A 48 ore dagli Academy Awards, che quest’anno (trasmessi in chiaro anche in Italia su Cielo) hanno totalizzato numeri sorprendenti e monopolizzato twitter; veniamo a voi con una lista dei dieci momenti più significativi della serata. Noi fanheartist ce la siamo goduta molto e, anche se alla boa della quarta ora la stanchezza cominciava a farsi sentire, siamo rimaste piacevolmente sorprese dai risultati che hanno confermato le nostre speranze.
Volevamo creare una top ten, ma data la bellezza, per motivi diversi, delle scene che vi elencheremo, abbiamo optato per commentarle… in ordine sparso.
L’abbraccio fra Lady Gaga e Julie Andrews
Regine per sempre. Lady Gaga, in una bellissima interpretazione, ha rievocato le musiche di Tutti Insieme Appassionatamente nel 50esimo anniversario del film e ha poi introdotto la splendida Julie Andrews che al suo ingresso in sala ha suscitato una meritata ovazione. L’abbraccio, prima, e il sentito discorso della Andrews, poi, ci hanno emozionato e commosso.
Ritrovate il gifset della parole di Julie Andrews a questo link e la performance di Lady Gaga in questo video.
Il numero di apertura
Poetico, un po’ folle e soprattutto ironico, il numero di apertura è stato uno dei più citazionisti degli ultimi anni. Non abbiamo ancora una versione in alta qualità (o alta dimensione…) da offrirvi, quindi intanto godetevi questo video (“spoiler alert!”… oooh, Neil!), ammirate l’immensità di Jack Black (con ormai la barba un po’ bianca, cosa che ci ha lasciato un po’ sconvolte) e ricordate:
“Moving pictures, millions of pixels on screens.
They may not be real life, but they’ll show you what real life means
Everything is awesooooome
Tutto è stato davvero meraviglioso in questo momento della serata. La canzone dei Lonely Island, Tegan e Sara ha allietato gli Academy Awards con la sua allegria ed una scenografia coloratissima. Ma ha soprattutto illuminato le notti di Tumblr offrendoci potenzialità per infiniti meme, causa distribuzione di Oscar in Lego a tutti i candidati. La nostra amica Francesca, a riguardo, ci faceva giustamente notare l’ironia nel fatto che la distribuzione di questi Oscar di Lego sia stata fatta nell’unica edizione degli Academy Awards da anni in cui non è presente Di Caprio fra i nominati.
Povero Leo. Neanche un fake Oscar può permettersi.
Ma naturalmente siamo convinti che si stia organizzando:
Bonus post:
"@cinemagazzino: #Oscars2015 #SkyCinemaOscar @thelonelyisland mancavano solo loro pic.twitter.com/mioZItLyYY" THE LEFT SHAAARK!
— fanheart3 (@fanheart3) February 23, 2015
Eddie Redmayne in versione orsetto del cuore
Il momento di consegna dell’Oscar come miglior attore protagonista a Reddie Edmayne Eddie Redmayne verrà ricordato dai posteri come il più adorabile di tutta la storia degli Academy Awards dalle origini ad oggi (solo quello di Russell Crowe sconvolto all’annuncio della sua vittoria per Il Gladiatore è stato più bello.. ma si sa, chi scrive è un po’ di parte). Un cucciolo di labrador sarebbe sembrato feroce se paragonato al giovane attore con in mano la famosa statuetta. Gli “awwwww” si sono sprecati. Sia dentro che fuori dallo schermo.
Potete rivedere l’intera tenerissima scena con questo gifset. E la cosiddetta “pucciosità” di Redmayne si è estesa anche oltre la consegna del premio.
Enjolras, da qualche parte, sta scuotendo la testa rassegnato.
Il premio a Graham Moore
Graham Moore, sceneggiatore di The Imitation Game, ha pronunciato il discorso che forse più di tutti verrà ricordato in quest’anno di Academy Awards. La sua frase è un inno all’essere se stessi e voler essere se stessi, anche quando si è diversi, e non avrebbe potuto meglio rappresentare un film su un uomo che, dopo aver salvato migliaia di altre vite umane, ha posto fine alla sua da solo, isolato dal mondo, un reietto nella stessa società che, senza che questa ne fosse consapevole, aveva contribuito a proteggere.
E’ un momento che ci ha toccato e che ricorderemo per quello che ha significato anche per chi, come noi fan, un po’ si sente strano per non rispettare i gusti e “le usanze” della maggioranza.
Il video completo del discorso di ringraziamento è disponibile a questo link.
Benedict Cumberbatch, principe azzurro
Sì, lo confessiamo: abbiamo un debole per Sophie Hunter qui a fanheart. Il genere di carriera che vorremmo avere, una bellezza ed un’eleganza estremamente femminili e concrete (quel genere di femminilità alla Kate Winslet… poco da copertina e molto da donna reale) ed un vestito rosso da matrona romana che compreremmo in questo momento se ne avessimo le possibilità.
