari per condividere la loro passioni, le loro fissazioni per manga e anime, le loro idiosincrasie, le loro diversità, le loro difficoltà in campo amoroso.

Vi suona familiare? Il pensiero va subito a The Big Bang Theory, spassosa sit-com americana con una tematica molto simile: un gruppo di nerd più che ventenni sfigati e amici per la pelle, visti attraverso l’occhio perplesso della vicina di casa bionda e svampita che viene conquistata a poco a poco dal loro mondo.

Bene, Genshiken Otaku Club è stato il Big Bang Theory giapponese. Anche nella formazione dei personaggi i paralleli non mancano, fatta salva una singola eccezione che spiegherò a breve.

Il protagonista è il classico “otaku medio”, Kanji Sasahara, timido, basso, che inizialmente quasi non parla. Vergine, amante dei manga, degli anime e dei videogiochi, ha come tutti i suoi compagni maschi di club un debole per le varianti “hard” dei media suddetti; ma come tutti loro, si offende se vengono chiamati porno. Trattasi infatti di anime, manga e videogiochi “erotici”.

Makoto Kosaka è l’altro protagonista iniziale, il più anomalo del club in un certo senso poiché gran bel ragazzo ma, a detta dello stesso Sasahara, il più otaku di tutti. Un po’ svagato e di buon cuore, è quello che ha meno difficoltà nell’avere una vita sentimentale.

Poi c’è la terza protagonista, Saki Kasukabe; eccola qua, la Penny della situazione. Una bella ragazza dal carattere duro, per niente otaku ma innamorata di Kosaka, si troverà non solo a fare parte del club suo malgrado per attirare le attenzioni del ragazzo, ma anche addirittura a fare un cosplay durante una convention – ottenendo per altro un discreto successo.

Poi c’è Harunobu Madarame, alto, magrissimo e occhialuto, il classico soggetto evitato dalle donne come la peste, perso nel suo mondo, con una perversione sessuale che gli impedisce quasi di trovare attraenti le donne se non sono disegnate; ma, a un certo punto subirà il fascino di Saki quando si renderà conto che, pur mantenendo la sua estraneità al gruppo, la ragazza mostra un attaccamento sincero e vivace per loro.

Questi i personaggi principali introdotti fin dalle prime pagine, a cui si aggiungeranno poi altri soggetti più o meno bislacchi, club rivali, nuovi acquisti. Un valore aggiunto rispetto a The Big Bang Theory, secondo me, la differenza di cui prima parlavo prima, sta nel fatto che a un certo punto il fumetto pur essendo uno shonen manga (fumetto scritto da un uomo per un pubblico a maggioranza maschile) introduce il grande tema mancante della sitcom americana suddetta: il fandom femminile.

 

Se infatti The Big Bang Theory ripropone la dicotomia un po’ passatista per cui sono solo i nerd uomini quelli che si appassionano a serie tv, fumetti e videogiochi, con un costante sguardo “compassionevole” da parte di tutti i personaggi femminili – che anche quando “nerd” come i corrispettivi maschili non sono mai interessate al mondo dei fandom – Genshiken inserisce nel gruppo di “fanatici” due divertenti personaggi femminili: Kanako Ono, ragazza bella ma iper-timida vissuta in USA per qualche tempo, cosplayer convinta e con il kink dei personaggi maschili “stagionati”, possibilmente calvi…E la mia preferita Chika Ogiue, piccoletta dallo sguardo torvo che inizialmente si propone come nemica giurata degli otaku. In particolare delle otaku donne. In particolare delle otaku donne yaoiste, cosa che scatenerà le ire di Kanako che è una simpatizzante attiva del genere. (Devo spiegare cos’è lo yaoi? Lo yaoi è, come nella cultura occidentale è diventato lo slash, quel tipo di letteratura generalmente rivolta a un pubblico femminile che è dedicata a relazioni amorose o sessuali tra personaggi maschili).

Ogiue, nel perfetto rispetto del detto chi disprezza compra, è in realtà una yaoista incallita ma repressa dalla paura di non essere accettata e che troverà nel Genshiken una famiglia in cui essere se stessa ed esprimersi. Anche troppo, visto che inizierà a shippare – fantasticare su una relazione – tra Sasahara e Madarame e a realizzarci addirittura una fanfiction a fumetti. La fumettista in erba diventa poi il love interest proprio del “protagonista” Sasahara che, a sua volta, ha preso coraggio (anche grazie, incredibile a dirsi, alla fanfiction della ragazza che lo rappresenta dominante come non è mai riuscito a dimostrarsi nella vita fino a quel momento) e lui e la minuta Ogiue salperanno alla fine dalle Isole Vergini insieme. ^^ A mio avviso sono una delle coppie più tenere, realistiche – e auspicabili – in cui mi è capitato di imbattermi.

Vi consiglio dunque, se ne avete la possibilità, di recuperare questo fumetto divertente, onesto, pulito, che qualche anno prima di The Big Bang Theory ha fatto sentire alcuni di noi un po’ meno soli nell’universo.

 

Articolo di Francesca