Affezionata come sono al Mantova Comics & Games, non è stato facile decidere di lasciarmi alle spalle il gruppo di storici amici, con cui affronto da anni il selvaggio mondo delle fiere, per esplorare nuovi lidi! Ma spinta dalla curiosità e dalla possibilità di rivedere altri amici (dopo davvero tanto tempo!) ho deciso di partire alla scoperta del Cartoomics di Milano, armata di accredito e tanta buona volontà.

Cartoomics 2018: consigli per il viaggio da una novellina

In quanto vergine di Cartoomics vi posso assicurare che il primo impatto con la famosa fiera di Milano è davvero sconvolgente. Prima di parlarvi della mia esperienza una volta arrivata, vorrei però condividere con voi alcune osservazioni utili per ottimizzare al meglio il vostro futuro viaggio (soprattutto se come me vi muovete in treno).

Per evitare di perdere tempo prezioso da dedicare all’evento, avevo programmato tutti gli spostamenti fin nei minimi dettagli: un consiglio sicuro che mi sento di dare a tutti coloro che raggiungono la fiera da Milano Centrale è quello di spostarsi poi verso Rho usando un treno regionale veloce e non la tanto decantata metropolitana. Sicuramente è vero che le corse dei treni sono molte meno di quelle previste per la metro, ma contro i 40 minuti con cambio di quest’ultima, prendendo il regionale arriverete diretti a Rho in 10 minuti (spendendo anche qualcosina in meno…).

Una volta arrivati bisogna camminare un po’ per raggiungere i padiglioni interessati dalla fiera, il complesso fieristico di Rho è davvero immenso e quando gli spazi sono per larga parte non utilizzati lo si nota ancora di più. Quest’anno il Cartoomics si estendeva lungo i padiglioni 12, 16 e 20 (uno in più rispetto al 2017) e questo significa almeno 15 minuti a piedi dalla stazione di arrivo, con non poche obbligate deviazioni a causa del forte afflusso di visitatori. Sicuramente è consigliabile arrivare all’orario di apertura, in quanto superato il primo blocco di controlli, l’accesso alla fiera si rivela tutto sommato semplice (cosa che non possiamo dire per chi è arrivato dalle 11 in poi).

Cartoomics: primo impatto e visita ai padiglioni

Come accennavo prima, vedere per la prima volta l’ambiente fieristico di Milano lascia davvero un po’ straniti se non ci si è abituati (e mi ha fatto pensare a cosa dev’essere stato vivere un’evento complesso e vasto come l’Expo a cui all’epoca non sono riuscita a partecipare).  

In quanto grandissima fan di Batman, ero molto curiosa di visitare l’area dedicata a Gotham Shadows, il fan club che riunisce i fan del Cavaliere Oscuro esperti o appassionati di customing e prop making, con l’idea di garantire un’esperienza che vada oltre il cosplay arrivando a ricreare veri e proprio allestimenti scenici (potete trovare maggiori informazioni in merito nel loro sito). 

All’ingresso del padiglione 12, dov’era segnato il DC village, mi rendo conto subito che l’intera area Movie & TV è dedicata proprio ad ospitare gruppi di cosplayer (o costumers, che dir si voglia) ufficiali di alcuni dei fandom più famosi, tra cui Star Wars e Assassin’s Creed. 

È proprio l’area dedicata a Star Wars quella che risucchia per prima la mia attenzione (e quella di tutti i partecipanti probabilmente), occupando una vasta area vicino all’ingresso del padiglione con un’enorme riproduzione di Jabba che torreggia sui vari figuranti (tra i gruppi coinvolti nell’animazione: Rebel legion Italian Base, 501st Legion Italica Garrison, ITALY Stronghold e i costumer: Saber Guild e Associazione Culturale Galaxy, tutti riconosciuti dalla Lucas Film). Oltre che visivamente d’impatto, grazie a costumi e scenografie curati nei dettagli, da fan ho trovato molto divertente girare e ritrovarmi spesso vicino stormtrooper e soldati del Primo Ordine, completamente in parte, pronti a metterti ansia (e credetemi se vi dico che si vede dai risvolti delle giacche il Primo Ordine, ha un reparto stiratura di tutto rispetto!).

Tra le varie attività proposte, un “corso accelerato” di combattimento con spada laser e un’escape room a tema “in fuga dalla Morte Nera”. La cosa più bella resta in ogni caso questo bellissimo R2D2 rosa di cui io e la mia socia Fra ci siamo non troppo segretamente innamorate alla follia!

Arrivata finalmente all’area dedicata a Batman la prima cosa fondamentale è stata entrare nella cella d’isolamento di Arkham e fare una bellissima live (che potete vedere qui); lì vicino un gruppo di costumer si faceva immortalare dalla folla. Erano tutti bellissimi, ma il mio amore andrà sempre e comunque al povero Alfred (che potete ammirare sulla destra, sistemato “di guardia” fuori dal cordone di sicurezza!).

