Anche quest’anno eravamo presenti al Salone del Libro di Torino, giunto alla sua 32° edizione.

Come sempre, torniamo a casa stanche, con i piedi doloranti ma con in testa un vortice di idee e riflessioni scatenate dai numerosissimi incontri di questa fiera.

fanheart al Salone del Libro
Elena e Cristina, le inviate di fanheart3 al Salone del Libro

Tecniche di sopravvivenza e dritte per organizzarsi

Innanzitutto qualche avvertimento ai bookfans che intendono andarci il prossimo anno per la prima volta.

Uno non va semplicemente al Salone del Libro guardando il programma e segnandosi gli incontri interessanti, pensando – ingenuamente – di mettersi in fila quei 15-20 minuti prima.

La scaletta dei panel da seguire la potete pure stilare, basta che poi siate consci che la stravolgerete completamente. E sarete comunque estasiati dall’aver partecipato all’evento su vattelapesca invece che alla conferenza con l’autore XY perché scoprirete un mondo inaspettato dietro a vattelapesca. Davvero.

Diciamo che vi consigliamo di non avere solo un piano A e B, ma anche C e D, e magari pure E.

Insomma, segnatevi bene le presentazioni a cui non vorrete mancare assolutamente, quelle imprescindibili, quelle per cui, se per caso l’addetto non vi fa entrare vi trasformate in Hulk e spaccate tutto.
Segnatele bene e presentatevi almeno un’oretta prima alla sala (di più se il relatore è una persona Eccelsa, Sovrumana, Divina… macché Thor, stiamo parlando ovviamente di Alberto Angela!).
Vedete com’è la situazione: se c’è già gente in coda, accodatevi pure voi (il barbonaggio, ovvero sedersi per terra senza ritegno, è solitamente tollerato, purché non blocchiate giustamente le uscite di sicurezza – in quel caso un addetto si materializzerà per farvi spostare). Altrimenti avete ancora quei 5-10 minuti per bagno, caffé o acquisti. O anche tutto insieme se siete Flash.

Le altre presentazioni – quelle per assistere alle quali non dareste volentieri un rene, un polmone e una milza – vanno a costituire il limbo dei “vorrei ma…”.
Vorrei ma… sono le quattro e l’ultimo cibo che ho mangiato è stato il croissant delle cinque e venti di stamattina.
Vorrei ma… c’è una fila che parte praticamente da Milano e non entrerò manco per sogno.
Vorrei ma… la fiera quando me la giro?
E, soprattutto: vorrei, ma… sono in sala nell’incontro precedente e non posso rimanerci per quello successivo.

Ovvero: al Salone del libro, nella maggioranza delle sale (fanno eccezione, che noi sappiamo, solo il Caffé Letterario e lo Spazio Rai), al termine della presentazione tutti devono uscire, obbligatoriamente. Anche chi vorrebbe partecipare all’incontro successivo.
Il che è bellissimo perché impedisce ai maleducati di occupare sedie ad oltranza, magari pure lasciando appoggiate borse o cappotti per tenersi il posto mentre girano per la fiera, impedendo ad altri di accedere. Uno stuolo di preparatissimi inservienti sorveglia le sale e redarguisce in modo gentile ma fermo chi trasgredisce.
E’ un po’ meno bello per chi invece vorrebbe davvero seguire due incontri di seguito nella stessa sala. O anche in sale diverse. Per non parlare di quelli che vorrebbero poter seguire tre o quattro incontri contemporaneamente.

Per stilare la vostra scaletta personale di presentazioni a cui volete assistere è utile avere una mentalità da scacchista.

Se avanzi col pedone vieni mangiato dall’alfiere, ma poi almeno puoi mangiarlo a tua volta con il cavallo.
Ovvero: se vuoi partecipare ad una presentazione, devi essere consapevole che non potrai vedere niente fino ad un’oretta prima, dato che ti devi mettere in fila in anticipo, né fino ad un’oretta dopo, perché non riuscirai mai ad entrare.

Quindi, cosa muovi? Pedone o cavallo?

Per chi risponderebbe qualcosa come: “Mah, io butto avanti la regina e come va, va!” abbiamo la sala perfetta per voi. La nostra preferita: il Caffé Letterario.

