Tra loro, abbiamo avuto il piacere di incontrare e scambiare due chiacchiere con Matteo Lolli, disegnatore bolognese noto per lavorare per la Marvel e in particolare su avventure dedicate a Deadpool, Asgardians of the Galaxy e recentemente X-Men Marauders
Iniziamo con le domande di rito. Come sei diventato disegnatore?
Sin da piccolo vedevo mio padre che dipingeva per hobby, mi faceva anche le magliette con Pluto, Capitan Harlock e io rimanevo stupito: è meraviglioso creare qualcosa dal nulla e quindi alla fine mi è venuta la passione. Volevo farlo anche io! Son sempre stato il classico ragazzino che disegna in classe e sta un pochino meno attento, facevo le caricature ai compagni. Lì inizi a ricevere i primi feedback positivi e ti dici: “Che bello! Voglio farlo!” e alla fine è diventata una passione e una professione.
Ho fatto un corso di fumetti molto breve. In gran parte il lavoro che ogni disegnatore fa, lo fa da solo. E’ un percorso lungo ed io sono stato fortunato perché a volte devi essere al posto giusto, al momento giusto e con le capacità giuste.
Ed è dal 2008 che lavori con la Marvel. Come sta andando?
Bene! Non mi lasciano respirare. I ritmi sono pazzeschi. Io non sono velocissimo come tipo di disegnatore… per gli standard americani, almeno. Loro richiedono una mole di lavoro altissima e si rischia spesso il burnout da sovra-lavoro. Però… è bello.
Loro ti dicono cosa fare esattamente o hai un po’ di libertà?
Dipende. Intanto mi fanno le proposte. Per esempio: “Ti interesserebbe fare Deadpool? Ti interesserebbe fare gli X-Men?”, ed una volta che io accetto, loro mi raccontano come sarà la storia. In generale sono stato fortunato, perché mi hanno sempre fatto iniziare con i primi numeri. Da un certo punto di vista è un bene perché devo creare tutto, dall’altra parte, loro ti danno lo stesso tempo e quindi tu devi iniziare a fare tutta una serie di studi, che lasciano meno tempo al disegno delle pagine.
Fondamentalmente il discorso è: mi mandano la sceneggiatura scritta da uno sceneggiatore, con il quale mi confronterò durante tutta la fase creativa. Lo script è un classico: vignetta per vignetta, con la descrizione di ciò che succede e i dialoghi. E io li interpreto. Scelgo le inquadrature… faccio il regista, insomma.
Quindi hai un margine di creatività?
Assolutamente. Sennò sarebbe una noia.
Per esempio, gli inchiostratori seguono il disegno del disegnatore (io per esempio ora mi inchiostro le mie cose), è un lavoro che richiede meno sforzo mentale rispetto alla fase di creazione. Lo sforzo maggiore nella creazione del fumetto viene nella prima parte, quando devi scegliere le inquadrature, scegliere l’andamento, lo storytelling della pagina… cercare di far capire cosa avviene. Per esempio se è ambientata a Taipei, di notte in un quartiere malfamato, tu devi informarti su com’è un quartiere di Taipei di quel genere, a quell’ora. La prima fase può quindi essere un po’ lenta… poi quando capisci cosa vuoi fare, è tutta discesa.
Noi siamo un’associazione culturale che si occupa di fandom e di fan culture. Portiamo avanti lo studio della cultura del fan e come i fan vanno a rielaborare il prodotto di partenza. Probabilmente conoscerai il fenomeno delle fanart.
Sì, assolutamente.. io insegno ad una scuola di fumetto e quindi ho molti studenti che arrivano e iniziano facendo fanart. …Anche io all’inizio facevo fanart!
Da un certo punto di vista quando fai un disegno di qualcosa che non è tuo è una fanart.
Prima di entrare a far parte del mondo del fumetto italiano, quando internet era giovane, sono entrato in un gruppo di disegnatori americani. Ero l’unico italiano… tra loro c’era, per esempio, Tony Moor di The Walking Dead. Ai tempi lui disegnava Battle Pope, il papa che fumava e picchiava i cattivi, tutto super muscoloso. Il gruppo si dava dei temi, per esempio si sceglieva “videogiochi” e quindi si realizzavano delle fanart sui videogiochi. Io avevo fatto la fanart di Metal Gear Solid. Ai tempi non lavoravo ancora per Marvel, però è stata un’ottima scuola.