A queste due aree più imponenti si affiancano spazi dedicati a molti altri franchise, tra cui il già citato Assassin’s Creed, gestita da AC Cosplay Italia, che tra le varie attività proponeva: un’Animus Experience in vr con l’oculus (molto divertente da esterno era assistere a come i vari cosplayer “giocavano” con il povero malcapitato alle prese con l’esperienza virtuale),

e un’Arena in cui stuntman professionisti (D-Unit) si scontravano interpretando dei gladiatori.

Tra i gruppi con le istallazioni più interessanti sembra giusto ricordare anche quello dei Ghostbusters,

Interessante infine l’area di presentazione del nuovo capitolo di Hotel Transylvania con palco e personaggi pronti a mettersi in posa.

Il padiglione 12 ospitava anche una grande area dedicata all’horror, con l’horror house dei clown (attori del cast di Epicos) che hanno regalato al pubblico momenti di puro terrore con le loro performance (se sommate loro agli stormtrooper potete farvi un’idea dell’aria che tirava!).

Divertentissimo (si fa per dire!) anche lo stand del museo della tortura, con una simpatica signorina sorridente che ti invitava a “provare la gogna”.

Molto spazio viene dato in questa fiera non solo alla performance degli interpreti ma anche a quella di chi sta dietro le quinte: l’area dedicata ai make-up artist è considerevole e per il pubblico era possibile assistere in ogni momento, passando per i loro stand, alla ricostruzione di trucchi di scena (soprattutto di ambito horror) e a una piccola mostra con maschere e oggetti di scena. Presente anche il famoso Sergio Stivaletti, mago degli effetti speciali, per parlare del suo ultimo film Rabbia Furiosa (come la mia, che potendo fermarmi all’evento solo il sabato fino alle 17, non ho potuto assistere a molti degli eventi in programma, tra cui il suo workshop).

Prima di “uscire” dal padiglione 12 è importante però almeno citare la meravigliosa esposizione di tattoo artists (che lavoravano dal vivo sul momento), che mi sono trovata più volte a “spiare” nel corso della giornata.

Cartoomics 2018: alla scoperta dell’artist alley (VM 18)

Complici amiche (appassionate e artiste) mi sono lasciata coinvolgere con l’occasione di questa fiera nel sommerso e affascinante mondo dell’artist alley, ossia di quell’area della fiera occupata da giovani (solitamente) artisti che presentano la propria opera direttamente al pubblico, senza l’intermediazione di editori o negozianti. Si tratta di pubblicazioni autonome (anche finanziate tramite crowdfunding) che spaziano moltissimo sia in termini artistici (artbook, skatchbook, stampe, ecc.) proponendo diversi stili e tecniche, sia in termini di storie, arrivando a trattare spesso temi di nicchia (che difficilmente trovano spazzio nelle grandi pubblicazioni nel nostro paese) pensati per un pubblico molto specifico.

Molte le opere a tematica M/M (che vedono come protagoniste coppie gay maschili) sia di autrici donne che di (ammetto di essermi stupita) autori uomini. In molti di questi lavori l’influsso orientale (in particolare del manga yaoi giapponese) è evidente, ma si tratta appunto solo di un’ispirazione, che si innesta e rielabora all’interno di una nuova proposta artistica che dimostra di avere una sua dimensione e personalità. La creatività e la varietà sono le basi di questa sintesi culturale (stilistica e narrativa), che si traduce in opere che catturano l’attenzione e che ritornano prepotentemente alla memoria anche dopo alcuni giorni (sul momento ho lasciato alcuni volumi e artbook per paura di non contenere le spese, salvo poi tornare a casa pentita, è una fortuna che molti di questi artisti abbiano shop forniti online così potrò senza fatica reperire tutto quello che lasciato a Milano).

Cartoomics 2018: la bellezza maschile in mostra

Una dimensione artistica (e culturale) che mi ha riportato ancora una volta alla memoria una vecchia intervista fatta a Francesca Bufera (qui trovate il link) a proposito del suo urban-fantasy Clover, e recentemente ripresa all’interno dell’intervista fatta a Sara Ferrari (vi lascio qui il link), in cui discutevamo come tra i vari aspetti che definiscono le fan appassionate di slash (ossia di storie che hanno come protagonisti coppie di uomini gay), via sia una tendenza molto forte nel porre al centro delle proprie attenzioni la figura maschile: donne che guardano all’uomo e all’avvenenza maschile, su cui riversano un’attenzione che nella nostra società è molto più comunemente rivolta verso la donna (da parte degli uomini, ma non solo).