In questa oasi libresca le regole si allentano – di poco: puoi entrare a presentazione iniziata, stando sulla soglia e accaparrandoti un posto non appena qualcuno lo lascia e puoi rimanere quanto vuoi.
Per le membra provate dal giro per quattro enormi padiglioni è un miraggio. Potrebbe essere ancora meglio solo se ti offrissero il caffé gratis.
In quel momento ti giri e scopri in un angolo che c’è il bar Lavazza che fa provare gratuitamente le nuove miscele.
Ed è allora che senti un coro di angeli e capisci davvero la pubblicità della Lavazza con San Pietro.

Come nelle altre sale, anche nel Caffé Letterario vi è un succedersi di incontri interessanti con autori importanti. Qui l’anno scorso abbiamo assistito alla presentazione di Resto Qui di Marco Balzano, di Le Assaggiatrici di Rosella Postorino e quest’anno abbiamo visto Roberto Constantini, con il suo Da molto lontano e Annalena Benini con I racconti delle donne.

Il nostro consiglio è di tenere d’occhio la programmazione di questa sala perché solitamente intellettualmente molto stimolante, anche se, avendo una capienza di circa 200 posti, non ospita solitamente personaggi famosissimi come Alberto Angela o Roberto Saviano.

Un’edizione molto migliore della precedente

Il padiglione Oval al Salone del Libro
Il padiglione Oval al Salone del Libro

Rispetto all’anno scorso abbiamo notato numerosi cambiamenti rilevanti: innanzitutto da tre padiglioni e mezzo (il “mezzo” era l’area attorno al precedente Caffé Letterario: piccolina, decentrata in una costruzione provvisoria) passiamo a quattro.

La new entry di quest’anno è stato il padiglione Oval, enorme e molto bello, a un centinaio di metri dai padiglioni principali e valorizzato dalla presenza di stand importanti, come quelli della Rai, e delle maggiori case editrici e dalla nuova sala Oro, di 700 posti.
Una scelta oculata e intelligente: visto che non era immediatamente adiacente ai tre principali, ma collegato da una comoda passerella, sarebbe stato facile renderlo un po’ il “cugino povero” della fiera. Collocandoci invece stand importanti si è notevolmente aumentato l’afflusso di visitatori.

Il Caffé Letterario in quella posizione – come abbiamo detto – è stato più valorizzato, anche se la vicinanza con lo spazio Rai faceva sì che si sentisse anche la musica proveniente da quello stand.

Inoltre, il Bookstock Village, l’area dedicata a bambini e ragazzi, con spazi ludici, librerie ad hoc e incontri molto interessanti, si è spostato nel padiglione 2, nel cuore della fiera.

In questa edizione non c’è stato un paese ospite, rappresentato nel Salone, bensì una lingua ospite: lo spagnolo, lingua tra le più parlate al mondo e che ci ha regalato autentici gioielli della letteratura.
Le Marche sono state la regione ospite, con uno stand dedicato e una interessante lista di incontri.
Sharjah, negli Emirati Arabi – nominata dall’UNESCO capitale mondiale del libro 2019 – risplendeva all’ingresso con un grande e arabeggiante stand. Non lo sapevamo, ma Sharjah ospita una delle fiere più grandi al mondo e la più importante nel mondo arabo: la Sharjah International Book Fair.

L’edizione di quest’anno – Il Gioco del Mondo – ha preso il nome dall’opera ominima di Julio Cortázar, che è un invito alla ribellione, alla fuga e all’avventura, perché costruito in modo che chi legge possa scegliere dove andare attraverso le pagine, da leggere oppure scartare.

Una collezione di idee, spunti, riflessioni

Ormai siamo abituate all’idea che non riusciremo a vedere neanche la metà delle presentazioni che ci siamo prefissate, studiando il programma. Ma non importa.
Gironzolare – folla permettendo – tra i padiglioni, accarezzando libri di ogni genere e forma, fermarsi a sentire qualche parola di una conferenza, decidere di partecipare ad una presentazione di cui non si sa nulla… sono queste le cose che rendono il Salone del Libro un’esperienza indimenticabile.
In ogni sala, ad ogni angolo, si può assistere a panel molto interessanti, o semplicemente girare, respirando l’odore dei libri e l’atmosfera acculturata della fiera e immaginarsi che la vita possa essere sempre così.

Ecco comunque i panel che abbiamo amato di più.

