Vi ricordate questo articolo e la nostra introduzione sul fenomeno del divismo? Avevamo promesso di tornare a voi per parlare dei nostri divi del cuore e quale occasione migliore di quella offerta dall’avvicinarsi della Mostra del Cinema di Venezia a cui anche quest’anno parteciperemo come inviate?

Le mostre del cinema, i festival, le convention – come ad esempio le più recenti a cui abbiamo avuto la fortuna di prendere parte direttamente (Jib – Supernatural) o indirettamente (Sherlocked) – sono infatti i luoghi per eccellenza in cui è possibile dare sfogo alla propria passione per una celebrità più o meno conosciuta.

Ma come funziona, al di là delle teorie scientifiche, questo fenomeno? Gli articoli di giornale che lamentano le lacrime amare di chi sognava di sposare Benedict Cumberbatch e ora si ritrova sostituita come moglie da una brillante e bellissima regista di teatro vanno per la maggiore… ma sarebbe estremamente riduttivo (e forse anche poco rispettoso) considerare i fan di una star sotto questo punto di vista.

Sappiamo vita (morte) e miracoli del nostro attore? Probabilmente sì. Abbiamo come sfondo di whatsapp una scena tratta dal suo film/telefilm migliore? E’ possibile. Ci sentiamo sotto certi aspetti “vicini” a questa star? Quasi innegabile.

Sembra infatti – banalmente parlando – di conoscerla meglio di tutte le altre celebrità: questa persona parla a noi per tutta una serie di motivi. In certi casi essa rappresenta un semplice ideale estetico, al pari di un bellissimo quadro da ammirare; in altri, dà modo di affrontare, attraverso i suoi personaggi, elucubrazioni psicologiche affascinanti e complesse, non da ultima quella di chiedersi cosa voglia dire per una persona interpretare personaggi così simili (Robert Downey Jr/Tony Stark) o così diversi (Chris Evans/Steve Rogers) da sè. In altri ancora essa dà voce, da una posizione sociale che “agevola” l’essere ascoltati, a idee e credenze che sentiamo nostre e che ci fanno sentire virtualmente “dalla stessa parte”. Non da ultimo (ma ci sarebbero tante altre motivazioni da citare) alle volte associamo questa celebrità a momenti ed eventi specifici della nostra vita. Non tanto perchè essa ha avuto un ruolo concreto nel determinarli… ma perchè la presenza o l’idea di questa celebrità ha accompagnato “sullo sfondo” il verificarsi dell’evento/del momento e da quel giorno ne è divenuta quasi un promemoria vivente. Un esempio banale per comprendere meglio quest’ultimo aspetto lo posso fare citando i Backstreet Boys, perchè non dubito che fra voi si celino fan o ex-fan (come me!). Ora vi sembreranno forse un po’ ridicoli quei mesi passati ad attaccare figurine, appendersi poster in camera, stoppare i video musicali nei momenti più belli, ma il solo pensare ai Backstreet Boys riporterà molti di voi automaticamente agli anni adolescenziali… e anche se questo gruppo musicale non ha certo rappresentato l’aspetto più importante della vostra adolescenza, lo assocerete automaticamente ad un modo di essere e a certe attività che facevate, certe amicizie che avete coltivato, certi entusiasmi di cui adesso, magari, vi vergognate un pochino. Una celebrità del cuore alle volte fa anche questo, perciò: diviene tale perchè stimola il ricordo di un momento o di un periodo piacevole, diventandone un simbolo.

E poi c’è naturalmente qualche elemento un po’ più morboso (nel senso “migliore” del termine) che ci lega a certi vip piuttosto che ad altri e ci rende curiosi riguardo tutto ciò che ha a che fare con loro.

Ma questa è un’altra storia…

Lasciamo ora questa lunga premessa con la quale speravamo di sentirci meno in colpa per il momento di fangirling che seguirà per passare a proporvi il primo vip della stagione primavera-estate 2015.

Battere le mie colleghe sul tempo e pubblicare per prima è stata una mossa necessaria, perchè per un qualche arcano motivo l’idea che potessi parlare davvero di Russell Crowe, qui, pubblicamente, in un blog così morigerato e moderno, sembrava spaventarle alquanto e temevo me lo impedissero fisicamente.

Come se lo nominassi sempre.

Come se gli inviassi tweet o commentassi il suo profilo Facebook.

Ehm.

D’altronde i motivi per diventare irrimediabilmente fan di quest’uomo sono numerosi. Ne presenterò cinque che mi sono particolarmente cari e che non saranno probabilmente motivi seri e “completi”, ma spesso più degli spunti per… l’approfondimento autonomo. Caldamente incoraggiato.


Russell Crowe

DO NOT FORGET MY NAME. dO NOT FORGET ME!

 

1. L’uomo, il mito.

Suvvia, l’avete visto tutti Il Gladiatore. E al di là delle lamentele sulla veridicità storica della vicenda ( *coughviolentiacough* ) non potete non trovare in Massimo Decimo Meridio la perfetta rappresentazione fisica e psicologica di uno di quegli eroi nobili e virili di cui dovrebbe essere fatto il mondo.

Russell Crowe, all’epoca 36enne, si è mostrato talmente adatto per il ruolo sia dal punto di vista attoriale che prettamente estetico da vincere quel meritato Oscar che Di Caprio – Dio l’abbia in gloria – tutt’ora brama.

Russell è dunque un divo di quelli veri, capace di interpretare uno scienziato da premio Nobel, un tizio tutto muscoli e molto cuore, un ragazzo gay, un pugile che cerca il riscatto, un cowboy criminale (so sexy), un ispettore francese ( <3 ) con seri problemi ossessivi, e via dicendo. Il tutto risultando sempre ugualmente credibile, come se lui fosse il personaggio… ed il personaggio diventasse lui.