Una cosa che mi piacerebbe adesso è fare qualche fanart, per esempio, di The Witcher. Il problema è che non ho il tempo, la Marvel mi tiene proprio legato. Lavoro giorno e notte!
Ma vedo che le fanart sono una delle cose che funziona molto sui social, per farsi conoscere e aumentare i follower, e quindi vorrei provare un po’, per allargare il mio bacino. Poi però penso: “ma ne ho bisogno?”, ho fin troppo lavoro. Però mi piace, mi diverte e mi rilassa – anche molto… e c’è gente bravissima! Vedo della gente che fa cose incredibili!
C’è stato qualche fan che ti ha fatto una fanart di Deadpool o di qualche personaggio che hai creato tu?
Alcuni studenti ne fanno di me con Deadpool, è successo più volte, anzi le ho anche postate.
La cosa più carina è successa quando ho pubblicato Deadpool Vs. Occhio di Falco. In Giappone era piaciuto tantissimo il rapporto tra i due personaggi. Si era creata questa… bromance tra i due. Erano stati shippati al punto che c’erano ragazze online che facevano delle dōjinshi.
Una ragazza ne ha fatto una: c’era daddy Deadpool che porta la figlia in giro, vestito come nel mio fumetto. Ed han fatto tutto il fumetto. Quest’anno sono andato in Giappone e l’ho conosciuta perché è venuta a farsi fare un disegno da me.
Ma è bellissimo quando succede così. Penso che i disegnatori siano più aperti, però per esempio nel campo della letteratura ci sono alcuni autori che sono contrari alle fanfiction.
Ecco, quello è brutto. Secondo me sbagliano perché questo aiuterebbe solo a diffondere il loro lavoro.
Secondo me quando c’è molto business, gli americani diventano troppo difensivi. Quando il business è legato ai diritti, magari all’autore interessa poco, ma tutto il lavoro è in mano a dei legali che difendono ferocemente il loro patrimonio. Io non ho creato Deadpool, sono il disegnatore e mi fa molto piacere perché quello che ho pensato io lo avrebbe potuto pensare anche lo scrittore. Se creassi un personaggio, sarei onoratissimo se qualcuno ne facesse una fanart. Da quel punto di vista lo appoggerei tantissimo. Ma non sono un creatore, ho tante idee, ma non il tempo.
E progetti futuri? Cosa ti aspetta adesso?
Adesso sono ancora all’opera sugli X-Men Marauders, una nuova serie che nasce dopo lo scombussolamento che c’è stato nel mondo degli X-Men, dopo House of X e Powers of X, che hanno rivoluzionato il mondo dei mutanti… di nuovo. Questo è fatto effettivamente bene; i fan lo stanno apprezzando tantissimo. Da quello si sono diramate altre 6 o 7 testate e una delle nostre sembra tra le più amate. Adesso devo iniziare il numero 12 e dopo questo, non lo so.
Ti piacerebbe fare un fumetto tuo dalla A alla Z?
Si, quello sarebbe il sogno. Però non ho mai scritto un fumetto. Ci ho lavorato molto, quindi partirei avvantaggiato, però a livello di scrittura dovrei comunque studiare. Di idee ne avrei tante… amo tante cose, dal D&D, al fantasy, ai cartoni animati giapponesi… quindi avrei diversi spunti. Poi sto invecchiando e mi piacciono anche cose che anni fa non mi piacevano, storie più intimiste.
Ho un file dove mi scrivo tutti i plot da portare avanti in futuro, quindi quando ormai sarò senza lavoro lo aprirò e inizierò a scrivere. Spero di avere tempo… da un lato, dall’altro no… perché significa che sarei senza lavoro!
Speriamo di vedere qualcosa di tuo.
Speriamo. Magari inizio con qualche personaggio. Se vedo che piace, da lì potrebbe proseguire… come fanno molti. Partono con un personaggio e poi non lo abbandonano più!