Ultimo step del nostro viaggio nel mondo dell’Eurovision: quali sono gli elementi tipici del festival che, combinati insieme ci garantirebbero la vittoria?
Se non li hai già letti, recupera l’introduzione e gli step 1, 2 e 3!
Fuoco. Fuoco ovunque
Se sul palco dell’Eurovision c’è un pianoforte e non prende fuoco, c’è qualcosa che non va.
E non è solo il piano a prendere fuoco: spesso e volentieri l’intero palcoscenico brucia, è un “trope” fondamentale del festival.
Lo slash
Se si presentano due cantanti uomini, di solito si scatena lo slash dentro noi fan. Non sempre, certo, ma se i due hanno atteggiamenti molto amichevoli… beh la ship parte da se. Nonostante magari i cantanti non siano d’accordo…
Ad esempio, Ermal Meta e Fabrizio Moro hanno avuto un numero incredibile di voti dal pubblico non solo per la bellissima canzone e le doti canore, ma anche, sospettiamo, perché hanno un modo di cantare insieme che sottintende una grande complicità. E i fan hanno fatto il resto.
Il trash
L’elemento fondamentale, che permea tutto il festival: non importa cosa canti, basta che lo fai in modo più trash possibile, con vestiti improbabili ed esibizioni assurde. La parola d’ordine è shockare. E sicuramente Verka Serduchka è stato uno dei massimi esponenti del trash.
Se combiniamo questi elementi cos’abbiamo?
L’esibizione perfetta.
Immaginate: Ermal Meta e Fabrizio Moro vestiti con abiti alla Verka Serduchka (immagino come stilista Edna degli Incredibili) che si esibiscono con passione in una tempesta di fuoco.
Per rendere il tutto più “verosimile” possiamo aggiungere un tocco di storia italiana, come la storia di Pompei, sotterrata sotto una pioggia di lapilli.
Ecco quindi che il nostro lato fanwriter potrebbe farci immaginare un’improbabile amicizia sfociata in amore turbolento tra un patrizio e un plebeo (a voi decidere chi dei due sia Meta e chi Moro) che, negli ultimi istanti prima del disastro del Vesuvio, si mettono a cantare con ardore, urlandosi il rispettivo amore.
Poi arriva il fuoco.
E infine, quando tutto è finito, facciamo uscire Alberto Angela, elegantissimo e sempre intonato all’ambiente, che spiega il tragico epilogo.
E, niente, così si vince.
Italia, gli Eurovision 2021 saranno nostri!