In molte delle opere che mi è capitato di sfogliare e apprezzare al Cartoomics in quest’area, ho ritrovato prepotentemente quest’idea di “rifocalizzamento” dell’ideale di bellezza (e sessuale) verso l’uomo. In altri termini, la volontà di investire di una valenza “attraente” l’uomo e il corpo maschile prima di quello femminile e questo soprattutto (ma non solo) ad opera delle donne.

Per quanto sia lungi da me l’intenzione di equiparare e avvicinare più del dovuto i due mondi (fan culture e teorie sul fandom con l’opera di artisti indipendenti) resta il fatto che, unendo tutti i puntini, si inizia a vedere un pattern, la manifestazione in più fronti di quella che evidentemente è un’esigenza (una dimensione) reale e pulsante di una parte della nostra società che pian piano sta emergendo.

Tornando però a parlarvi nello specifico dei lavori che ho scoperto in questa occasione, approfitterò per riportarvi alcuni titoli tra quelli che ho acquistato e tra quelli che presto (in qualche modo) saranno miei:

Holy Water di Daniela Berisone e Beatrice Sammaritani del Collettivo LAMIA è un VM18 di ambientazione western/sovrannaturale, che sicuramente non può deludere chi è in cerca di emozioni forti.

Eros e Mythos  (VM18) del collettivo Uniporni è un’opera realizzata tramite crowdfunding, non l’ho acquistata sul momento ma spero di riuscire a recuperarla.

Samsara (VM18) del Collettivo Awe è una bellissima storia in più volumi che racconta l’amore tra due ragazzi attraverso le epoche e diverse reincarnazioni.

Outwards (VM18) di Wendigo, troverete molte informazioni online a proposito di questa serie yaoi ambientata in un futuro post-apocalittico.

Cartoomics 2018: ataviche perplessità davanti agli stand delle case editrici

Spostandoci oltre, sempre all’interno del padiglione 16, troviamo moltissimi stand di negozi ed espositori di marchandise (fuko pop ovunque!), oltre che quelli delle case editrici più famose, come Panini, Star Comics o Bonelli.

Ogni volta che mi trovo di fronte a questi ultimi ad una fiera però, una domande sorge spontanea: che senso ha mettere gli albi in una fiera a prezzo pieno? Probabilmente è un quesito da rivolgere agli amici che lavorano per le case editrici (cose che farò a breve, a costo di farmi additare come giovine ingenua). Non capisco l’utilità di avere uno stand enorme ufficiale (a parte quello della visibilità, per marcare il territorio) e non prevedere una qualche offerta per la vendita di prodotti che altrimenti posso reperire tranquillamente ovunque (io ad esempio gli albi di Batman li acquisto sistematicamente alla Feltrinelli quando mi capita al 15/20 % di sconto), ma che sarei invece ben felice e predisposta ad prendere lì in massa se mi si offrisse un qualche vantaggio economico (o di altro genere, la presenza dell’autore, un gadget, fate vobis). Da un lato immagino che esista un meccanismo molto alla Apple del tipo “sono talmente cool che non ho bisogno di fare sconti per farti acquistare il mio prodotto lo scopo di questo stand è la pura esibizione di potere”, dall’altro lato la perplessità sul tipo di (non) manovra commerciale resta. Lo so, sono una gioVine naive.

Cartoomics 2018: LEGO world

Grande spazio all’interno del padiglione viene riservato anche agli immancabili LEGO, che tra modellini e riproduzioni di vario genere, fanno la gioia di tutti, appassionati e non (ma come si fa a non amare i LEGO?!):

Cartoomics 2018: ultime considerazioni e saluti anticipati

Come ho lasciato intuire tra la righe, il dramma di questa visita al Cartoomics si è tradotto nella necessità di fuga entro le ore 17, purtroppo questo non solo mi ha impedito di partecipare a molti degli eventi in programma, ma anche di visitare con attenzione il padiglione 20, dedicato principalmente ai videogiochi e giochi da tavola, con un’ampia area fantasy che per struttura ricalcava quella delle installazioni del padiglione 12.

Apprezzabilissimo l’ingresso musicale al padiglione che ti riporta subito in mezzo alle highlands scozzesi:

Musicisti padiglione 16 Cartoomics 2018

 

Esposizione dei costumi dalla saga cinematografica di Harry Potter

 

Gaming selvaggio al padiglione 20

Il Cartoomics 2018 si è rivelato un’esperienza molto  piacevole, non solo per la ricca offerta ma anche per l’organizzazione sistematica negli orari degli eventi proposti (che conto di poter godere meglio il prossimo anno) e nella gestione degli spazi, consentendo al visitatore di orientarsi in breve e raggiungere in comodità tutte le aree di sue interesse.

Appuntamento allora al 2019, con il proposito di passare insieme un po’ di tempo in più!

 


Susanna

Autore "In the end, it doesn’t matter what design we choose because it’s what’s inside the machine that’s brilliant" Joe, Halt and Catch Fire