Massimo Decimo Meridio | Il Gladiatore (2000)

John Nash | A Beautiful Mind (2001)

Jack Aubrey | Master & Commander (2003)

Javert | Les Misérables (2012)

Sottoporvi un resoconto serio e responsabile delle motivazioni per considerare a tutti gli effetti Russell Crowe uno dei miti del cinema degli ultimi vent’anni risulterebbe probabilmente inutile in questa sede, e quindi – per quanto molto del mio essere fan dipenda da questa sua innegabile capacità – tornerò un attimo indietro, al titolo di questo primo punto e al tweet sopra citato, riassumendo i concetti che seguiranno con una sola parola: l’uomo.

Il nostro caro amico Rusty è l’uomo per eccellenza della mia vita da fan. Il mio cuore può saltellare felice fra il dolce Tom Hiddleston e il sexy Tony Stark Robert Downey Jr, ma Russell è The Man. Quello vero.

Ed ecco a voi qualche gif esplicativa:

1. Lo sguardo con movimento del viso e degli occhi dal basso verso l’alto #ThingsThatKillYouDead

2. Il sorriso e le sopracciglia da labrador (chi ha orecchi per intendere…)

3. Russell Crowe sta benissimo bagnato…

4. …e disteso.

5. E’ adorabile con i bambini

6. Ha valori piacevolmente definiti e che vive.. intensamente (torneremo più avanti sulla questione…)

Ed anche ora che il nostro uomo è generosamente inciompettato e porta fieramente il capello brizzolato, con quella faccia da orsetto del cuore gli si perdona tutto.

Russell Crowe alla prima di Noah


2. The Master of Sass

Che ne dicano i vostri parenti, una celebrità, quando vista di persona, non è per niente una delusione: è anzi molto ma davvero molto più bella di quanto vi sembrasse sullo schermo. Difficile non essere apparentemente perfetti quando si hanno creme per il viso da 500 dollari, vestiti di quelle marche che neanche di notte le sogno per paura di ritrovarmi Valentino sulla sponda del letto a chiedermi il conto, e si va in palestra 12 ore su 24. Hanno eleganza e moderazione nei movimenti e nelle interviste, sex appeal e disinvoltura, ironia ma una certa discrezione… Hollywood, insomma, è sempre l’immagine della perfezione.

E poi arriva l’Australia e ti scombina tutto (anche agli Eurovision, sì, ma per motivi diversi).

Russell è… Russell. Ha quasi zero filtri, è un batuffolo di sarcasmo che neanche Doctor House (tranne poi commuoversi per i film), dice le cose che in molti pensiamo e risponde a tono se poi viene assalito da quel buonismo alternativo che va tanto di moda ultimamente (vedasi quanto successo per il suo commento sui ruoli adatti all’età di una persona). E’ tondo e fiero, condivide su twitter i suoi progressi negli allenamenti solo per poi mettersi a discutere pubblicamente con le sue stesse chiappe.

(segui il resto del dialogo qui)

Alcuni giornali lo definiscono arrogante. Io lo amo perchè è la cosa più imbarazzante, diretta e credibile della storia umana.


3. …and The King of Twitter

La sua pagina twitter è una delle cose più belle di Internet.

Contiene…

Russell Protezione Animali

 

Russell Cantastorie

(il resto del racconto di vita è qui)

 

L’Extended Edition dei suoi film…

(bonus post)

 

La descrizione precisa delle sue fatiche fisiche

 

Me

 

 

 

 

Hugh Jackman… Aussie Bromance Forever.

 

Russell l’uomo sensibile

 

Il tweet che amerò fino alla fine del tempo

…eccetera eccetera.

Cosa volete di più?


4. Il kink dei kink

Self explanatory post. E non aggiungerò altro perchè a quanto pare è una cosa comprovata tanto quanto il fatto che Alberto Angela si veste sempre abbinato all’ambiente. Sapevatelo.

(just saying)


5. The Voice

No, non il programma.

Signore e signori, tutti sapete la triste storia delle critiche ricevute da Russell per la sua interpretazione di Javert in Les Mis. La gente ha urlato alla tragedia, ma la vera verità è che Russell nasce come cantante, raggiunge dei bassi meravigliosi e non sbaglia una nota a pagarlo. Soprattutto in Les Misérables.

Hugh Jackman – il mio secondo amore – ha sicuramente un modo di cantare molto più adatto al genere musical, ma se andate un attimo oltre questo concetto vi accorgerete che Rusty è davvero molto bravo. Ma proprio tanto tanto. E siccome Javert è il mio secondo personaggio preferito, Valvert (Valjean/Javert) la mia seconda ship del cuore e adoro la nota bassa che raggiunge in questa canzone, ecco un altro video, questa volta tratto direttamente dal film (contiene spoilers):


Si chiude qui il nostro primo excursus nel mondo dei divi. La mia collega Susanna tornerà a voi con una proposta/star completamente diversa ma che vi farà sentire parte di un grande mondo felice. Nel frattempo ricordo a tutti voi di presentarci i vostri commenti riguardo ai vip che popolano i vostri sogni e cercare di farci diventare a nostra volta loro fan.

Come direbbe il Presidente Snow: “Convince me” (cit. Hunger Games).

O per lo meno…


 

By Agnese


Agnese

Presidente, autrice. "The only way to be happy is to love. Unless you love, your life will flash by" The Tree of Life, 2011