Il primo incontro al nostro arrivo al Salone del Libro si è tenuto alla Sala Azzurra fuori dalla quale abbiamo barboneggiato fiduciose e decise a non volerci perdere almeno questo primo panel.
Protagonista Matt Salinger, attore e produttore cinematografico – che ha anche interpretato, negli anni ’90, Captain America.
Ma non è famoso per questo, quanto per essere figlio di J.D. Salinger – autore de Il Giovane Holden – di cui abbiamo parlato qui – e, nel corso dell’intervista, ci ha parlato in modo aperto di suo padre.
Ci ha raccontato com’era il loro rapporto, ci ha rivelato che il padre, contrariamente a quanto si intuiva, era una persona molto sensibile e presente e ci ha resi partecipi dell’amore e il senso di protezione che Salinger aveva verso i suoi lettori.
Un incontro emozionante che ha avuto il suo apice quando Matt Salinger ha confermato la notizia, già annunciata al quotidiano «The Guardian», della prossima pubblicazione degli scritti inediti di suo padre… anche se questo richiederà un notevole lavoro da parte di Matt e dunque avverrà – ha stimato – tra tre e dieci anni. [#Feels #ICan’t #OMG, N.d.R]

Uno dei migliori incontri è stato anche quello più insospettabile. Ci aveva incuriosito il titolo: “Tra Madame Bovary e Cime Tempestose – un’educazione sentimentale (e letteraria)” di Giorgio Vasta, ma mai avremmo pensato di rimanerne tanto affascinate da prendere entrambe pagine e pagine di appunti. Tanto da uscirne con la voglia di recuperare le nostre vecchie copie di Madame Bovary e Cime Tempestose e rileggerli entrambi.
Un viaggio tre due classici evidenziando punti di contatto tra le due opere, l’attualità di entrambi i libri, il tutto supportato da musiche, citazioni e scene da diversi film come Io e Annie di Woody Allen e The Lobster di Yorgos Lanthimos.

Abbiamo già dichiarato il nostro amore per il Caffè Letterario e non smetteremo mai di farlo perché è proprio qui che, improvvisamente, sentendolo chiacchierare e scherzare in quel modo confidenziale e rilassato che caratterizza questo spazio del Salone del Libro, ti innamori perdutamente dei libri presentati e non puoi fare a meno di sgomitare per accaparrarti una copia e fartela firmare.

Quest’anno qui abbiamo assistito all’incontro con lo scrittore Roberto Costantini, che presentava il suo giallo Da Molto Lontano dove ritorna il Commissario Balestri, già incontrato nella sua Trilogia del Male (Tu sei il male, Le radici del male e Il male non dimentica).

Dopo di lui, ad incantarci con il suo libro I racconti delle donne è arrivata Annalena Benini, che ha curato una raccolta di racconti di grandi scrittrici che parlano di loro come donne, con il loro coraggio e le loro debolezze, rivelandosi in quello che solitamente non dicono o non lasciano trasparire.

Altra serie di incontri degni di nota si sono svolti allo spazio Rai, in diretta su Radio 3 durante il programma Farenheit.
Un caleidoscopio di brevi incontri (anche troppo brevi) con autori come Roberto Herlitzka – noto attore che si è cimentato nella traduzione di Lucrezio in versi da lui stesso definiti “dantoidi” (ovvero simili agli endecasillabi rimati di Dante) – e con Takoua Ben Mohamed – giovane fumettista e autrice del fumetto Sotto il Velo e dell’ultima uscita La rivoluzione dei gelsomini – il tutto corredato da intermezzi musicali.

Ma la ciliegina sulla torta dello spazio Rai è stato il solo ed unico Alberto Angela.
Lui solo può smuovere folle di ogni età con il suo entusiasmo e la passione che traspare da ogni sua parola. Di lui, nonostante ci fossimo prese per tempo per accaparrarci una buona posizione di vedetta,  abbiamo potuto vedere solo i capelli, tanta era la gente riunita nel piccolo spazio. Alberto stesso si è dimostrato incredulo di tanto pubblico.
Ci ha presentato la sua nuova collana di volumi Come Eravamo, che, partendo dalle origini, ci regala un lunghissimo “ritratto di famiglia” di noi italiani e delle civiltà che si sono succedute prima di noi.

Rispetto alla nutritissima programmazione del Salone, questo non è che un misero 1%, ma corrisponde agli incontri che più ci hanno colpito.
Ve ne potremmo stare a parlare per ore, ma vi invitiamo invece a partecipare di persona, il prossimo maggio.

Noi ci saremo.

di Elena e Cristina


Elena

Collaboratrice, webmaster, addetta marketing, organizzazione eventi. "Do not go gentle into that good night, Old age should burn and rave at close of day; Rage, rage against the dying of the light." - Dylan Thomas