Vedere Benedict Cumberbatch in sua compagnia e sentir citare in ogni suo discorso ufficiale famiglia e figlio in arrivo ci riempie il cuore di entusiasmo romantico.
Ovvio, poi, Benedict Cumberbatch non si è fatto notare solamente per questo… ed ecco dunque qualche altro link esplicativo:
Esempio 1 | Esempio 2 | Esempio 3 | Esempio 4
It’s not a show if there isn’t some slash in it
Neil Patrick Harris è stato abbastanza moderato come presentatore degli Oscars. Divertente e bravissimo, certo, ma è riuscito, come abbiamo detto spesso domenica notte, a “tenersi abbastanza” (a noi sarebbe andato bene anche se non l’avesse fatto, per la cronaca).
Eppure, fra una canzone e un’uscita in déshabillé, è emerso il suo vero geek-self (ehm…), quando sullo schermo che proiettava scene da film per il suo numero d’apertura sono apparsi i volti di Matt Damon e Ben Affleck e vi sono rimasti, mantenendo il contatto visivo, per il numero di secondi necessari a far rientrare la scena nei classici “eye-sexing” moment da fandom (per una definizione dell’espressione si può far riferimento a Urban Dictionary). D’altronde lui stesso canta:
“I gasped when Indy went back for his hat
or when I think of all the tension between Ben and Matt”
His stars. Ah, Neil, non abbiamo neanche più bisogno del subtext ormai e ti amiamo per questo.
Glory
Non abbiamo visto Selma e domenica notte è stata la prima volta che abbiamo sentito Glory, candidata e vincitrice nella categoria Miglior Canzone. Ci è voluto poco per capire perchè il premio non poteva che andare a questo pezzo, nonostante il nostro amore per Everything is Awesome.
Non c’è molto da aggiungere, se non lasciare a voi l’emozione di scoprire questo pezzo. Trovate il testo della canzone a questo link, e il video qui.
Academy Awards, Marvel edition
Non abbiamo fatto dei calcoli precisi includendo gli anni passati, ma ad un primo sguardo ci sentiamo di poter affermare con una certa sicurezza che questa edizione degli Academy Awards potrebbe prendere anche il nome di Marvel Reunion considerato il numero di protagonisti di film Marvel presenti in sala. Ne abbiamo contati almeno 9, riepilogati nell’immagine seguente…
Non nascondiamo comunque di credere che anche Tom Hiddleston/Loki fosse lì, dietro le quinte, ad aspettare ogni singolo vincitore per poter congratularsi con questo personalmente. E basandoci sulla reazione di Chris Pine a Glory, non osiamo immaginare così possa essere successo a lui.
88% of British actors have done nothing but cry all night.
— Stats Britain (@StatsBritain) February 23, 2015
Birdman vince e noi l’avevamo detto!
Sì, l’avevamo detto. Quando, in quel lontano 29 agosto vedemmo il film per la prima volta al Lido, come riportato in questo daily, le nostre menti ed i nostri cuori si aprirono e capimmo che, ancora una volta, dopo Gravity, quel genio di Alberto Barbera aveva azzeccato la pellicola perfetta d’apertura. Un capolavoro di regia e recitazione, ingiustamente non premiato al Festival di Venezia (che pur sui volatili si era concentrata, considerando il premio dato al “Piccione”).
Vedere l’Academy riconoscere a questa pellicola gli Oscar più importanti, quando ancora eravamo convinti che Boyhood l’avrebbe avuta vinta, ci ha fatto esultare sul divano e il momento avrebbe potuto essere più bello solamente se Tim Roth (che, come già esposto nelle nostre teorie, si era estraniato dalle decisioni dei del resto della giuria al festival sopra menzionato) avesse consegnato la pregiata statuetta, ghignando vendetta contro i colleghi giurati del Lido.
Una scena che sarebbe apparsa più o meno così.
Ah, che occasione sprecata, Academy.
Per concludere questa breve scaletta dei momenti migliori, eleggiamo la nostra celebrity crush direttamente dall’87esima edizione degli Oscars.
Edward Norton nel suo completo perfetto? Jared Leto in versione Happy Jesus?
No, signori. Il nostro cuore va interamente a Steve Carell, che non solamente si è presentato con ai polsi i gemelli della campagna heforshe, ma ci ha ispirato simpatia, tenerezza e un senso materno che non siamo certi di voler indagare ulteriormente. Non vediamo l’ora di vederlo in Foxcatcher, in uscita ad inizio marzo sui nostri schermi, film nel quale ritroveremo anche Channing Tatum. Che a giudicare dalle gif sotto presentate è uno di quegli attori che, come fans, sarebbe il caso di tenere d’occhio.
By Agnese & Susanna